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RECENSIONE| Il Divin Codino, Roberto Baggio è un campione (ma il film lo mette ‘in panchina’)

Andrea Arcangeli strepitoso. Diodato ha reso poesia le gesta dell'icona del calcio

ROMA – Non ha mai smesso di lottare per inseguire i suoi sogni. 205 gol in Serie A, 22 anni di carriera, 7 squadre  e 3 mondiali da protagonista. Un intero Paese a tifare per lui. Senza dimenticare il suo codino diventato ‘divino’ e la sua religione, il buddismo, che gli ha dato la spinta per ripartire ogni volta che ha dovuto affrontare delle difficoltà (come i suoi infortuni) perché “dove finiscono le mie capacità inizia la mia fede. La forte fede vede l’invisibile“. Lui è il resiliente Roberto Baggio, un nome e un cognome che hanno fatto la storia del calcio, trepidare molti cuori e scaturire molte lacrime. La sua storia sta per debuttare sul piccolo schermo. 

Dopo Sotto il sole di Riccione e L’Ultimo Paradiso, la collaborazione tra Netflix e Mediaset sta per ‘sfornare’ un altro film, il terzo dei sette previsti dalla partnership. Si tratta de Il Divin Codino, la pellicola sulla vita di Baggio che debutta il 26 maggio sulla piattaforma di streaming. Ad interpretare il fuoriclasse è la giovane promessa del cinema Andrea Arcangeli, 27 anni, che abbiamo recentemente visto e ammirato nella serie Sky di Matteo Rovere Romulus

Prodotto da Fabula Pictures e diretto da Letizia Lamartire (che per Netflix ha già diretto alcuni episodi della serie Baby), Il Divin Codino celebra l’uomo oltre il mito, con un film che segue la carriera calcistica di Baggio. Dall’esordio giovanissimo nella squadra del Lanerossi Vicenza, fino alla mancata convocazione in Nazionale nel 2002, passando per i Mondiali del 1994 in America, la pellicola ripercorre la carriera lunga ventidue anni del ‘divin codino’ animata da tanti successi, ma anche da dure prove. Come il primo infortunio all’età di 18 anni e a un passo dall’esordio in serie A con la Fiorentina. Menisco e crociato rotti, duecentoventi punti di sutura e oltre due anni per tornare a giocare. Per molti sarebbe stata già la fine della carriera. Un percorso professionale raccontato anche attraverso il buddismo (abbracciato a Firenze subito dopo il suo primo infortunio), il rapporto di amore-odio con i suoi tifosi, le incomprensioni con alcuni dei suoi allenatori e con la sua famiglia, in particolar modo con il padre (interpretato da Andrea Pennacchi). Un genitore sempre presente ma mai incoraggiante, mai tenero, mai di supporto. Una persona di altri tempi, una di quelle convinte di poter forgiare il carattere di una persona con le maniere ‘dure’ (e qui non sono sinonimo di violenza). Semplicemente un papà rigido con qualche difficoltà ad esprimere i sentimenti, ma che si è rivelato di grande aiuto nel percorso del figlio.

IL DIVIN CODINO, UN FILM CHE LASCIA ‘IN PANCHINA’ ROBERTO BAGGIO

Un’ora e trenta di film che scorrono veloci in un cui, però, non c’è pathos, non c’è fervore, non c’è emozione, non c’è ‘nostalgia canaglia’ per quella figura che purtroppo non ci fa più sognare sul prato verde.

Nonostante il trailer dia quella ‘botta’ di hype che serve per aumentare il desiderio di vedere Il Divin Codino, la pellicola è deludente, poco originale e didascalica sia dal punto di vista della regia sia da quello narrativo. Per intenderci meglio, si fa prima ad aprire Wikipedia e leggere tutto su Baggio. E forse sarebbe più eccitante. Fare un film su questo grande calciatore dovrebbe avere come obiettivo quello di restituirci la sua aurea in campo e fuori dal campo. Dovrebbe farci luccicare gli occhi e darci quell’adrenalina che dà il tiro dell’ultimo rigore ai Mondiali. E invece no. Quello che vediamo è la trasposizione cinematografica del solito tema che forse tutti abbiamo scritto alle elementari “Parlo di…il mio compagno di banco” (sicuramente più creativo del film). Qui Baggio resta ‘in panchina’, per usare una metafora. È come se si stesse raccontando una partita dal divano di casa propria anziché viverla senza freni sudando dietro al pallone.

Ci sono, però, due aspetti per cui vale la pena guardare Il Divin Codino. Il primo è Andrea Arcangeli. Dopo il protolatino in Romulus, qui ci restituisce anima, corpo e accento del numero 10. In alcune scene sembra proprio di vedere Baggio, negli occhi e nel sorriso. Questa una prova attoriale che il giovane attore supera a pieni voti. Insomma, nessuna sfida sembra impossibile per Arcangeli.

Delle eventuali critiche non si cura il protagonista del film che in conferenza stampa, al fianco di Baggio, ha spiegato come per lui sia stato decisivo capire dal calciatore che nella vita la cosa più importante è dare il massimo, a prescindere dal risultato. Che poi è il messaggio stesso del film. “Quello che tu dai nel viaggio verso l’obiettivo è la cosa più importante. Devi avere dato il massimo”, ha dichiarato Baggio. “Andrea ha fatto questo percorso con grande passione e gli sono infinitamente grato. Hanno fatto un lavoro incredibile che mi rende felice”. E del suo di percorso, fatto di tante cadute, il numero10 ha ricordato: “Quando mi avvicinavo a un risultato importante della mia carriera, l’ultima parte era sempre la più difficile, è un po’ il mio karma. All’inizio mi pesava molto perché non avevo le armi per combatterlo poi ho incontrato il buddismo e questo mi ha aperto un altro mondo. So che funziona così, è qualcosa che ho dentro, che devo combattere. È la missione della mia vita e ora lo faccio con serenità”.

Il secondo aspetto è L’uomo dietro al campione, main song del film, firmata da Diodato. Il cantautore è riuscito a restituirci la poesia di un gol d Baggio, la sua straordinaria e disarmante normalità e la sua resilienza riaccendendo quella nostalgia che si prova per i grandi personaggi ‘in pensione’ o che non ci sono più. La canzone di Diodato vale più del film stesso. Le parole che canta sanno che cosa stanno raccontando: sono intense, vive, poetiche e travolgenti. 

Sei il mio mito. Mi sono lasciato ispirare da quelle emozioni che sin da bambino mi hai regalato. Sono contento di aver conosciuto una persona meravigliosa, non avevo dubbi”, ha dichiarato il cantante in un video mostrato durante la presentazione della pellicola.

IL DIVIN CODINO, IL TRAILER

IL DIVIN CODINO, IL POSTER

2021-05-25T11:16:58+02:00