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Johnny Depp: “Con Edward mani di forbice ho capito che potevo fare cinema”

L'attore ha ripercorso la sua carriera partendo dall'ultimo progetto: 'Puffins'

Non sarebbe da sciocchi per un attore non amare il proprio pubblico?!“. Con queste parole Johnny Depp ha dato il via alla masterclass (sold out) all’Auditorium Conciliazione di Roma, organizzata da Alice nella Città. Ad accogliere l’attore una platea gremita di fan che urlavano il suo nome da ogni angolo della sala: c’è chi gli dichiarava il suo amore, chi giustizia per lui (in riferimento alla battaglia legale in corso con Amber Heard), chi ‘ho un regalo per te’ e chi lo ringraziava di esistere. 

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Edward mani di forbice, Buon compleanno Mr. Grape, Dead Man, Donnie Brasco, Paura e delirio a Las Vegas, La nona porta, Chocolat, La vera storia di Jack lo squartatore, la saga di Pirati dei Caraibi, Il mistero di Sleepy Hollow, La fabbrica di cioccolato, Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, Nemico pubblico, Alice in Wonderland, The Tourist e la saga di Animali Fantastici (il cui terzo capitolo non vedrà Depp, al suo posto ci sarà Madd Mikkelsen): questi sono solo alcuni dei tantissimi film che hanno visto protagonista Johnny Depp. L’attore ha chiuso con Hollywood perché “non voglio più lavorare a film che si basano su format, progetti standard con primo atto, secondo atto e terzo atto. Io voglio realizzare pellicole che siano frutto della creatività e che diano al pubblico l’opportunità e la capacità di porsi delle domande e di riflettere“, ha detto l’attore.

Depp è atterrato a Roma per presentare Puffins: la web-serie animata nata come spin-off del film di successo ‘Arctic – Un’avventura glaciale’ a cui ha prestato la sua voce all’uccellino pirata Johnny Puffins. Un progetto italiano dal respiro internazionale, prodotto da Ilbe di Andrea Iervolino e Monika Bacardi. L’attore ha inventato un linguaggio nuovo, che non si esprime a parole ma a suoni e versi. “Quando Andrea e Monika mi hanno presentato questa idea ho pensato a come attirare i bambini e che potesse accendere l’interesse di un neonato. Quindi mi sono chiesto ‘Quali sono quei suoni, quei umori e quelle immagini che possono attirare l’attenzione di un bambino così piccolo? Ho fatto delle ricerche. Ma chi tra di voi è genitore sa benissimo cosa significa passare le notti per far ridere il tuo bambino (e farlo smettere di piangere, ndr)”, ha raccontato Depp.

Ogni episodio di Puffins ha un messaggio sociale. Le storie spaziano da audaci missioni a situazioni legate ai piccoli problemi della vita quotidiana e affrontano in modo adatto ai più piccoli, temi come l’uguaglianza di genere, la lotta contro l’inquinamento e la protezione dell’ambiente. Il tutto senza mai perdere di vista l’obiettivo principale: intrattenere il pubblico con una successione di situazioni assurde e gag esilaranti. “Quando mi sono avvicinato al personaggio di Jack Sparrow, ma vale anche per tutti i personaggi che ho interpretato. Quello che si cerca di fare è trovare le caratteristiche e i tratti del personaggio che più ti attirano e che vuoi cercare di trasferire al pubblico. Questo è capitato anche con il personaggio che doppio in Puffins. Quello che mi è piaciuto di questa idea è che, non avendo un linguaggio, fosse possibile comunicare e avere un influenza positiva su bambini così piccoli con una lingua che non avevano bisogno di conoscere per poterla capire. Attraverso le immagini riuscire a trasferire loro un messaggio positivo guardando la televisione senza la necessità di usare dialoghi perché è la verità della storia stessa che arriva attraverso le immagini. C’è stata data la possibilità di avvicinarci a un pubblico di piccoli a cui nessuno si avvicina”, ha spiegato l’attore.

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Edward, Jack Sparrow, il Cappellaio matto e Puffins: 58 anni ma Depp non abbandona mai il suo spirito fanciullesco. “Voler conservare l’infanzia vale per tutti. È importante conservare il nostro lato bambino. A volte l’infanzia non ti lascia questo senso di sicurezza e lo vai a cercare altrove. Per me è fondamentale continuare a mantenere vivo il cervello, altrimenti finirei in una specie di stanza vuota e buia senza niente“, ha raccontato il divo (ma umilissimo).

Tanti film, tanti premi, tante esperienze di vita ma “il mio modo di approcciarmi ai personaggi non è mai cambiato. Le scelte che io ho fatto all’epoca che ho ritenuto importante fare. La cosa più importante è stato rifiutare alcuni ruoli. I progetti che non ho voluto fare, nonostante gli agenti mi dicessero ‘falle’ solo per soldi, agli Studios mi hanno ingaggiato e pretendevano che io facessi determinate cose, come se non avessero visto quello che io avevo fatto in precedenza. Poi è arrivato Jack Sparrow. Prima di lui io non avevo fatto altro che guardare cartoni con mia figlia piccola. Ma la cosa bella con Sparrow è stata la possibilità di infiltrarmi nel ‘campo nemico’: la Disney. È stata una possibilità lunga vent’anni. Mi sono imposto a Hollywood con film che continuano a durare nel tempo ed è merito del pubblico. Che tu abbia 5, 75 o 95 anni quando guardi un cartone animato credi a quello che succede, c’è la sospensione dell’incredulità e io volevo interpretare un personaggio che fosse da cartone animato perché i parametri erano molto stretti ed io ho cercato di allargarli“.

Durante la masterclass – andata avanti con fatica a causa delle tante interruzioni da parte dei fan – spazio ad alcune domande fatte a Depp da fortunate spettatrici selezionate da Alice nella Città. Alla domanda ‘cosa consiglierebbe a chi vuole fare l’attore o l’attrice?’. La star – una delle più attese della 19esima edizione – ha risposto: “È un mondo in cui c’è poca umanità, spesso si finisce per cadere preda di cose spiacevoli. Nell’imparare il mestiere (anche se non mi piace questo termine) la cosa migliore da fare è eliminare la paura perché non contiene nessuna caratteristica di redenzione. Devi continuare a essere chi sei, a conservare chi sei e quello in cui credi e ad avere i tuoi grandissimi sogni. Quindi, consentire a tutto questo di venir fuori nelle giuste circostanze. E questo a Hollywood non esiste. È bene ascoltare le persone che hanno vissuto queste cose e che hanno vissuto il dolore“.

‘E qual è il personaggio preferito interpretato nel corso della sua carriera?’. “In realtà non si dovrebbe mordere La mano che gli dà da mangiare, ma risponderò alla domanda. Ero arrivato ad avere un contratto di 7 anni con uno show televisivo, ma ho fatto di tutto per farmi cacciare. Addirittura sono accidentalmente finito in prigione. Volevo liberarmi di questo contratto perché avevo la sensazione è che fossi diventato un prodotto e non volevo questo. Alla fine è arrivato il giorno della liberazione. Mi continuavano ad offrire sceneggiature con la stessa formula che io continuavo a fare rifiutare. Alla fine dopo tanto tempo mi arriva la proposta di ‘Cry Baby’ (di John Waters del 1990, ndr) e questo mi ha fatto capire che potevo iniziare a mettere un piede in un terreno solido. E poi è arrivato un altro personaggio che mi ha consentito di mettere entrambi i piedi nel mondo del cinema, ovvero Edward mani di forbice (di Tim Burton del 1990)”.

Alla fine della masterclass, una sorpresa speciale per Johnny Depp. All’attore è stato consegnato il Premio all’attore più amato di sempre. Alice nella Città e le maggiori testate del settore in Italia hanno condotto una statistica sugli interpreti più amati di sempre: 60 milioni di italiani amano. “Sono senza parole, ma l’onore più bello è aver trascorso del tempo con voi. Ringrazio ogni singola persona qui presente per il vostro affetto, amore e supporto. Siete voi che meritate un premio“, ha commentato Depp.

LA MASTERLASS DI JOHNNY DEPP, ECCO ALCUNI MOMENTI DELL’INCONTRO

2021-10-18T08:57:16+02:00