“Siamo a un bivio del nostro rapporto con la Cina e della nostra attività laggiù”. Queste le parole di Steve Simon, amministratore delegato della Women’s Tennis Association (Wta), rilasciate durante un’intervista alla Cnn, sul caso Peng Shuai. La tennista è scomparsa dopo aver denunciato sui social, il 2 novembre, l’aggressione sessuale da parte di Zhang Gaoli, membro del Comitato permanente del Politburo (il principale organo decisionale cinese) ed ex vice premier. Il post stato è stato cancellato circa mezz’ora dopo la sua pubblicazione, e della giocatrice non si è saputo più nulla.
Durante il suo intervento alla Cnn, Simon ha affermato che la Wta è pronta a sospendere dieci eventi sportivi in Cina, con una perdita conseguente per il Paese di decine di migliaia di dollari. Nell’intervista, l’amministratore delegato ha spiegato inoltre che non crede nella veridicità della mail attribuita alla Peng in cui la tennista racconta di stare bene e che le accuse fatte da lei in merito all’abuso sessuale, in realtà sono false.
“Le accuse di stupro sono più importanti degli affari” ha spiegato Steve Simon ribadendo che su questa storia va fatte delle indagini. “Le donne devono essere rispettate e non censurate”, ha aggiunto.
L’attacco del New York Times al Cio
Sul caso Shuai è interventuto anche il New York Times, che attraverso un durissimo editoriale ha attaccato il Comitato Olimpico Internazionale: “In che mondo di fantasia vive il Cio?”, “un’organizzazione con sede in Svizzera che si lascia intimidire dai dittatori fin da Adolf Hitler e i Giochi estivi del 1936”. Poi, il dito puntato contro il presidente del Cio: “Bach usa ogni occasione per affermare che la missione olimpica rappresenta i più alti ideali dell’umanità. Dicono che tutti gli atleti olimpici fanno parte di una famiglia. Peng è stata in quella famiglia nel 2008, 2012 e 2016. È un’idea ammirevole, ma viene messa da parte quando la posta in gioco diventa troppo alta. Incombono i Giochi invernali di Pechino. Bach e il Cio hanno il coraggio di difendere uno di loro e richiamare l’ospite dittatoriale della sua prossima vetrina per uno spaventoso abuso dei diritti umani? La risposta, almeno finora, è no”.
Sulla vicenda di Shuai, una delle più grandi star dello sport cinese, si sta mobilitando il web con l’hashtag #whereispengshuai. Ad intervenire sono state anche Serena Williams, Naomi Osaka e Martina Navratilova.
I am devastated and shocked to hear about the news of my peer, Peng Shuai. I hope she is safe and found as soon as possible. This must be investigated and we must not stay silent. Sending love to her and her family during this incredibly difficult time. #whereispengshuai pic.twitter.com/GZG3zLTSC6
— Serena Williams (@serenawilliams) November 18, 2021
. #WhereIsPengShuai pic.twitter.com/51qcyDtzLq
— NaomiOsaka大坂なおみ (@naomiosaka) November 16, 2021
A very strong stance by WTA- and the correct stance!👏🏻👏🏼👏🏽 pic.twitter.com/Sm35uOoUDZ
— Martina Navratilova (@Martina) November 14, 2021