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Una Femmina, Francesco Costabile e Lina Siciliano: “Il nostro ‘urlo’ alla liberazione delle donne” – VIDEO

Abbiamo incontrato il regista e la protagonista del film, presentato a Berlino 72

L’Aspromonte diventa lo scenario di un horror psicologico. Qui, però, non ci sono effetti speciali, non c’è finzione. I mostri sono veri, sono quelli della ‘Ndrangheta, sono quelli di una Calabria oscura, arcaica che non perdona chi ‘parla troppo’. E allora giù di acido “perché i morti non parlano”. Alla 72esima edizione del Festival di Berlino arriva ‘Una Femmina’, presentato nella sezione ‘Panorama’, l’opera prima di Francesco Costabile. Dal 17 febbraio al cinema con Medusa e liberamente ispirato al libro di inchiesta Fimmine Ribelli – Come le donne salveranno il Paese dalla ‘Ndrangheta di Lirio Abbate, il film racconta la storia di Rosa, interpretata dall’esordiente Lina Siciliano. Tra sangue e vendetta, la ragazza vive con la nonna (Anna Maria De Luca) e lo zio (Fabrizio Ferracane) in una casa sperduta e spettrale. Timida e selvaggia Rosa, con il passare del tempo, capisce che c’è qualcosa di irrisolto che riguarda la morte della madre. E più i ricordi si fanno prepotenti nella sua mente e più la sua rabbia e la sua voglia di ribellarsi, come la mamma, a quel sistema tossico patriarcale e matriarcale aumentano. 

La ribellione delle donne è il punto di partenza, da lì crolla il sistema della ‘Ndrangheta, che fonda il suo potere sulla famiglia, una struttura molto solida patriarcale e matriarcale”, ha raccontato Costabile alla Dire. “Le donne hanno un ruolo centrale in queste famiglie: fanno i figli, portano avanti l’educazione criminale, i codici d’onore nelle nuove generazioni perché gli uomini o vengono ammazzati o arrestati. Quando le donne si sono ribellate – come Lea Garofalo o Maria Concetta Cacciola –  famiglie potenti sono implose. Le donne sono i punti di fragilità che hanno un enorme potenza, se si ribellano loro si sfalda il potere maschile”. Il regista ha poi concluso: “Dedico questo film a tutte le femmine ribelli e a tutte le donne vittime della ‘Ndrangheta. Viva le donne selvagge, viva le donne istintive. 

A interpretare Rosa è Lina Siciliano. Selvaggia, tosta, determinata, libera proprio come la protagonista del film. Per la giovane attrice la recitazione rappresenta libertà e riscatto.

Mi è arrivata una telefonata dalla casa famiglia in cui io sono cresciuta, non avendo possibilità non ho potuto studiare recitazione, ma è sempre stato il mio sogno sin da bambina”, ha raccontato l’attrice alla Dire. “Non pensavo di essere scelta. Poi – ha continuato – mi è arrivata la telefonata che mi ha cambiato la vita: Costabile mi aveva presa. La recitazione è il mio divagare dalla realtà, è stata la mia psicoterapia”.

Ci sono tante come Rosa sia in un contesto arcaico e criminale, come mostra il film, sia in un contesto moderno e non criminale. Tante sono le donne sono alla ricerca del coraggio per ribellarsi, per dire ‘basta’.

Io vorrei dire a queste donne di non mollare. In un primo momento si percepisce la sconfitta. La ribellione, però, sta nel coraggio di emanciparsi. In ognuno di noi abita una piccola Rosa: lei è tosta, determinata, coraggiosa. Questo è tutto ciò che serve per vivere una vita che sia vita, me lo ripeto sempre. Il patriarcato – ha concluso l’attrice –  lo si può sconfiggere solo se ‘urliamo’ alla liberazione, a volte bisogna liberarsi anche da se stessi per riuscirci”.

L’INTERVISTA AL REGISTA FRANCESCO COSTABILE E ALLA PROTAGONISTA LINA SICILIANO

2022-02-15T11:22:44+01:00