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Gabriele Vagnato: “Sogno Kevin Hart e mi prendo sempre la libertà di fare quello che mi piace”

Abbiamo incontrato virtualmente il digital creator a pochi giorni da #Seguimi

Comicità irresistibile, esilarante, tagliente, cinica, originale, brillante e sa sempre esattamente cosa dire senza mai essere superficiale. La sua libertà, il suo essere mai scontato, attento all’attualità e ai giovani, il suo carisma e il suo talento lo hanno portato ad avere un gran numero di fan: quasi 4 milioni di follower su TikTok, oltre 1 milione su Instagram e quasi 800mila iscritti al suo canale YouTube. Lui è Gabriele Vagnato, lo abbiamo incontrato virtualmente a pochi giorni da #Seguimi. L’amatissimo digital creator, lunedì 18 aprile (lunedì dell’Angelo), sarà sul palco insieme ad Andrea Delogu per intrattenere 57mila giovani provenienti da tutta Italia prima dell’incontro con Papa Francesco in piazza San Pietro. Un evento importante e carico di significato: rappresenta il primo incontro del Papa in Vaticano con i ragazzi dopo la lunga sosta dovuta alla pandemia.

 

Il 18 aprile ti vedremo alla conduzione insieme ad Andrea Delogu di #Seguimi: l’incontro tra il Papa Francesco e i  57mila adolescenti provenienti da tutta Italia. Come hai accolto questo nuovo progetto, come ti stai preparando. parlacene.

Male, male. Pure tu mi ricordi che ci saranno 57mila giovani (scherza, ndr). Sono molto gasato, non vedo l’ora. Sono due anni che parliamo con i muri o con poche persone. Avere una piazza così popolata mi rende felice, non solo dal punto di vista lavorato ma anche e soprattutto per le connessioni umane che si creeranno.

Sul palco di #Seguimi non solo ospiti musicali – come Blanco o Matteo Romano ma anche momenti di riflessione. In particolar modo sulla pandemia tra Dad (didattica a distanza) e mancanza di socialità. A te cosa è mancato di più? Secondo te quali sono le conseguenze dell’emergenza sui ragazzi?

Non sono mai stata una persona espansiva, sono molto timido. Quando ero piccolo, mamma mi portava al parco giochi. Lì c’era uno scivolo, sempre pieno. Per salirci bisognava dire il proprio nome a dei bambini, altrimenti non potevo giocare. Sono tornato indietro e ho chiesto a mia mamma se potesse dire il mio nome a quei bambini al posto mio. Nel corso del tempo, ho superato questa cosa. E poi è arrivata la pandemia, avevo 18 anni, e per me è stato devastante. Mi è mancato il contatto umano, l’esperienza, socializzare e vivere. Sicuramente nei giovani, come mi ha spiegato una psicologa, ha creato disturbi ansiosi dell’adattamento, senso di solitudine e incertezza.

Come ci si prepara per salire su un palco del genere?

Eh..bella domanda. Mi immagino Amadeus che prima di salire sul palco di Sanremo fa le prove a casa con sua moglie. Io faccio lo stesso, sarà il giusto modo? Per fortuna vicino a me c’è Andrea Delogu, che abituata a queste platee. 

Pochi lo sanno: quanto e quale lavoro c’è dietro a un video?

C’è molto lavoro creativo. Da tre anni faccio tre video a settimana sul mio canale YouTube (che vanta quasi 800mila iscritti, ndr) Ognuno di questi ha una sceneggiatura perché porto sul piccolo schermo delle gag, dei siparietti. TikTok (il suo canale vanta quasi 4 milioni di follower, ndr) è un trampolino di lancio incredibile che ti dà la possibilità di far sentire la voce, prima era più difficile riuscirci. E poi è incredibile perché tutti hanno TikTok, dai giovanissimi agli anziani. Durante la pandemia il contenuto più lungo (destinato a YT, ndr) era sparito.Ora sta riprendendo piede. La cosa che ho notato è che la gente vuole vedere le esperienze umane, vuole conoscere storie vere. Al momento sto portando avanti su YouTube il formato ‘Giorno di prova’. La prima puntata l’ho fatta con un paparazzo, la seconda con uno che gestisce un banco di pegni e la terza con un dj internazionale dell’Eurovision. La gente è appassionata a queste storie di vita vera. Penso che sia un ritorno alla voglia di normalità.

Ti ferisce quando senti dire ‘ah quindi creare video per il web è un lavoro’?

Non mi ferisce. È giusto che sia così, fa parte del cambio generazionale. Spesso a dirlo sono le persone più adulte e ci sta. Quando ho scoperto il delitto d’onore in Italia ho pensato che la mia generazione non concepirebbe mai una cosa del genere. Per i miei nonni, invece, era normale che nel periodo in cui vivevano accadesse ciò. La novità, ovviamente, spaventa. Sul web ci sono cose belle e cose brutte come in tutte le cose. Però ripeto: TikTok appassiona gli utenti di tutte le età.

Fai tanti video di quello che ti accadeva a 8 anni, come mai ricorre sempre quell’anno?

Perché immagino che la vita inizi a quell’età. Io non mi ricordo qualcosa successa prima degli 8 anni. Quando ero piccolo sognavo di essere grande, avevo sempre questa smania di fare tutto e subito. Con la pandemia ho capito che bisogna andare con più calma e ricordare quello che siamo stati. Quelle che per noi oggi potrebbero essere le cose più scontate a 8 anni ci sembravano incredibili. Questa nostalgia mi fa impazzire perché ricorda alle persone quello che erano.

Cosa non ti piace del presente?

Mi piace dire che mi piace tutto, cerco di apprezzare anche il malessere e il trash…che poi è quello che siamo. Quando ero piccolo mi piaceva imporre la mia verità, poi ho ho scoperto che ci sono tante verità perché siamo tutti diversi. Poi, come direbbe Miss Italia, non mi piace la guerra e la fame nel mondo. Io preferisco osservare tutto e dire che mi piace pensare che domani sarà meglio e sono sicuro di questa cosa. E poi credo che giovani d’oggi possano fare meno errori di quelli commessi da due generazioni fa.

Se la tua vita fosse un film o una serie in quale vorresti vivere?

Io sono amante del cinema e, a volte, mi ritrovo a guardare i film in sala da solo e questo è orribile per il cinema. Ho iniziato a guardare i film ambientati nei college americani, come American Pie. È incredibile come siano riusciti a venderci questo sogno di college in cui ci si diverte e basta. Su TikTok torno ai miei 8 anni però vorrei tornare a 12 per tornare a sognare questi incredibili college in cui non si fa niente tutto il giorno. 

Con quale star del mondo dello sport, o del cinema, o delle serie o della musica – scegli tu – sogneresti di fare un video? puoi volare alto. cosa gli diresti per convincerlo o convincerla?

Punto sull’America che fa più figo, come fanno i trapper. Tu hai mai sentito un trapper che dice ‘vorrei essere come Caparezza’, no! (scherza, ndr). Ti direi Kevin Hart. Lui è riuscito a costruirsi un suo impero dal nulla, facendo quello che gli piace. Lo apprezzo tanto. In Italia, il comico è un po’ il giullare di corte. Il manager del comico qui ha più successo dell’artista, per dirtelo in ‘politicamente corretto’. In America, invece, Hart è considerato una star. Cosa gli direi? Il mio inglese è molto maccheronico ma proverei a convincerlo a fare un video con me fino a pregarlo (ride, ndr).

Ti spaventa di più il successo o la sconfitta?

Penso che mi spaventa di più il successo. Non è semplice gestirlo. Spesso parlo con i miei amici di Catanzaro. Loro, molti sono laureati, sono costretti ad andare a lavorare a un call center per 200 euro al mese perché non c’è nulla di più. Quindi sono consapevole di essere in una posizione privilegiata. Il successo mi spaventa soprattutto mi spaventano quelli che si aspettano sempre qualcosa da me. Io per fortuna ho cercato di placare questa cosa, cerco sempre di fare quello che mi piace e non quello che gli altri si aspettano per forza da me. I numeri dei follower sono una droga e vederli salire ti dà alla testa, però poi devi scegliere tra fare quello che piace a te o fare quello che gli altri vogliono. Se la gente si interessa a te per quello che sei gli piacerà quello che piace a te.

 

2022-04-15T16:36:47+02:00