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L’ultimo esame mi ha portato in una bolla di angosce e paure…

Buongiorno. Sono uno studente universitario che all’inizio dello scorso mese ha dato il suo ultimo esame. Dovrebbe essere un momento liberatorio, qualcosa che mi faccia sentire appagato del traguardo raggiunto, invece mi ha solo portato una bolla di angosce e paure. Avevo imparato a gestire la mia insicurezza, che mi metteva sempre in una posizione […]

Buongiorno. Sono uno studente universitario che all’inizio dello scorso mese ha dato il suo ultimo esame. Dovrebbe essere un momento liberatorio, qualcosa che mi faccia sentire appagato del traguardo raggiunto, invece mi ha solo portato una bolla di angosce e paure. Avevo imparato a gestire la mia insicurezza, che mi metteva sempre in una posizione di angoscia per ogni passo fatto, la mia ansia che da sempre mi porta ad essere nervoso, impaziente, irascibile. Ero riuscito a capire come gestire le emozioni e come comportarmi, anche fuori dal contesto accademico, in modo più conscio e sicuro di me. Tuttavia, durante questo esame il professore è stato così rabbioso (e no, non ho esagerato, sembrava veramente che volesse insultarmi pesantemente) e prepotente che è come se nella mia mente si fosse rotto qualcosa: quel sistema di autodifesa e sicurezza che mi ero costruito. Arrivai al punto che non riuscivo a scrivere perché mi tremavano le mani, non mi usciva la voce per l’ansia, completamente nel panico come mai mi era successo prima. Alla fine dell’esame mi mandò via cacciandomi praticamente, dicendo cose come “io non la voglio più vedere”, ed altre cose riguardanti i miei successi accademici, sminuendoli naturalmente. Mi fece passare con un voto basso seppur, dopo due ore, i miei errori sono stati pochi. A distanza di un mese la sua voce mi rimbalza ancora in testa, spesso anche solo l’idea di vedere quell’uomo mi fa piangere dal nervoso. Non mi hanno colpito tanto le parole, quanto il tono e l’atteggiamento. Da quel giorno, mi sento come regredito, come se tutto il lavoro che ho fatto su me stesso sia stato vano. Non posso parlarne con nessuno in famiglia, non ho molti amici, nessuno così intimo. Sto scrivendo la tesi attualmente e peggioro di giorno in giorno, pensando che non faccio mai abbastanza, nonostante mi ci stia dedicando notte e giorno. Sono tornato insicuro su ogni mio passo ed anche inviare una mail è tornato ad essere un dramma. C’è da dire che in quel periodo avevo due familiari stretti con il covid, per cui fui costretto ad allontanarmi da casa per due o tre settimane, vivendo da solo in una casa concessa da un mio familiare, quindi la percentuale di stress era già abbastanza alta. Ma quell’atteggiamento è stata la goccia che ha spezzato totalmente il fragile equilibrio che mi ero costruito negli anni. Ho abbandonato lo sport perché non avevo più lo stimolo, mi sono lasciato nuovamente andare al cibo che mi ha riportato i kg persi. So che quelle erano solo parole di una persona che -spero- non vedrò più, ma mi sento a terra, perso, di nuovo, in questo vortice di paure. So che dovrei andare da uno psicologo ma purtroppo non lavoro e non ho modo di chiedere soldi per questo tipo di aiuto, non perché non me lo darebbero, ma probabilmente verrei visto con occhi diversi, diciamo così, e non me la sento. Voi cosa mi consigliate? Come posso provare a ritrovare quella parte di me che si era formata? So che non si può rispondere con una sola mail, ma qualche input forse mi aiuterebbe.  Vi ringrazio dell’attenzione, cordiali saluti.

Riccardo


Caro Riccardo,
quell’episodio è stato vissuto per te come una grande umiliazione, dalla tua descrizione è stato proprio di una violenza importante e proprio come un tsunami ha travolto tutta la grande impalcatura di sostegno che nel tempo avevi costruito. Certo hai ragione non devi dare importanza a questa persona che non vedrai più però inevitabilmente devi fare i conti con tutti i frammenti di questo disastro emotivo. Questo episodio è avvenuto anche in un momento in cui già eri provato, con la paura del covid e tutto quello che ne comporta  come ad esempio l’ansia, la perdita, la paura che degeneri, la distanza e la solitudine. Forse vorremmo proprio partire da qui, non essere troppo severo con te stesso, hai chiesto tanto da te in tutti questi anni, e nonostante la fatica sei stato bravissimo a creare delle strategie che ti potessero aiutare e sostenere. Questi ultimi anni hanno messo a dura prova tutti, nessuno escluso, l’impatto psicologico della pandemia è stato importante e forse il crollo è avvenuto anche in funzione di tutta questa pregressa stanchezza. Quindi cerca di darti fiducia, sei stato molto bravo e hai fatto tutto da solo, puoi iniziare di nuovo. Sarà faticoso, farà forse ancora più paura, ma non esitare a mettere te al primo posto. Spesso leggiamo noi stessi solo con gli occhi di un pregiudizio e di un perfezionismo che non esiste. Gli errori sono fondamentali sono quelli che ci fanno scoprire nuove risorse e nuove strade.
Non rinunciare allo sport, alle relazioni, non chiuderti inesorabilmente nel tuo guscio ferito. Così come sarà importante confrontarsi con uno psicologo, puoi recarti presso un consultorio della tua zona, informarti rispetto al bonus psicologo, o anche valutare tutte le diverse possibilità di colloqui online promossi da associazioni specifiche.
Devi ripartire assolutamente da te.
Torna a scriverci se ne avessi bisogno.
Un caro saluto!

2022-06-03T11:44:34+02:00