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A volte saluto, a volte no…

Ho letto la vostra risposta e vi ringrazio molto. In ogni caso, sì, credo che la mia agitazione derivi proprio da questo, dal fatto che “non salutando” gli altri perché non mi guardo intorno possa passare come “lunatica” e quindi come una persona che a volte saluta e a volte no, come se in un […]

Ho letto la vostra risposta e vi ringrazio molto. In ogni caso, sì, credo che la mia agitazione derivi proprio da questo, dal fatto che “non salutando” gli altri perché non mi guardo intorno possa passare come “lunatica” e quindi come una persona che a volte saluta e a volte no, come se in un certo senso me la tirassi. Siccome spesso, soprattutto nell’ultimo periodo, mi è stato detto che sembro una che se la tira, se in un primo momento non ho dato importanza a questo, ora invece mi rendo conto che è come se mi stessi fissando un po’ troppo su questo e il fatto di provare agitazione quando non riesco a guardare con naturalezza la gente che mi sta intorno anche non appena arrivo  in un locale ad esempio, mi fa pensare che sia più esposta ad essere giudicata come “strana”. A volte saluto, a volte no. A volte non vedo sul serio quel qualcuno, altre volte magari noto con la coda dell’occhio, ma magari non saluto perché passo di sfuggita e non so se potrei fermarmi. Ho notato che mi viene più facile salutare una determinata persona X quando magari è da sola, seppur in mezzo alla gente, ma da sola e non con il suo gruppo diciamo.  Se invece come succede alcune volte io per esempio sto camminando e mi sento chiamata, allora lì mi viene più facile avvicinarmi ed avere una normalissima conversazione, la parlantina per fortuna non mi manca, soprattutto se mi sento in una zona di comfort. A volte mi crea ansia il dilemma sul salutare o meno una persona che magari conosco solo di vista, da un lato vorrei, dall’altro lato no, alcune volte è successo di non essere ricambiata e quello per me è stato un motivo per evitare proprio di salutare quella persona da quel momento in poi. Ma questo è un discorso a parte. Quello che vorrei riuscire a fare, anche gradualmente, è semplicemente entrare in un bar in cui ad esempio all’esterno ci son delle persone e riuscire a guardare attentamente chi è lì, in modo che se ci fosse qualcuno che conosco riesca a inquadrarlo e salutarlo, anche al volo, ma semplicemente riuscire a fare questo passo, ecco. 

Stefania


Cara Stefania,
generalmente è difficile per tutti fare l’ingresso in un contesto dove la situazione è già avviata, perchè si è creata un’armonia dentro la quale bisogna in qualche modo entrare, inoltre si è immediatamente al centro dell’attenzione, e questo per alcuni può essere piacevole, per altri imbarazzante. Infatti, non ci sembra che la tua sia una difficoltà relazionale, dal momento che hai amici e dici di avere una “bella parlantina”, ma più il timore di non saper gestire in modo disinvolto l’impatto con molte persone tutte insieme, che sono assorte a fare altro o stanno lì a guardare cosa fai, con rischio che poi ci sia qualcuno che non risponda al tuo slancio. Acquisendo maggiore sicurezza riuscirai a ridimensionare il tutto e a prendere con filosofia una “non risposta” o se qualcuno non ricambia il tuo saluto, immaginando che anche quella persona magari era assorta a fare altro o, in fin dei conti, non è la fine del mondo se non ti ha rivolto lo sguardo. Potresti imparare a ironizzare sia su questo sia sul fatto che sei a tu a volte che non saluti, dicendo che a volte sei proprio distratta e/o hai la testa fra le nuvole e di non farci caso, aggiungendo anche un bel sorrisone. Infine, è bene non generalizzare i comportamenti di pochi o pensare che se qualcuno non ci ha dato la giusta importanza significa che siamo noi a non andare bene, insomma, imparare a circoscrivere, ma è comunque importante  farci una riflessione, magari con pochi accorgimenti ti risulterà tutto più naturale e spontaneo.
Un caro saluto!

2022-06-07T12:01:31+02:00