Quello del cioccolato è un settore che vale quasi due miliardi, con un aumento del 18,5% delle vendite nel 2020. Secondo le stime di JustEat nel 2022 sono stati ordinati oltre 25 mila kg di cioccolato a domicilio. Anche gli italiani sono ottimi consumatori di cioccolato: ogni anno il consumo pro capite si aggira intorno ai 4 kg pro capite, con preferenza per il fondente.

Non solo: in Europa l’Italia è il secondo Paese per produzione di cioccolato con un mercato che si annuncia in crescita almeno fino al 2028. Sta circolando in queste ore una notizia che difficilmente farà piacere agli amanti del cioccolato: uno stop alla produzione che di sicuro sarà accolto con grande dispiacere da una fetta di consumatori.
Fermata la produzione di questa barretta di cioccolato, delusione tra i consumatori
Nestlé infatti ha annunciato l’addio al KitKat V, il KitKat vegano. Si tratta di una scelta di mercato: la famosa azienda svizzera non è più in grado di sostenere la produzione della barretta più amata dai vegani, priva di latticini. All’origine della decisione di Nestlé c’è la dura legge del mercato: la domanda globale di barrette vegane è in calo, addio dunque al KitKat V.
Lanciata nel 2021 su più di 15 mercati europei, la barretta di cioccolato ‘vegan friendly” verrà ritirata dal mercato. Fino all’estate il prodotto sarà ancora disponibile nel Regno Unito e in Irlanda, dopodiché sarà gradualmente eliminato anche oltremanica. Non manca la delusione tra i consumatori, specialmente tra quelli più entusiasti del lancio della barretta vegana da parte di Nestlé.

Inizialmente la commercializzazione di KitKat V aveva ottenuto un riscontro positivo, ma il trend non è riuscito a mantenere un livello di vendite sufficiente per la produzione su larga scala del prodotto. Alcuni osservatori ipotizzano che oltre al calo della domanda – la motivazione ufficiale del ritiro – ci siano altre ragioni dietro la scelta di Nestlé.
C’è chi infatti guarda alla recente campagna di boicottaggio contro le aziende che in un modo o nell’altro supportano Israele, al centro di una polemica furiosa a livello internazionale per quanto accaduto in Palestina dopo il 7 ottobre con la guerra ad Hamas. Negli ultimi mesi anche Nestlé è stata oggetto di boicottaggio e molti consumatori potrebbero aver smesso di acquistare i suoi prodotti.
Tra i prodotti che potrebbero aver fatto le spese della campagna di boicottaggio potrebbe esserci proprio la barretta vegana di Nestlé. Difficile dire se questa ipotesi è fondata o meno. Sta di fatto che il passo indietro della multinazionale dolciaria rappresenta un brutto colpo per il mercato dei dolci vegani. Rimane da vedere se in futuro ci sarà spazio per una nuova versione della barretta in versione vegana o se altre aziende decideranno di coprire la fetta di mercato lasciata sguarnita da Nestlé.