Tra i tennisti italiani più amati e seguiti del circuito c’è senza dubbio Matteo Berrettini. L’azzurro classe 1996 non è più tornato sui livelli che una manciata d’anni fa gli consentirono di arrivare a giocare una finale di Wimbledon, eppure il periodo più negativo sembra ormai alle spalle.

La vittoria di squadra alla Coppa Davis 2024 è stato il punto più alto della sua rinascita dello scorso anno, nonchè momento di ripartenza verso un 2025 nel quale spera gradualmente di tornare ai fasti di un tempo. Di questo ed altro ha parlato lo stesso Berrettini nel corso di un intervento molto interessante al podcast ‘Tintoria’ nel quale ha raccontato anche dell’incontro al Quirinale col presidente Mattarella: “Mi ricordo solo un caldo assurdo, sudore e quella cavolo di cravatta che mi stringeva il collo. E poi le scarpe scomodissime. Ero molto emozionato, così tanto che non mi ricordo assolutamente cosa ho detto in quella sala”.
Una situazione particolare che gli è evidentemente rimasta impressa: “Ero sveglio dalle 6.40 e speravo di trovare un buffet. Invece niente, ci hanno lasciato a stomaco vuoto”.
Berrettini gela i fan: dalla conversione del padre alla questione squalifiche
Durante l’intervista Berrettini ha parlato anche dell’approccio di famiglia al padel, che ha lasciato un segno indelebile: “Ho un padre che si è convertito a questo sport e noi siamo in lutto. È campione italiano over 60 e ne va orgoglioso. Il padel è un incrocio tra il tennis e lo squash. Perché l’hanno messo nella nostra Federazione? Ti do la versione ufficiale: visto che è uno sport in grande crescita aveva bisogno di un aiuto per crescere ancora di più”.

Il classe 1996 è quindi passato anche attraverso le scaramanzie e i videogiochi per poi concentrarsi sull’annosa questione dell’antidoping: “Non è facile convivere con questa cosa. Noi abbiamo un app che dobbiamo sempre tenere accesa e nella quale dobbiamo sempre segnalare dove dormiamo. Questa estate sono stato in Grecia con amici e girando in barca ho dovuto segnalare il molo dove aveva attraccato la barca. Immaginate quando esco con una ragazza. Ho degli stalker che mi seguono e mi chiedono le urine, praticamente”.
Berrettini ha quindi evidenziato come debbano persino guardare mentre la fa “perché altrimenti potrei sostituire le provette”. Una situazione delicata e che di volta in volta va monitorata. Qualora invece non dovessero trovarlo: “Scatta un warning. A tre c’è la squalifica di un anno e mezzo. Immaginate la paranoia quando sei a due….”. L’azzurro ha quindi evidenziato come in un anno ne faccia circa una trentina.