Man mano che passa il tempo i dubbi su Novak Djokovic iniziano ad aumentare in maniera vertiginosa. Il fenomeno serbo è ben lontano dalla sua forma migliore e le 12 vittorie con ben 6 sconfitte di questa prima parte di annata ben sintetizzano la sua situazione.

In quel di Montecarlo è arrivata l’ennesima delusione del 2025 di Nole, che è andato ko contro Alejandro Tabilo, numero 32 al mondo, in due set in maniera secca. Poco da fare per l’ex numero uno al mondo che colleziona quindi ancora un’umiliazione che rappresenta peraltro la terza eliminazione stagionale all’esordio in un torneo dopo Doha e Indian Wells. Le cose proprio non girano per Djokovic, che è apparso nuovamente turbato in conferenza stampa, lì dove ha parlato per soli 90 secondi lasciando trasparire il suo stato d’animo: “Quella di oggi è stata molto simile alla mia peggiore giornata. Speravo che non succedesse, ma c’era un’alta probabilità che giocassi in questo modo, è orribile. È una sensazione orribile giocare in questo modo, e mi spiace per tutte le persone che hanno dovuto assistere a tutto questo”.
Djokovic si conferma quindi ben lontano dalla propria versione migliore, facendo riflettere anche i fan su quello che potrà essere anche il suo futuro. La carta d’identità recita quasi 38 anni (li compirà a maggio) e il kilometraggio inizia ad essere piuttosto elevato. Le voci su un ritiro potenziale si susseguono così come i pareri degli addetti ai lavori.
La strategia di Djokovic sul futuro: l’annuncio è appena arrivato
Sul caso Djokovic è intervenuto Paul Annacone, ex coach di Federer e Sampras, che a ‘Tennis Channel’ ha sciolto ogni dubbio: “Il problema con questi mostri sacri è che fanno notizia solo quando perdono. Novak gioca meno rispetto a prima, e quindi ogni sconfitta sembra un disastro. Ma non lo è. È semplicemente la logica della programmazione. L’obiettivo vero è arrivare al top a Parigi, per il Roland Garros. E poi, ovviamente, Wimbledon”.

Nessun campanello d’allarme secondo Annacone: “Djokovic sa quanto è forte. Non va in panico. Non perde fiducia. L’unica cosa che conta è essere in salute e farsi trovare pronto al momento giusto”.
Ed infine: “Non scommetto mai contro i grandi. E lui è il più grande. Forse non vincerà altri quattro Slam in un anno, ma se c’è, gioca per vincere. Sempre”. L’ex coach di Federer vede quindi in Djokovic ancora un campione in grado di fare la differenza, scacciando, almeno per ora, lo spettro del ritiro.