La battaglia scudetto si è improvvisamente riaperta col passo falso del Napoli contro il Genoa che ha permesso all‘Inter di tornare a -1 in classifica. Due giornate e il verdetto sulla Serie A 2024/25 arriverà, con i nerazzurri che però restano anche focalizzati sulla super sfida di Champions contro il PSG.

Per la magica serata di Monaco di Baviera Inzaghi spera di recuperare quanti più infortunati possibili, per potersi giocare al meglio l’obiettivo più importante della stagione. Tra gli acciaccati di lusso anche Lautaro Martinez, out contro il Torino nell’ultima gara vinta dai nerazzurri, e con l’obiettivo ben preciso di arrivare al meglio contro i parigini.
I tifosi dell’Inter restano quindi in ansia e col fiato sospeso per i problemi fisici del capitano argentino in merito al quale sono anche emersi alcuni retroscena da una vecchia conoscenza del mondo interista.
Nel libro scritto da Luciano Spalletti a quattro mani con il giornalista Giancarlo Dotto è infatti venuto fuori un racconto del tecnico di Certaldo relativo al primissimi Lautaro: “All’inizio del secondo anno arrivò anche un ventenne di sicuro avvenire: Lautaro Martínez, potenza allo stato puro, anche se ancora molto lontano dal livelli di oggi. Di lui mi aveva parlato benissimo Néstor Sensini, mio capitano ai tempi dell’Udinese. Fu molto abile il direttore sportivo Piero Ausilio a portarlo a casa sfilandolo con destrezza all’Atlético Madrid”.
Spalletti si è quindi soffermato sul valore dell’argentino: “Il soprannome, “Toro”, riassume alla perfezione le doti di Lautaro: ogni volta che riceve un pallone allarga le narici e punta la porta, come se vedesse la muleta, il drappo rosso del torero”.
Inter, Spalletti confessa tutto: “Problemi col padre di Lautaro”
Sin dai primi tempi della sua avventura all’Inter, Lautaro pare quindi aver lasciato intravedere l’enorme valore e potenziale che sarebbe poi esploso negli anni successivi.

Nel suo racconto Spalletti parla però anche di alcune problematiche: “Non ebbi problemi con lui, ma li ebbi con suo padre quando si lasciò andare a un tweet molto “colorito” nei miei confronti dopo una partita di Champions. Io non do peso a certe cose, ma spiegai a Lautaro che suo padre, attaccandomi pubblicamente, non si rendeva conto di danneggiare l’immagine e la carriera del figlio, oltre che lo spogliatoio”.
Spalletti ha quindi evidenziato come in Europa, per diventare un top player, bisogna dimostrare di saper gestire se stessi e “chi ti sta vicino, perché i grandi club non sono disposti ad avere a che fare con situazioni imbarazzanti. Conclusi dicendogli, per motivarlo, che non era un bambino che va tenuto per mano, come invece l’aveva fatto passare il suo babbo”.