Cala il sipario a Roma, tutto chiuso dopo oltre mezzo secolo: è addio

Titoli di coda su una storica realtà che ha fatto la storia della Capitale in oltre mezzo secolo di vita. Ecco cosa è successo.

Per oltre mezzo secolo è stato un punto di riferimento a Roma. Ma adesso ha chiuso definitivamente i battenti una realtà che ha lasciato un segno profondo nella vita della Città eterna. Non si tratta semplicemente di un’attività che si esaurisce, ma di una storia che si interrompe.

Si consuma una sorta di fine d’epoca col tramonto di un simbolo della romanità che ha dimostrato negli anni di sapere coniugare innovazione e autenticità, entrando a far parte dell’identità cittadina. Cala dunque il sipario su questo spazio diventato una sorta di istituzione e l’auspicio è che la sua eredità sia in grado di ispirare altre iniziative in grado di tenere viva l’anima della Capitale.

Pantheon
Cala il sipario a Roma, tutto chiuso dopo oltre mezzo secolo: è addio – Diregiovani.it

Parliamo di una chiusura che va oltre la perdita per il panorama gastronomico. Questo spazio è un pezzo della storia di Roma, ha assistito all’avvicendamento tra generazioni di avventori ha rappresentato qualcosa di ben superiore a un semplice luogo di consumo: una specie di rituale, un momento di scoperta  e condivisione.

Roma, lo storico locale chiude dopo oltre mezzo secolo di attività

Dopo 60 anni di attività, lo scorso 10 maggio ha chiuso La Rosetta, il più storico ristorante di pesce di Roma. Lo ha annunciato Massimo Riccioli, chef e titolare del ristorante situato al Pantheon, nel cuore della Capitale. Cala il sipario su un locale che ha segnato la storia gastronomica di Roma. Da La Rosetta sono passati in tanti: personaggi della politica e dello spettacolo, semplici turisti.

La Rosetta è stata il primo ristorante di pesce “di lusso”. La formula oggi appare ovvia, ma al tempo era all’avanguardia: associare pesce fresco – anche crudo, un tempo non di moda – e vini di grande qualità. «Nel centro storico, ormai, non si può più lavorare», spiega con amarezza lo chef Riccioli a CiboToday.

Il portale Roma.it punta il dito sul fenomeno dell’overtourism: l’iperturismo, il turismo di massa che diventa insostenibile quando raggiunge una “massa critica” tale da superare di gran lunga le capacità di accoglienza di un territorio. Già prima della pandemia (che pure ha bloccato per due anni il ristorante) si erano visti segnali preoccupanti in tal senso, spiega Riccioli. 

Anche prima dell’irruzione del Covid, infatti, «il turismo aveva già iniziato a cambiare, prendendo una piega più effimera e mordi e fuggi». Le grosse comitive che seguono tragitti predefiniti si limitano perlopiù a guardare le bellezze di Roma e non si preoccupano di consumare e meno che meno di tenere pulito il posto. In queste condizioni lavorare diventa difficile.

Il problema si è aggravato con la diffusione sempre più massiccia dello street food, fa notare il titolare de La Rosetta: «Il problema del cibo da strada è che si consuma appunto per strada, con tanti incivili che poi a terra ci lasciano bottiglie, cartacce e monnezza di ogni tipo».

«Ormai da queste parti è solo un via vai del genere, per non parlare di chi si ubriaca la sera e dei clienti che poi giustamente non hanno piacere a cenare a due passi dai secchioni strapieni. Col rischio tra l’altro dei gabbiani che quasi li attaccano, tipo Gli uccelli di Hitchcock». Il risultato è una perdita che impoverisce tutta Roma, non solo i clienti del locale.

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