Un tempo la presenza della radio in macchina era qualcosa di scontato. Non solo colonna sonora e compagnia durante il viaggio, la radio era – ed è – anche fonte costante di informazioni utili, a volte preziose, per chi si sposta a bordo delle quattro ruote. Adesso però la radio in auto rischia di diventare un ricordo del passato.
L’allarme arriva da Massimiliano Capitanio, commissario di Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che ha denunciato un fatto preoccupante che tutti gli automobilisti: sono sempre meno le auto – specialmente i veicoli elettrici – prodotte con un modulo radio integrato. Non solo in analogico (FM), ma anche in digitale (FB). La tendenza è quella di produrre auto con porte USB e connessioni Bluetooth destinate a smartphone e tablet.

Un passo avanti verso un futuro di modernità popolato solo da auto smart connesse alla rete, si potrebbe pensare un po’ frettolosamente. Il punto è che una scelta come questa ha delle ricadute piuttosto significative. In gioco non c’è soltanto la perdita di un mezzo di intrattenimento. Togliere la radio dalle macchine significa compromettere l’accesso a un’informazione pubblica, gratuita e universale.
Verso un futuro di auto smart connesse, ma senza la radio?
Non si tratta di lanciarsi in una sorta di operazione nostalgia né di rimpiangere i bei tempi andati. Ancora oggi la radio è uno dei mezzi di comunicazione più democratici. Non ha bisogno di connessione internet, funziona anche in occasione di emergenze e calamità. Ma non solo: la radio è garanzia di un flusso costante di notizie, aggiorna sul traffico e sulle allerte meteo.
Eliminare la radio dall’auto vuol dire isolare moltissimi cittadini da una delle fonti più dirette e immediate di informazione, specialmente nel corso del viaggio. È una questione sociale e culturale. Non tutti i cittadini hanno la possibilità di accedere ai dati mobili illimitati. Né si può dare per scontato che tutti sappiano utilizzare le app o le piattaforme digitali mentre sono al volante. Ma soprattutto non è ammissibile che tutti dipendano dagli smartphone per qualunque cosa.

La radio rimane uno dei pochi media locali che possono contare su una diffusione capillare e capace di informare in tempo reale su traffico, incidenti, deviazioni e altre notizie di rilevanza nazionale e regionale. Levare le radio dalle automobili comporta necessariamente la riduzione del presidio informativo sul territorio (spesso e volentieri già in sofferenza a causa dei tagli all’informazione locale).
Quella che si presenta come la fine di un’era rischia di lasciare indietro milioni di cittadini in nome di una spinta indiscriminata all’innovazione tecnologica.