I tanti truffatori della rete una ne fanno cento ne pensano. I tipi di truffa variano, ma le leve psicologiche azionate dai truffatori sono sempre le stesse. I turlupinatori del web provano a terrorizzarci con la paura di una perdita imminente o con il desiderio di un guadagno facile, a portata di mano. La truffa del pacco non ordinato rientra nel secondo tipo di “arsenale”. In inglese si chiama “brushing”. Indica l’azione dello spazzolare (o spazzare).
Com’è facile intuire, a essere “spazzolato” è il nostro conto corrente. I truffatori sono molto abili a usare un giochetto molto convincente che sfrutta la credibilità di marchi popolari come Amazon. Può capitare infatti di ricevere un SMS sul telefonino o un messaggio sui social dove ci viene proposto un pacco mai ordinato. O anche decine di pacchi Amazon che non sono mai stati ritirati da altri clienti.

Il messaggio sembra provenire da Amazon. Ma ovviamente Amazon non c’entra nulla. A inviarcelo sono stati i truffatori. La proposta è allettante: ci viene detto che pagando soltanto due o tre euro avremo la possibilità di ricevere pacchi Amazon che nessuno ha mai ritirato. Un’offerta allettante. Ma serve soltanto ad alimentare il nostro desiderio di fare un affare a prezzi stracciati. La realtà è che si tratta dell’ennesima truffa online. Ecco come funziona.
Truffa del pacco non ordinato, come funziona
L’offerta, lo abbiamo detto, ha tutto per farsi desiderare. I truffatori ci invitano a riscattare pacchi con una spesa di pochi euro. E come? Seguendo il link che ci verrà indicato che, naturalmente, non ci indirizzerà sul sito ufficiale di Amazon ma su un sito clone del famoso portale di e-commerce. Qui l’utente si vedrà chiedere il versamento della piccola cifra per sbloccare l’intero bancale di prodotti mai ritirati da nessuno,
Trattandosi di pochi euro in molti pensano che il gioco valga tutto sommato la candela. Peccato solo che nel momento in cui dovessimo inserire i nostri dati bancari i malfattori si attiveranno rapidamente per “spazzolare” il nostro conto. In pochi istanti i truffatori provvederanno a dare una bella “ripulita” dandoci il benvenuto nel mondo del “brushing”.

Un’altra versione di questa truffa consiste nel rubare i dati personali degli utenti per simulare finte vendite. I truffatori inviano scatole vuote o pacchi pieni di cose di nessun valore (calzini usati, stracci, petali di fiori). Dopo aver inviato il pacco sono sempre i truffatori a lasciare una recensione spacciandosi per chi ha acquistato l’articolo. In questo modo generano traffico e fanno aumentare la valutazione del venditore e con essa la probabilità che i suoi articoli appaiano in cima ai risultati della piattaforme di e-commerce.
Anche un simile stratagemma – che potrebbe sembrare un trucchetto tutto sommato innocuo anche se poco ortodosso per aumentare la visibilità dei venditori di e-commerce – in realtà può rivelarsi molto pericoloso. Il venditore infatti è in tutto per tutto un truffatore. E questo non soltanto perché pubblica finte recensioni, ma soprattutto perché è entrato in possesso dei nostri dati personali e potrebbe utilizzarli in altre losche attività.