Si dice spesso che i colossi hanno i piedi d’argilla. È anche il caso del colosso mondiale dell’e-commerce ovvero Amazon? I dipendenti della società di Jeff Bezos hanno ricevuto un messaggio chiaro che non si presta a fraintendimenti. Non si tratta di un’ipotesi ma di un avviso formale. La firma sulla comunicazione è quella di Andy Jassy, Ceo del gigante di Seattle.
Tempo di cambiamenti per Amazon che con passi decisi si apprestare a portare avanti un passo importante per quanto riguarda la sua riorganizzazione interna. Non parliamo di un semplice promemoria o di una mai motivazionale. L’avviso è destinato ad avere ricadute pesanti sulla vita di migliaia di persone. Nuove priorità per Amazon, in linea con obiettivi come efficienza, agilità e innovazione.

L’avviso non lascia spazio a interpretazioni. Per il gruppo è un momento di svolta e chi non sarà in grado di assecondare i cambiamenti richiesti dall’azienda dovrà dire addio. In questo senso l’avvertimento di Amazon ha il sapore di un addio preventivo.
Amazon, arriva l’avviso che annuncia l’addio
Amazon ha inviato un avviso formale: nei prossimo mesi l’azienda – un milione e mezzo di dipendenti sparsi in tutto il pianeta – taglierà personale. Il motivo? Semplicemente la maggior velocità, efficienza e convenienza economica dell’intelligenza artificiale. A firmare la dichiarazione è stato Andy Jassy, Ceo di Amazon. È arrivato dunque l’annuncio tanto temuto.
L’AI non è più soltanto uno strumento di supporto del lavoro. Diventa un fattore di sostituzione dei lavoratori. Amazon vuole usare l’intelligenza artificiale per lavorare di più ma con me meno personale. I primi candidati al taglio sono gli impiegati che lavorano dietro una scrivania, analizzando dati e scrivendo mail, organizzando le vendite o assistendo clienti.

Una parte di quei compiti verrà delegata a un agente conversazionale (posto che non lo faccia già). La comunicazione interna inviata il 17 giugno ai dipendenti parla chiaro: «Nei prossimi anni prevediamo una riduzione della nostra forza lavoro corporate, grazie ai guadagni di efficienza ottenuti con l’uso intensivo dell’intelligenza artificiale».
L’annuncio dei tagli arriva dopo gli oltre 27 mila licenziamenti del 2022. Tra gennaio e maggio di quest’anno Amazon ha eliminato altre 300 posizioni. E i tagli sembrano essere appena cominciati. L’accelerazione nei licenziamenti si deve all’AI generativa. Ovvero a quei sistemi intelligenti in grado di eseguire compiti complessi in autonomia, sfruttando modelli linguistici come GPT, Claude o Gemini.
Questi sistemi sono in grado di interagire in modo da pianificare, decidere e agire. I sistemi di AI generativa non si limitano a produrre testi o risposte. Ricevute le istruzioni, riescono a comprenderle e a attivarsi per agire di conseguenza.