Paul Pogba ha attraversato anni decisamente bui tra infortuni, pochissimo calcio giocato ed una vicenda doping che gli ha tagliato le gambe proprio quando stava provando a lottare per rientrare.

L’ex centrocampista della Juventus ora punta a voltare pagina e dopo la fine della sospensione si accinge finalmente a ritrovare squadra per riprendere in mano una carriera che per potenzialità avrebbe sicuramente potuto restituire alla storia del calcio molto di più di quanto poi effettivamente fatto.
Pogba ripartirà proprio dalla Francia e nello specifico dal Monaco, club con cui si appresta a riallacciare gli scarpini per calcare campi importanti dopo tanta astinenza. Un’assenza prolungata non solo dagli infortuni, ma anche da quella sospensione per doping che gli ha stroncato questa fase di vita sportiva.
Tante le ombre dell’ultima versione di Pogba, raccontate dallo stesso calciatore a cuore aperto a ‘Sept à Huit su TF1’ a partire dal tentativo di estorsione che ha coinvolto il fratello Mathias, che pure gli ha stravolto la vita: “Sono cose tristi. Hai delle persone nel tuo cuore, tra virgolette dei fratelli, perché è così che ci chiamiamo tutti quando cresciamo insieme nel quartiere. Questo è ciò che mi rattrista di più, perché non puoi immaginare questo”.
Ed ancora: “Abbiamo parlato tra noi, con la famiglia. Il legame del sangue è il legame del sangue. Solo il tempo ci darà delle risposte. È difficile, non è lo stesso di prima”.
Pogba confessa tutto: “Ero in guerra contro l’antidoping, non contro la Juventus”
Sulla fase calante della carriera di Pogba, oltre ai tantissimi problemi fisici, ha inciso la sospensione per doping ai tempi della sua seconda esperienza alla Juventus.

A tal proposito il classe 1993 transalpino ha ammesso: “Credevo di essere in guerra contro l’antidoping, non contro la Juventus“. E poi ancora: “Ho chiesto alla società la possibilità di fare massaggi e avere un preparatore atletico, ma non mi è stato concesso. Ne avevo diritto, facevo sempre parte della squadra. Non sono stati troppo gentili con me, non mi hanno sostenuto e sono rimasto colpito, non ne ho capito il motivo”.
Una mazzata dietro l’altra per il centrocampista francese che si è sentito impotente in una fase così delicata della propria vita e carriera: “Mi dissero che avrei smesso con il calcio. Quattro anni in un colpo senza che mi ascoltassero… Ho dovuto lasciare l’Italia, non potevo continuare a portare i miei figli a scuola passando ogni giorno davanti allo stadio e al centro di allenamento. Era troppo difficile”.
Ora però è tutto alle spalle e il Monaco lo aspetta per provare a riprendere in mano la sua carriera.