NASpI, se trovi un nuovo lavoro continui lo stesso a percepirla: cosa devi sapere

Se il lavoratore disoccupato trova un'altra occupazione perde il diritto a ricevere la Naspi? Non è detto, ecco quello che c'è da sapere.

Naspi è l’acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Si tratta dell’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori subordinato che hanno perso il lavoro in maniera involontaria. A gestire la Naspi, uno strumento chiave nel sistema di protezione sociale italiano, è l’INPS. Lo scopo di questo sostegno economico su base mensile è quello di garantire la continuità del reddito anche quando il lavoratore è disoccupato.

Sono previsti dei requisiti per accedere alla Naspi: il lavoratore deve essere disoccupato e aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti la cessazione del rapporto di lavoro. Il lavoratore deve anche dichiararsi disponibile a intraprendere nuove occupazioni e misure di politiche attive. Salvo eccezioni – come la giusta causa o situazioni di maternità tutelata – non hanno diritto alla Naspi i lavoratori che si sono dimessi volontariamente.

Giovane firma contratto Naspi
NASpI, se trovi un nuovo lavoro continui lo stesso a percepirla: ecco cosa devi sapere – Diregiovani.it

La Naspi va chiesta sul sito dell’INPS a partire dal giorno successivo alla fine del rapporto lavorativo (e comunque non oltre 68 giorni da questa data). La durata della Naspi dipende dai contributi versati. L’INPS la eroga per un numero di settimane corrispondente alla metà delle settimane contributive maturate nei 4 anni precedenti, comunque fino a un massimo di 24 mesi. Ma si può continuare a percepire la Naspi quando troviamo un nuovo lavoro?

Naspi, ecco quando si continua a percepire anche dopo aver trovato un nuovo lavoro

Quando si trova un nuovo lavoro si perde automaticamente la Naspi? L’automatismo non è così scontato. In alcuni casi la Naspi non decade e si continua a percepire anche con il nuovo lavoro. A spiegarlo è Sabrina Grazini, esperta consulente del lavoro.

Un primo caso in cui non si perde la Naspi è quello di un’assunzione con contratto a tempo determinato, della durata di 6 mesi o anche meno. In questo non c’è la decadenza ma solo la sospensione della Naspi (che decade invece se il rapporto di lavoro supera i 6 mesi).

 

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Un secondo in cui la Naspi continua a essere percepita è quello del contratto a chiamata. Il percettore della Naspi continuerà a percepire l’indennità nei giorni in cui non presta la sua attività lavorativa. Esistono ancora altri due casi in cui il lavoratore continua a percepire la Naspi anche nei giorni di lavoro. Si tratta dello stage extracurricolare e della prestazione occasionale, con un limite di 5 mila euro annui.

Né uno né l’altra infatti sono prestazioni di lavoro subordinato. Ma nemmeno rientrano in un’attività di lavoro autonomo. Pertanto non si sostituiscono alla Naspi, che continua a essere percepita fino all’esaurimento o fino al momento in cui il percettore dell’indennità non trova un’altra occupazione.

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