Molti lavoratori potrebbero ricevere un aumento in busta paga: un bonus aggiuntivo di circa 150 euro lordi. Una mossa che aggiunge liquidità direttamente nel cedolino e coinvolgerà una significativa platea di lavoratori dipendenti. Il governo ha messo sul tavolo circa 240 milioni di euro per questo intervento che mira a dare un segnale concreto in un momento dove far quadrare i conti continua a essere un esercizio difficile.
Questa misura rappresenta perciò una tempestiva immissione di risorse nel sistema retributivo. Il bonus una tantum da circa 150 euro equivale a un gesto di attenzione nei confronti di categorie che da tempo aspettano riconoscimenti concreti. L’importo di questa liquidità aggiuntiva in busta paga, ancorché limitato, potrà alleggerire temporaneamente le spese quotidiane.

Insomma, una boccata d’ossigeno in un tempo sempre contrassegnato da rincari generalizzati dei prezzi. Rimane da capire se questo provvedimento – se andrà in porto – sarà solo il primo passo verso una serie di misure strutturali in grado di impattare stabilmente sulla busta paga. Ecco chi potrebbe avere l’importo aggiuntivo a partire dalle prossime mensilità.
Bonus di circa 150 euro in busta paga, a chi spetta l’aumento
Per sbloccare uno stallo nelle trattative per il rinnovo del contratto scuola che dura già da diversi mesi – l’accordo è scaduto da quasi due anni – il Ministero dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha proposto un bonus una tantum da 145 euro lordi. destinato a una platea di 1,2 milioni di lavoratori del settore scolastico, tra docenti e personale ATA.
La cifra proposta dal Ministro Valditara va ad affiancarsi ai già previsti aumenti mensili. La proposta precede l’incontro fissato con le parti sociali il prossimo 24 settembre. Sul tavolo della trattativa con i sindacati Valditara ha messo 240 milioni di euro trovati nel bilancio ministeriale e stanziati con l’ultimo Decreto Scuola. Risorse che si tradurranno in un pagamento una tantum pari a circa 145 euro lordi.

Il bonus riguarderà, come detto, 1,2 milioni di lavoratori del comparto scuola, 850 mila dei quali docenti. I 240 milioni di euro stanziati vanno ad aggiungersi allo stanziamento di 3 miliardi già previsto dalle precedenti manovra di bilancio. Aran – l’agenzia che rappresenta il governo nei negoziati per il rinnovo del contratto – ha già fatto i calcoli lo scorso marzo, quando è partito il tavolo con i sindacati.
Ci sono rilevanti differenze tra le figure professionali del settore scolastico. Per il personale ATA e delle università (professori esclusi) si è calcolato un aumento pari a 142 euro lordi mensili. L’aumento per gli insegnanti dovrebbe aggirarsi intorno ai 150 euro, incrementando fino a 174 euro per il settore dell’alta formazione artistica e musicale (Afam) e a 211 euro per i lavoratori degli enti di ricerca.

