Il circuito di tennis prosegue senza sosta e anche questa settimana va in scena il torneo di Pechino, partite di rilievo e molto interessanti. In queste ore si è disputata la finale di Chengdu ma occhio anche ai prossimi tornei e vedremo finalmente il ritorno in campo di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Chi invece non sarà presente in questi tornei è il campione serbo Novak Djokovic.

La carriera del tennista di Belgrado è stata sicuramente leggendaria, una serie di incredibile record tra titoli del Grande Slam e settimane in vetta alla classifica e lo scorso anno Nole ha vinto anche il titolo relativo all’oro olimpico, numeri eccezionali e un tennista che sicuramente non sarà mai dimenticato, anzi. Ora però siamo tutti consapevoli che manca sempre meno alla fine della sua carriera.
C’è chi dice che Djokovic si ritirerà direttamente dopo gli Australian Open, lo Slam che ha vinto di più e chi invece parla di altri tornei. Il fenomeno serbo insomma è chiamato a scrivere la storia, magari un’ultima volta ma nelle ultime ore sono tornate in auge dichiarazioni relative al campione, stavolta dichiarazioni del suo ex coach, l’ex numero uno al mondo Andy Murray.
Svolta Djokovic, parole nette sull’addio
C’era grande curiosità riguardo la collaborazione tra Novak Djokovic ed Andy Murray con il britannico, grande rivale di Djokovic ed in generale dei Big Three che ha allenato per qualche mese Djokovic. Alla fine la loro storia coach giocatore è durata pochissimo e Murray più volte ha parlato di questa particolare situazione. Il britannico ne ha parlato ai microfoni del Sunday Times ed ha spiegato cosi il suo punto di vista:

“Inizialmente mi è piaciuta molto come esperienza, ma i risultati non erano quelli che entrambi ci aspettavamo. Sono contento – ad ogni modo – di aver fatto questa esperienza, è stata un’esperienza ed un’opportunità unica e se avessi rifiutato sicuramente me ne sarei pentito” ha spiegato cosi Sir Andy.
Allo stesso tempo Murray ha provato a chiarire anche le ragioni per cui si è arrivati a questo addio ed il britannico ha concluso cosi: “E’ stato affascinante trascorrere del tempo con uno come Nole, uno dei miei più grandi rivali e con uno dei più grandi di tutti i tempi. Allo stesso tempo però sono convinto che, se vuoi fare un buon lavoro come allenatore, devi trascorrere molto tempo con il giocatore e questo è difficile quando non vive vicino a te”.

