Si fa presto a dire “casa, dolce casa”. Purtroppo la cruda realtà dei fatti porta se non a smentire quantomeno a limare parecchio l’illusione di credere che la nostra abitazione sia un luogo dove siamo al riparo da ogni pericolo. Non è così e lo mostra il numero sorprendentemente elevato degli incidenti domestici.
Secondo le stime del Ministero della salute, ogni anno si verificano circa quattro milioni di incidenti domestici in Italia. Le fasce più a rischio sono le più giovani e le più anziane della società: i bimbi in età pediatrica e gli over 65. Le insidie più grandi vengono dal pericolo di una caduta (in oltre la metà dei casi), dal taglio, dall’urto e dallo schiacciamento.

Da non sottovalutare anche gli incidenti dovuti a ustioni termiche o chimiche. Il posto dove avvengono più incidenti casalinghi è la cucina, dove rischiamo di procurarci ferite da taglio con utensili come i coltelli, per non parlare del pericolo di contusioni e ustioni. Ma c’è anche un altro rischio meno conosciuto che riguarda il legame tra alcuni utensili e le sostanze tossiche.
Gli utensili che usiamo ogni giorno e che possono nascondere un potenziale pericolo
Il gastroenterologo Saurabh Sethi, che su TikTok ha un seguito di oltre mezzo milione di utenti, di recente ha pubblicato un video – diventato presto virale – nel quale mette in guardia contro il pericolo che oggetti di uso quotidiano possano rilasciare sostanze tossiche in grado di interferire con l’equilibrio ormonale e perfino di favorire l’insorgenza di malattie croniche, nei casi più gravi.
Stiamo parlando di utensili come i taglieri di plastica. I graffi rilasciati dai coltelli rilasciano minuscole particelle invisibili destinate a finire negli alimenti. Sono le ormai note microplastiche. Stando a una ricerca dell’Università di Newcastle ogni persona ingerisce mediamente 5 grammi di plastica a settimana. Più o meno come ingoiarsi una carta di credito.

Le microplastiche possono interferire con gli ormoni e alterare il metabolismo, fino a favorire stati infiammatori e lo sviluppo di malattie croniche. Un altro utensile a rischio è la padella antiaderente, specialmente quando il rivestimento è usurato. Nelle padelle antiaderenti troviamo spesso la presenza dei famigerati PFAS, sostanze chimiche “eterne” che persistono nell’ambiente e nell’organismo senza degradarsi.
In particolare le padelle più vecchie possono contenere il PFOA, una sostanza classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come potenzialmente cancerogena. Le padelle moderne sono prive di PFOA, ma possono comunque rilasciare particelle microscopiche in caso di graffiature. Il consiglio di Sethi è quello di usare taglieri in legno o bambù e di ridurre l’uso di padelle antiaderenti rovinate orientandosi verso alternative più sicure come le padelle in acciaio inox, ghisa o ceramica pura, senza rivestimenti sintetici.

