Secondo qualcuno, sarebbe stata solo una questione di tempo. Del resto, dopo tre mesi abbondanti di inattività, conseguenza del patteggiamento del campione con la WADA per il caso Clostebol, forse sarebbe stato lecito attendersi un crollo fisico.

I segnali erano già arrivati proprio agli Internazionali d’Italia, primo torneo disputato da Jannik Sinner dopo lo stop, ma in quel caso le precarie condizioni fisiche lamentate nel secondo set non avevano fatto notizia, considerando la battaglia a suon di colpi contro Carlos Alcaraz in un primo set massacrante.
Poi c’è stato il logorio del Roland Garros (5 ore e mezza in campo con l’aggravante dell’enorme rimpianto per non aver sfruttato tre match-point consecutivi) a cui è seguito, parecchie settimane dopo, il virus contratto in quel di Cincinnati, prima della finale contro il solito rivale, che ha incassato la vittoria grazie al ritiro del campione azzurro.
Reduce dalle buone prestazioni di Pechino, dove ha vinto il torneo che nel 2023 rappresentò il punto di partenza di una scalata inarrestabile verso la vetta del ranking mondiale, l’allievo di Simone Vagnozzi è crollato a Shanghai. Vittima di un caldo torrido e di un’umidità fuori controllo.
Col ritiro, nel bel mezzo del terzo set, al cospetto di Tallon Griekspoor – battuto in tutti e sei i precedenti – Jannik ha dato anche virtualmente l’addio alla rincorsa per il primo posto nella classifica ATP: una missione che già si preannunciava complicata a causa dei 1500 punti da difendere nelle ATP Finals di fine anno contro i soli 200 del giocatore spagnolo che lo ha scalzato dal trono grazie alla vittoria nell’ultimo atto di New York.
Ma cosa succede ora, dopo aver preso atto di una stanchezza e fisica che ha letteralmente messo ko il tennista in Cina? I tifosi si interrogano.
Sinner ko, la versione di Bertolucci: lo scenario
Sul ritiro dell’ex numero uno del mondo nella conca dell’impianto di Shanghai si è espresso, sul quotidiano ‘La Repubblica‘, una vecchia gloria del tennis italiano, che ha avuto anche il privilegio di commentare in diretta, ai microfoni di Sky Sport, il confronto tra l’azzurro e l’olandese sul cemento cinese.

“Sono solo crampi. Dolorosi, ma non gravi. Ed è anche normale per chi fa sport, figuriamoci in quelle situazioni estreme. A Shanghai c’è il 90% di umidità, c’è il tetto, le temperature sono altissime, ci sono stati malori per il caldo asfissiante, molte lamentele, giocatori che dicevano di non vedere la palla, che hanno pensato di morire, come nel caso di Rune. Per non parlare della crisi avuta anche da Djokovic“, ha detto Paolo Bertolucci al quotidiano.
Quel che è certo è che ora il giocatore, assieme al suo staff, è chiamato ad interrogarsi sui prossimi imminenti impegni in calendario. Anche per una questione di milionari contratti già firmati, appare difficile che Jannik rinunci all’esibizione del ‘Six Kings Slam‘ in programma dal 15 al 18 ottobre a Riyadh.
Si starebbe però facendo incerta la partecipazione all’ATP 500 di Vienna (che porterebbe punti freschi al fuoriclasse, assente nel 2024) ma soprattutto la presenza all’ATP Masters 1000 di Parigi-Bercy, troppo a ridosso del grande evento di fine anno rappresentato dalle citate Finals.
Per concludere poi, resta ancora in forte dubbio la presenza di Sinner per le Final Eight di Coppa Davis, in programma a Bologna dal 18 al 23 novembre prossimi.

