Quando si tratta di tasse e fisco si sa che è bene andare con i piedi di piombo. Non si naviga senza rischio nel mondo dei reati tributari. Un reato tributario può essere definito una grave violazione della legislazione fiscale relativa al pagamento delle tasse e degli obblighi fiscali imposti dallo Stato. E in alcuni casi potrebbe andarci di mezzo anche la prima casa.
Non corrisponde infatti a verità la convinzione diffusa che porta a credere a una assoluta inviolabilità della prima casa. È bene che i contribuenti sappiano che in caso di gravi violazioni della legislazione fiscale come i reati tributari la mera proprietà dell’abitazione non garantisce in automatico di trovarsi in una sorta di “zona franca”.

Quando parliamo di reati tributari il responsabile può essere identificato in una persona fisica o giuridica. La tipologia dei reati tributari prevista dall’ordinamento italiana è piuttosto ampia. A disciplinarla è il Decreto Legislativo n. 74 del 2000, noto come “Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”
Quando lo Stato può sequestrare la prima casa a chi non paga le tasse
In linea generale i reati tributari sono sempre gravi violazioni. Di conseguenza possono comportare pene molto severe, per non parlare delle misure cautelari personali e patrimoniali fino alla confisca. Una recente sentenza della Corte di Cassazione – la n. 34484 del 22 ottobre 2025 – ha stabilito la legittimità del sequestro preventivo anche sulla casa di abitazione dell’indagato per reati tributari.
Il sequestro è legittimo anche se si tratta della “prima casa” oppure di un immobile cointestato con il coniuge. La decisione degli ermellini nasce da un procedimento del Tribunale di Rovigo e riguarda una dichiarazione fraudolenta attraverso falsa fatturazione. Rischia particolarmente dunque chi emette fatture false o gonfiate per ridurre le imposte dovute allo Stato.

L’indagato contestava il sequestro di beni intestati a terzi e della casa di famiglia facendosi forza sul divieto di espropriazione dell’unico immobile di proprietà che, a dire del ricorrente, doveva valere anche in sede penale. La Suprema Corte però ha respinto il ricorso. La tutela scatta, a giudizio dei giudici, scatta solo nei confronti dell’Erario e per finalità di riscossione.
La “prima casa” però non è sempre intoccabile quando si parla di reati fiscali. Non è immunizzata in assoluto in sede penale in caso di reati tributari. La tutela riconosciuta dall’art. 76 D.P.R. 602/1973 non vale quando lo Stato agisce per confiscare il profitto di un reato. Quando si tratta di confiscare anche solo l’equivalente del profitto di un’evasione fiscale pure l’abitazione principale può essere aggredita, come ogni altro bene di valore corrispondente al profitto illecito.

