Jannik Sinner torna in campo oggi per la finale dell’ATP Masters 1000 di Parigi contro Felix Auger-Aliassime. Una sfida importante per l’azzurro che va a caccia del quinto titolo stagionale per mettere un altro punto esclamativo ad un’annata di rilievo.

Il numero 2 al mondo ha tutta l’intenzione di continuare ad impressionare cercando di riconquistare anche la vetta della classifica ATP ormai distante una sola vittoria. La finale contro il canadese, in caso di successo, darebbe nuovamente lo scettro di numero uno al fenomeno di San Candido che insieme ad Alcaraz è autentico motore del movimento attuale del tennis mondiale.
Proprio di Sinner, dei suoi successi e di una curiosa ipotesi ha parlato l’ex leggenda Boris Becker. Nel corso di una lunga intervista al ‘Corriere della Sera’ il classe 1967 tedesco ha confermato come nel gennaio 2022, quando era ancora allenato da Piatti, lo stesso Sinner gli abbia chiesto di divenire il suo coach: “È vero, e doveva restare un segreto. Mi aveva chiesto di allenarlo, ma aspettavo la sentenza di Londra. Gli dissi: non so come finirà, non posso prendermi l’impegno. Però non volevo lasciarlo solo: gli suggerii due nomi, uno era Darren Cahill. Per me, il migliore”.
Becker sgancia la bomba: “Sinner voleva che lo allenassi” Poi l’annuncio sulla Coppa Davis
Becker ha quindi confermato quella che sarebbe stata un’autentica bomba, evidenziando come sarebbe potuto essere il coach del campione italiano.

L’ex fenomeno ha però sottolineato i numero stellari di Sinner degli ultimi anni: “Quattro Slam a 24 anni: non credo che avrei potuto fare meglio di Cahill e Vagnozzi. Jannik era già un portento di testa, e il successo del suo team parla da solo”.
In merito alla questione Coppa Davis Becker non ha dubbi: “Ho letto le critiche, ma capisco Jannik. Io vinsi la Davis due volte, nell’88 e nell’89, e l’anno seguente non la giocai. Avevo bisogno di riposare, feci esattamente come lui. Il tennis è uno sport individuale e non siamo macchine. L’Italia è fortunata ad averlo”.
Al netto di Sinner, l’ex fenomeno ha avuto modo di dare la sua visione sul tennis di oggi: “I ragazzi di oggi sono poco curiosi, vivono in una bolla. Pensano solo a dritto e rovescio, ma quando finisce la carriera e non c’è più il team a risolvere i problemi, restano spaesati. Ma non è facile rompere quella bolla, non è da tutti”.

