hamburger menu

Alcol e minori: l’analisi e la valutazione del fenomeno

Dai dati emerge che sono circa 775.000 i minori che nel 2014 hanno consumato bevande alcoliche

alcol e giovaniRoma – Sono circa 775.000 i minori, al di sotto dell’età minima legale dei 18 anni che nel 2014 hanno consumato bevande alcoliche; in media 1 ragazzo su 5 (21,5%) circa e una ragazza su sei (17,3%) consuma bevande alcoliche con differenze regionali e nelle macro aree territoriali che tuttavia non risultano statisticamente significative (Grafico 1, 2 e 3). Il 10,5 % dei maschi e il 7,9 % delle ragazze bevono lontano dai pasti. Le analisi dell’Osservatorio Nazionale Alcol – CNESPS dell’ISS e dell’Istat mostrano che , rispetto al quadriennio 2007-2009 in cui era stata rilevata una diminuzione dei consumatori tra i giovani di entrambi i sessi, tra il 2010 e il 2014 non sono state registrate ulteriori variazioni statisticamente significative. La bevanda più consumata dai minori è la birra tra i maschi seguita da aperitivi alcolici e vino; tra le coetanee invece la prevalenza più elevata si registra per le consumatrici di aperitivi alcolici e birra (Grafico 4).

La condizione di consumatore o consumatrice al di sotto dei 18 anni coincide per tutti i giovani tra gli 11 e i 17 anni con la definizione di consumatore o consumatrice a rischio e, intuitivamente, rappresenta anche un indicatore diretto dell’aderenza e del rispetto delle norme vigenti in Italia che vietano vendita e somministrazione di bevande alcoliche nei bar, pub, ristoranti, locali da ballo ed esercizi commerciali ai minori di anni 18. Fin dagli anni ’90 la strategia Health for all dell’OMS si era proposta di portare a zero il consumo nei giovani al di sotto dei 15 anni nell’anno 2015 nel riconoscimento di una estrema sensibilità giovanile all’uso di bevande alcoliche che, nel corso degli anni, con il crescere delle evidenze scientifiche prodotte in merito all’interferenza del consumo di alcol sul regolare e completo sviluppo cerebrale dei giovani è stata progressivamente innalzata ai 18, 21 e recentemente ai 25 anni, età per la quale si registra la massima vulnerabilità del cervello all’uso di sostanze e di alcol. I minori che bevono per ubriacarsi sono il 3,3 % dei maschi e il 2,2 % delle femmine;

I risultati prodotti sia dallo Studio ESPAD che dall’indagine Multiscopo ISTAT evidenziano che i ragazzi italiani, rispetto ai giovani di altre Nazioni europee, dichiarano di poter acquistare facilmente le bevande alcoliche che vengono poi prevalentemente consumate in discoteca, nei pub, nei luoghi di aggregazione giovanile a testimonianza di una dimensione diffusa di mancato rispetto della legalità da parte di chi pone gli alcolici nelle disponibilità dei minori. Il consumo non moderato da parte dei genitori influenza il comportamento dei figli. Il 22,8% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore ha un consumo di alcol che eccede le raccomandazioni ha anch’esso abitudini alcoliche non moderate; tale quota scende al 18,7% tra i giovani che vivono con genitori. L’analisi dei diversi comportamenti a rischio mostra che il 10,5% dei ragazzi e il 7,9% delle ragazze minorenni hanno consumato bevande alcoliche lontano dai pasti nel 2014 e il 2,7% dei ragazzi (M=3.3%; F=2.2%) hanno praticato il binge drinking; il 17 % circa di tutte le intossicazioni alcoliche giunte all’osservazione clinica in un pronto soccorso è registrata tra i ragazzi e le ragazze al di sotto dei 14 anni.

L’analisi effettuata rispetto al luogo in cui viene praticato il binge drinking, il bere più di 5-6 bicchieri di alcolici in un tempo concentrato, mostra una sostanziale differenziazione generazionale: gli adulti con età superiore ai 45 anni sono soliti praticare il binge drinking a casa, al ristorante, in pizzeria o all’osteria mentre per i giovani fino a 24 anni l’abitudine a consumare oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche in un arco di tempo ristretto è più diffusa tra coloro che frequentano assiduamente le discoteche. L’alcol alla guida rappresenta la prima causa di disabilità, morbosità e mortalità prematura diretta o indiretta per tutti i giovani sino ai 24 annidi età in Italia, Europa e nel mondo.

2015-05-19T10:48:54+02:00