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Alcol, Scafato al Liceo Russell di Roma: “Ragionate sul concetto di limite”

ROMA – Non bevono solo per piacere o divertimento ma anche per non pensare ai problemi ed ubriacarsi, chi beve troppo consuma prevalentemente superalcolici. Sono questi alcuni dei risultati della survey online sul consumo di bevande alcoliche realizzata da quattro studenti in alternanza scuola-lavoro all’Istituto Superiore di Sanità e presentata stamattina dal direttore dell’Osservatorio Nazionale […]

ROMA – Non bevono solo per piacere o divertimento ma anche per non pensare ai problemi ed ubriacarsi, chi beve troppo consuma prevalentemente superalcolici.

Sono questi alcuni dei risultati della survey online sul consumo di bevande alcoliche realizzata da quattro studenti in alternanza scuola-lavoro all’Istituto Superiore di Sanità e presentata stamattina dal direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol Emanuele Scafato a circa 100 ragazzi del liceo ‘B. Russell’ di Roma nel corso di un incontro formativo su rischi e conseguenze del consumo di alcol tra i giovani.

Sono proprio gli adolescenti i soggetti più a rischio.  In base alla survey online, infatti, il 41% di un campione di studenti delle scuole secondarie di secondo grado conosce un amico che ha un problema con l’alcol.

Un dato preoccupante che conferma, ancora una volta, quanto sia bassa tra i giovani italiani la consapevolezza del rischio alcol correlato, diretto e indiretto. Sono circa 500 i ragazzi deceduti ogni anno a seguito di incidenti stradali in Italia (primo fattore di rischio di morte tra i giovani) e a causare l’impatto è, in molti casi, proprio la guida in stato d’ebbrezza.
Non solo. L’alcol crea danni, spesso irreversibili, alla salute dei ragazzi sotto i 18 anni, il cui organismo non e’ in grado di metabolizzare l’alcol.

“I ragazzi bevono per tanti motivi- spiega a diregiovani il professor Scafato a margine dell’incontro– Possono andare incontro a dei fenomeni che probabilmente non sono in grado di prevedere perché non sanno che possono avere un determinato impatto. C’è un mondo di conoscenze da colmare, perché i ragazzi non sanno cos’è l’alcol, molto spesso si approcciano a queste sostanze per omologazione, sperimentazione, trasgressione, voglia di visibilità. Non essere informati è la più elevata disuguaglianza e sta a noi adulti competenti e alle agenzie educative cercare di porgere ai giovani tutte quelle alternative culturali che possono servire a svalorizzare un comportamento che è un’abitudine normalizzata dagli adulti. Bisogna abituare i ragazzi a ragionare sul concetto del limite”.

Limite che viene superato con la moda del binge drinking, il bere per ubriacarsi, che comporta un abbassamento della percezione del rischio e spinge i giovani verso pratiche come il balconing o l’eyeballing – l’assunzione di vodka attraverso gli occhi, che comporta spesso la cecità.

Non solo alcol. Anche gioco d’azzardo, sigarette e droghe. Il professor Scafato ha poi presentato agli studenti del ‘Russell’ il ventaglio di possibili dipendenze che mettono a rischio la salute e il futuro di migliaia di giovani e meno giovani in tutto il mondo, a partire da star come Emma Watson, Britney Spears, Daniel Radcliffe, per arrivare ad Amy Winehouse e Whitney Houston, morte in seguito all’assunzione di dosi massicce di alcol.

“I ragazzi vogliono sapere la quantità oltre la quale scatta la sanzione di esclusione dal gruppo e questo e’ il concetto fondamentale- aggiunge Scafato, che negli anni ha incontrato circa 60mila studenti in tutta Italia– Non hanno paura della morte, ma di essere esclusi dal gruppo. Noi dobbiamo fare in modo- conclude- che quel gruppo sia il gruppo giusto per ogni giovane italiano”.

2019-03-04T15:33:54+01:00