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“A scuola di legalità”, gita di classe in beni confiscati alla mafia

L’esperienza degli studenti della scuola primaria di Villagrazia di Carini

Roma – Una gita, diversa dalle tante proposte dagli insegnanti italiani, per scoprire, questa, la mafia sotto casa. Una gita, contro l’omertà culturale di certe istituzioni, per toccare con mano i risultati concreti della lotta alla criminalità e imparare, quando servirà, a non voltare la testa di fronte all’illegalità. E’ l’esperienza che hanno vissuto alcune decina di studenti della classe 2 sezione “A” della scuola primaria dell’istituto Renato Guttuso (diretto con magistrale competenza dal prof. Luigi Cona), invitati a visitare alcuni immobili confiscati alla mafia siti in Partinico, in Provincia di Palermo.

Si tratta di immobili comprati col danaro sporco frutto di droga, estorsioni e usura, e tornati nelle mani dello Stato e dei Comuni che, a loro volta, li hanno destinati ad iniziative sociali e culturali. Il progetto “Corruzione e criminalità organizzata: azioni contro l’illegalità” rientra nel progetto curriculare proposto dagli insegnanti Titti Cancelliere e Antonio Fundarò. “E’ un viaggio breve che spesso segna una spartiacque nelle coscienze dei più giovani” – racconta Titti Cancelliere, docente di religione. “E’ importante che i ragazzi conoscano questi luoghi, possano entrarci, toccare le pareti, le porte, le finestre. Solo così formeremo generazioni antimafia” – aggiunge Antonio Fundarò docente di Lingua Italiana. Il viaggio inizia da Partinico (e continuerà il prossimo anno scolastico) dove un’immobile confiscato, sito in via Fermi, è stato trasformato in un centro artistico, chiamato Associazione Gatto Silvestro, presieduta da Giuseppe Tamburello, e in luogo in cui svolgono attività sia l’Associazione combattenti e reduci, presieduta dal maresciallo Mario Gambino che l’Associazione Nazionale Carabinieri presieduta dal maresciallo Mario Gambino.

“Gli studenti, in classe, studieranno la storia degli immobili e il percorso normativo che ha portato all’utilizzo dei beni confiscati– spiega Antonio Fundarò – e faranno da “guide” agli altri compagni di viaggio, in una logica peer to peer. La forza di questa iniziativa è la capacità di andare oltre il mero sviluppo teorico per poter toccare con mano cos’è, nel nostro territorio, la mafia”. “Il prossimo anno troveremo un modo originale, mai sperimentato prima, per raccontare poi l’esperienza vissuta che includerà altri due appuntamenti: il 23 maggio 2018, anniversario della Strage di Capaci, la piantumazione di una quercia all’interno del Parco di Villagrazia dedicato ad una vittima giovane di mafia, poi un grande convegno-evento cui coinvolgeremo l’università di Palermo, nel prossimo inverno e sul quale ancora dobbiamo raccordarci col dirigente scolastico” ha annunciato la docente Titti Cancelliere.

“Con un nuovo esercito di giovani antimafia in prima fila”- hanno sottolineato le mamme di due degli alunni presenti Valentina Piccilli (di Pietro Ventura) e Cinzia Giusi Scherma (di Giorgio Carioti). Nel corso dell’incontro i giovanissimi alunni della II A della primaria del plesso Vanni Pucci dell’ICS Renato Guttuso di Villagrazia di Carini hanno incontrato i tre presidenti delle associazioni che gestiscono il bene confiscato alla mafia con i quali si sono confrontati sul valore di alcune parole che paiono dimenticati nella società odierna e che rappresentano, invece, il miglior viatico contro il dilagare del fenomeno mafioso e, in genere, criminale.

2017-05-31T10:08:59+02:00