hamburger menu

Mostra fotografica racconta la rinascita delle scuole di Macerata

L'esposizione è visitabile a Macerata presso gli Antichi Forni

Roma – Le seggiole di legno lucido e metallo sono rimaste in piedi. Poco sopra gli schienali, una profonda ferita sul muro racconta tutta la violenza delle scosse. Il calendario deve essere stato il primo a cadere ma anche lui vanta una sorta di equilibrio, sulle macerie che coprono tutto il pavimento. Su quelle seggiole che sanno di quaderni, incontri, matite e colori appena temperati, ci siamo seduti tutti. E’ per questo che certe immagini arrivano dritte allo stomaco e ti restano incollate addosso.

Si chiama “Tutti su per terra! – Itinerari visivi tra le scuole della provincia di Macerata colpite dal sisma” ed ha registrato piu’ di 500 visitatori in soli sette giorni di esposizione, la mostra che in 30 scatti e’ riuscita a raccontare un dolore che ha radici profonde perche’ mina i ricordi piu’ cari, quelli dell’infanzia. Promossa all’interno della seconda edizione del ‘Macerata School Festival’, rassegna che lo scorso anno ha fatto registrare oltre 4.000 presenze, l’esposizione e’ organizzata dall’assessorato alla Scuola insieme al Dipartimento di Scienze della formazione dell’Universita’ di Macerata, con le immagini di Lucia Paciaroni e l’introduzione del pedagogista Francesco Tonucci. Aperta nei pomeriggi, dalle 16 alle 19, agli Antichi Forni, oggi conclude il Festival al Cinema Italia insieme al forum “Il patrimonio edilizio scolastico della provincia di Macerata di fronte alla sfida della ricostruzione post-sisma: bilanci, modelli e prospettive”, che chiude l’edizione 2017 dedicata agli spazi della scuola e alla ricostruzione post sisma. Ma e’ gia’ pronta per un nuovo allestimento.

“Non ci aspettavamo cosi’ tanti visitatori- racconta Lucia Paciaroni- Sono molto contenta sia dell’affluenza che del riscontro perche’ e’ stato colto il senso: non voleva essere solo un reportage su quello che e’ successo, ma un invito a riflettere, per far capire la reale portata del terremoto. A distanza di un anno molte persone non ci pensano piu’, mentre tanti visitatori vedendo tutte queste scuole, a pochi chilometri da noi, completamente distrutte, hanno detto ‘non pensavamo che la situazione fosse questa’. L’idea della mostra e’ nata dalla collaborazione con Legambiente che mi ha portato sui luoghi del sisma gia’ ad ottobre, per il recupero dei beni culturali nelle chiese”. E proprio Legambiente sta programmando un nuovo allestimento.

“Nonostante fossi sui posti in veste professionale- prosegue – e’ stato struggente entrare in queste scuole. Soprattutto a Visso e Muccia, nelle scuole dell’infanzia. Erano rimaste aperte, dopo la scossa di agosto perche’ non avevano subito lesioni. Guardavo tutta quella distruzione e pensavo che per fortuna il terremoto di ottobre era arrivato di domenica”. Negli scatti di Lucia ci sono le scuole di Apiro, Caldarola, Camerino, Cingoli, Fiastra, Gualdo, Loro Piceno, Muccia, Pieve Torina, San Ginesio, San Severino, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Treia, Tolentino, Valfornace e Visso, scattate tra aprile e settembre di quest’anno. Mentre il percorso espositivo si conclude con i disegni dei bambini della scuola primaria di Caldarola che lo scorso anno hanno realizzato il libro “La scuola: radici del passato, germogli del futuro”. Nell’ambito del Festival, anche la mostra fotografica “Con occhi di bambino. Lo sguardo dell’infanzia sul terremoto”, realizzata dall’Agrinido Agri-Infanzia della Natura di San Ginesio.

In esposizione le foto scattate dai piccoli dopo il sisma del 30 ottobre e l’appello a sostenere la ricostruzione della scuola, ospitata in una grande tenda Yurta gia’ dalle settimane successive alla scossa che ha reso inagibile l’edificio originario. “Avevo gia’ visto la mostra di Lucia- racconta Federica Di Luca, educatrice, responsabile dell’Agrinido di San Ginesio- ma ho sentito la necessita’ di tornarci. E’ stata un’esigenza nata da dentro, in quel lungo percorso che mi attraversa da un anno e che ho condiviso con tanti. I temi del dibattito attuale sono tutti orientati alla ricostruzione, alla partecipazione, al futuro. Ma come stiamo facendo sedimentare le memorie di cio’ che e’ successo? La ricerca di percorsi di riparazione del trauma hanno accompagnato tutto questo lungo anno di vita e lavorativo, ma oltre al percorso personale mi stanno a cuore le tracce che si sono lasciate nella comunita’, le orme da rivedere e risignificare, i segni delle ricuciture di paesaggi umani piu’ ampi. Perche’ il terremoto lascera’ tanti segni ed a lungo e solo da questa risignificazione delle memorie potranno nascere idee sane per il futuro, presenti sostenibili e ricostruzioni durevoli di edifici e comunita’”. Sottolinea Di Luca: “Quindi attenzione a non eludere le ferite, partiamo da queste e facciamole diventare un patrimonio collettivo. La mostra fotografica ‘Tutti su per terra!’ e’ la sintesi di un volto della ferita, quella delle scuole crollate, lesionate, crepate, messe in sicurezza e demolite, un patrimonio di grande significato per la coesione sociale, per la formazione dell’umanita’, per la costruzione di competenze di resilienza dei bambini, delle famiglie, delle istituzioni e delle comunita’ territoriali. Allora mi aspetto che questa mostra venga riaccolta dalle scuole dell’alto maceratese e dai Comuni interessati perche’ prima di andare oltre o, assieme a percorsi progettuali per il futuro, gli insegnanti e le famiglie, con i bambini, devono trovare in quelle foto la trasformazione, la germinazione di nuovi semi proprio dentro alla ferita. E’ un lavoro denso e doloroso ma solo da questa aratura puo’ dissodarsi il terreno per accogliere la rinascita”. (Redattore Sociale)

2017-10-03T14:45:05+02:00