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A proposito dell’aereo caduto in Sinai

Michele Poe e Marco Modonese I.C. Sinopoli Ferrini - Roma

Poche settimane fa un aereo metrojet di una compagnia russa si è schiantato sui monti del Sinai. L’aereo sarebbe partito da Sharm El-Sheikh con a bordo 244 persone, compreso tutto l’equipaggio, per dirigersi a San Pietroburgo. I passeggeri erano per lo più turisti di ritorno da una vacanza sul mar Rosso. I piloti già da settimane avevano avvisato di qualche guasto all’aereo, probabilmente al motore, ma la compagnia non se ne era preoccupata. Dopo il decollo, sembrava filar tutto  bene, fino a quando, dopo il ventisettesimo minuto in aria, si sono perse le comunicazioni. Qualche ora dopo la perdita di contatto con l’aereo, il premier egiziano ha annunciato l’avvistamento dei rottami del velivolo sui monti del Sinai. Maggiori informazioni si sono prese dalla scatola nera: non si sa ancora per certo ma l’ipotesi più probabile sarebbe un guasto al motore, visti i numerosi controlli effettuati in precedenza proprio per problemi simili e soprattutto considerando che il velivolo aveva diciott’anni, con il primo volo compiuto nel 1997. Subito gli jihadisti hanno rivendicato l’attacco, dicendo di essere stati gli artefici di questa tragedia ma molte fonti dicono che, data l’altitudine elevata, un attacco da terra con missili non sarebbe stato possibile. Come misura preventiva, molte compagnie aeree come Emirates, Lufthansa ed Air France hanno cancellato i voli sorvolanti quella zona.

MICHELE POE E MARCO MODONESE , CLASSE TERZA A  IC SINOPOLI FERRINI ROMA

2016-02-04T11:11:56+01:00