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Alternanza scuola-lavoro. Studenti Einaudi di Roma al McDonald’s: “Impariamo soft skills”

"Entrare a lavorare in un'azienda grande come McDonald's per il nostro curriculum è molto positivo"

Roma – “È stata un’esperienza molto formativa, ci è servita molto soprattutto per la relazione con il pubblico, con il cliente, abbiamo abbattuto tutti i muri. Entrare a lavorare in un’azienda grande come McDonald’s per il nostro curriculum è molto positivo”.

A parlare è Lorenzo uno degli studenti dell’Istituto Einaudi di Roma che – insieme a due suoi compagni – ha svolto un percorso di alternanza scuola-lavoro nel ristorante McDonald’s del quartiere portuense. Per due settimane, dalle 11 alle 16 dal lunedì al venerdì, i tre ragazzi si sono messi alla prova interagendo con la clientela. Dopo un primo momento di formazione gli alunni hanno visto da vicino come si lavora davanti e dietro al bancone. Una visione privilegiata perché hanno avuto la possibilità non solo di sperimentarsi nel rapporto con il pubblico ma anche di vedere e toccare con mano la complessità di un’azienda.

L’istituto Einaudi, nell’ambito del protocollo d’intesa tra il Miur e McDonald’s, ha siglato una convenzione con i fast food di portuense e di piazza San Giovanni Battista della Salle nel quartiere Aurelio. Nel prossimo anno scolastico saranno 70 gli alunni che potranno partecipare al percorso di alternanza previsto dall’intesa. “L’obiettivo è aiutare i ragazzi nell’inserimento lavorativo attraverso la costruzione delle soft skills che serviranno nel loro immediato futuro” ha spiegato Marco Fasciani, licenziatario del ristorante a via Isacco Newton al portuense. “Abbiamo cercato di trasmettere ai ragazzi – ha aggiunto  – che ci sono competenze essenziali come la capacità di lavorare in gruppo, il problem solving, l’essere reattivi verso clienti e i colleghi, la responsabilità”  e grazie a questa esperienza i ragazzi “portano a casa una consapevolezza di ciò che è fondamentale per il mondo del lavoro”.

Un’opportunità per gli studenti ma un’occasione anche per l’azienda – spiega Fasciani – perché serve anche a “sdoganare luoghi comuni, gli alunni vedono come si lavora in cucina, il controllo dei rischi e della qualità”. “McDonald’s non è solo fare panini -ha sottolineato – ma è un’industria che ha qualità e sicurezza al primo posto”. “È un grosso investimento da parte nostra – ha proseguito il licenziatario – nel protocollo nazionale sono previsti 10 mila studenti in alternanza nei 500 ristoranti in tutta Italia”.  “Da sempre vedo un grande potenziale nell’alternanza – ha sottolineato Francesca Sbrana, docente dell’Einaudi – 400 ore sono tante ma sono utili ai ragazzi per l’inserimento lavorativo. Noi cerchiamo di farle fare tutte nel terzo e quarto anno lasciando dove possibile la scelta agli studenti sui luoghi dove svolgerla”.

All’Einaudi credono fortemente nel valore formativo ed educativo della presenza degli studenti in azienda: “Tornano a scuola maggiormente motivati – ha raccontato Sbrana – ed è un’opportunità per capire che ciò studiano a scuola possono metterlo in pratica. Entrare in un’azienda è capire come funziona, studiare cosa c’è dietro il panino in termini di qualità e sicurezza, di controlli e significa doversi cimentare in diversi contesti, superare i propri limiti”. L’alternanza dunque secondo la docente deve essere vista come una “metodologia didattica che deve essere complementare, la scuola deve aprirsi al mondo del lavoro”. Certo bisogna trovare le giuste modalità, nei licei ad esempio “deve essere vista come orientamento al lavoro” e – conclude – “è necessario far in modo che si possa conciliare il tutto con le necessità scolastiche” per questo ad esempio nel “nostro istituto cerchiamo di far uscire tutta la classe nello stesso periodo anche se in diverse aziende, in questo modo nessuno perde le lezioni”.

2017-06-22T17:57:00+02:00