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Con stampanti 3D studenti diventano artigiani digitali

Ricercatori Indire a Napoli per "Smart Education & technology Days"

smart educationNapoli – Costruire giocattoli con le stampanti 3D. E’ questa l’ultima iniziativa dei ricercatori dell’Indire, protagonisti di “Smart Education & technology Days – 3 Giorni per la Scuola”, la convention nazionale sulla scuola e le sue eccellenze, in corso alla Citta’ della Scienza di Napoli. Le stampanti 3D sono state al centro di una tavola rotonda e di due laboratori con i docenti campani che hanno potuto sperimentare i software di modellazione e le stampanti 3D testate da Indire per le scuole italiane.

“Il contributo di Indire per l’innovazione didattica – ha detto Giovanni Biondi, presidente di Indire – e’ fondamentale, grazie alle oltre 500 scuole del nostro Paese che stanno sperimentando le nostre iniziative per l’innovazione digitale. Oggi ne abbiamo presentate alcune, le stampanti 3D e le lavagne digitali, dedicate ai piu’ piccoli, che abituiamo allo storytelling gia’ da bambini. Continua anche il nostro solido rapporto di partnership con Citta’ della Scienza, ad accomunarci e’ soprattutto il rispetto per le innovazioni”. Nell’anno scolastico 2104-2015, l’Indire ha avviato il progetto “Costruire Giocattoli con la Stampante 3D”, una sperimentazione triennale in 8 scuole dell’infanzia di utilizzo di stampanti e dispositivi innovativi Doodle3D.

“Con questi sistemi – ha spiegato Giuseppina Rita Mangione, primo ricercatore Indire -, il bambino sviluppa anche capacita’ di problem solving e diventa un artigiano digitale. Con il nostro progetto Maker@Scuola analizziamo le specificita’ del modello Maker, che non nasce in ambito pedagogico, ma applichiamo alla didattica. La ricerca portata avanti dall’Indire intende infatti indagare sulle possibili interazioni tra le modalita’ di lavoro degli ‘artigiani 2.0′ e gli schemi di apprendimento degli studenti”. “In questo senso, abbiamo scommesso sulle stampanti 3D e verificato la loro efficacia didattica, soprattutto dal punto di vista laboratoriale. La nostra metodologia – ha aggiunto Lorenzo Guasti, ricercatore Indire e referente del progetto – e’ il ‘Think-Make-Improve’ (ovvero ‘pensa-crea-migliora’), che prevede una prima fase di progettazione, una seconda fase operativa di prototipazione e una fase finale di verifica e miglioramento di quanto fatto”. L’ultimo step puo’ naturalmente portare a una ridefinizione degli assunti di partenza e del progetto iniziale. “Dopo il primo triennio di Maker@Scuola, molto positivo, avvieremo un progetto anche nelle scuole primarie – ha annunciato Guasti -. Attualmente abbiamo circa 60 iscritti ma contiamo di superare, in tempi brevi, le 100 iscrizioni”.

2017-05-09T14:03:49+02:00