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Diario di un giovane alla presa della Bastiglia

Alessandra Torres ICS Giotto-Cipolla - Palermo

13 luglio 1789
Hai saputo la notizia, mio taccuino giornaliero? Domani devo attaccare la Bastiglia insieme ai miei genitori. È incredibile! Un ragazzo della mia età a combattere in una sanguinosa fortezza armata solo perché i miei genitori hanno troppa paura a lasciarmi solo! È pura follia! Ma mi sa che devo andarci comunque, con o senza il mio consenso. Mi sa di essere fuori luogo con tutti gli adulti lì presenti.
Non voglio attaccare niente e nessuno. Non voglio morire. E soprattutto non voglio ferire o uccidere. Ho solo 12 anni! Non sono ancora pronto, devo essere sincero. HO PAURA! Tutto il “terzo stato” ad attaccare la Bastiglia anche donne e, come me, bambini. Allora è questa la rabbia e tristezza tanto famosa? Non mi piace. Cosa posso fare a parte piangere e gridare in cerca di aiuto. Tu sei l’unico, mio diario, con il quale possa sfogarmi e parlare. Nessuno qui sembra capirmi. Nemmeno i miei amici, nemmeno mio fratello Bernard, nessuno tranne te. So che tu non mi potrai mai dare una risposta concreta ma solo con te posso essere me stesso.
Ti devo lasciare mio fratello è qui e non perde attimo per infastidirmi e imbarazzarmi. Ti scriverò domani per farti sapere

Speriamo bene il tuo solo ed unico
Pierre Bonnet

14 luglio 1789
Mio carissimo taccuino, oggi è stata una “rivoluzione armata di polvere da sparo e armi” ecco come chiamerò la giornata di oggi. È stato semplicemente orribile! Nessuna parola descrive meglio le mie sensazioni in questo momento.
C’erano moltissime persone, molte gridavavano -Che sia fatta giustizia!!- Altri come me piangevano dentro, avevano i volti tristi e pallidi e facevano tenerezza, non so se qualcuno abbia pensato la stessa cosa di me, invece altri piangevano sul serio, invece la maggior parte stava in silenzio, come se aspettasse il momento per essere ucciso.
Forse ti starai chiedendo cosa ho fatto io in tutto quel baccano senza senso. È molto semplice, io ero lo spettatore di quella tragedia, ho visto morire molti “nemici”, come li chiamerebbe mio padre e amici, vicini, persone conoscenti e non. Ti potrai immaginare me e quella tragedia vera e propria. Io mi immaginavo nel mio mondo ideale, lo so è strano, ma era l’unica cosa che mi poteva distrarre da quel che stava accadendo intorno a me. Immaginavo tutto come nella mia vita di sempre, però senza attacchi e fame, e soprattutto senza nobili che credono di governare tutto e TUTTI senza un minimo di autocontrollo verso il loro “regno”. Noi poveri contadini non siamo un premio da vincere ad una gara per chi è più forte a combattere, noi siamo persone ed esseri umani; ad alcuni piace tutto questo, la guerra, il fatto di sentirsi forti e più coraggiosi, beh a me no. Io so che sono coraggioso e più o meno forte, non ho bisogno di fare delle guerre per farlo comprendere a tutti.
Mi sa che con questo ho finito ci sentiamo domani. Mia madre ha comprato il pane meglio che vada.

Grazie, mi sono sfogato
Pierre Bonnet

Alessandra Torres
IIA
ICS Giotto-Cipolla
Palermo

2016-02-29T11:18:27+01:00