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Grasso: “Nave legalità è rito laico che unisce i giovani”

ROMA – “Quello della Nave della Legalita’ e’ un rito laico che unisce i ragazzi del nostro Paese da nord a sud, e’ bellissimo vedere questa magia che si ripete. Sono passati molti anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio e per certi versi mi inorgoglisce vedere che le figure di Falcone e Borsellino […]

ROMA – “Quello della Nave della Legalita’ e’ un rito laico che unisce i ragazzi del nostro Paese da nord a sud, e’ bellissimo vedere questa magia che si ripete. Sono passati molti anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio e per certi versi mi inorgoglisce vedere che le figure di Falcone e Borsellino siano ancora cosi’ forti e presenti nell’immaginario collettivo“.

Cosi Pietro Grasso – ex giudice a latere del maxiprocesso, ex procuratore nazionale Antimafia, ex presidente del Senato e attuale senatore di LeU – all’agenzia Dire a proposito del 26esimo anniversario della strage di Capaci il prossimo 23 maggio. “E’ difficile spiegare l’emozione che si prova a incontrare centinaia di studenti che hanno negli occhi una luce di speranza straordinaria- aggiunge- Esserci, sentire il loro entusiasmo e impegno, mi fa davvero ben sperare per il futuro dell’Italia“.

Quest’anno le iniziative sono dedicate in particolare agli uomini e le donne delle scorte ed e’ una scelta che Grasso dice di apprezzare molto: “E’ davvero importante conoscere e approfondire le storie degli uomini e delle donne che hanno perso la vita indossando la divisa delle forze dell’ordine. Io vivo da piu’ di trent’anni sotto scorta- sottolinea- e trovo davvero riduttivo l’appellativo di ‘ragazzi delle scorte'”. “Ricordo di una volta in cui incontrai Paolo Borsellino alla guida della sua auto blindata, da solo. Salii con lui e andammo a comprare le inseparabili sigarette che accompagnavano ogni momento della sua giornata. Provai a rimproverarlo sul fatto di essersi cosi’ esposto al pericolo. Lui mi rispose una frase che da sola puo’ spiegare il rapporto simbiotico che aveva con gli uomini assegnati alla sua difesa, che va ben oltre l’esercizio scrupoloso di una professione: ‘Se devono uccidermi, vorrei dargli l’occasione di colpire solo me’. I cittadini, soprattutto i piu’ giovani, devono sapere che ogni giorno ci sono uomini e donne pronti a sacrificare la propria stessa esistenza per difendere il lavoro delle istituzioni. Devono sapere che decine di essi hanno scelto di non voltare le spalle al dovere anche quando erano pienamente consapevoli che cio’ li avrebbe messi in gravissimo pericolo“.

La prossima settimana circa mille studenti sbarcheranno a Palermo e si uniranno ai loro coetanei per partecipare alla commemorazione delle stragi del ’92. Per Pietro Grasso e’ difficile trovare il momento piu’ emozionante di quella giornata perche’, “ogni momento ha il suo carico di emozioni: non posso non citare, ad esempio, l’istante in cui torno nell’Aula del maxiprocesso, per tutto quello che rappresenta tanto per la mia storia personale che per quella del Paese“. Ma provando a descrivere il momento piu’ intenso e’ certamente “l’esecuzione del Silenzio da parte del trombettiere della Polizia Di Stato: sotto l’Albero Falcone ci sono migliaia di persone che partecipano ad un momento collettivo di cordoglio e ricordo profondamente emozionante. In quel silenzio irreale il pensiero non puo’ che andare a Giovanni e Paolo che – ne sono certo – sarebbero fieri di vedere tutti quei cittadini impegnati in prima persona nella battaglia per la legalita’“.

E per concludere il messaggio dell’ex presidente del Senato e’ rivolto ai ragazzi: “Avro’ modo di parlare con loro lungo il tragitto, e’ sempre molto bello ascoltare la loro opinione, sentire come vivono questa esperienza che gli rimarra’ dentro e che, in qualche misura, li cambiera’. Ogni anno il rapporto con loro mi carica di nuova energia, di entusiasmo, di passione. Mi piace pensare che la traversata del mare in nave fino a Palermo rappresenti simbolicamente il momento di passaggio del testimone della memoria e, soprattutto dell’impegno per la legalita’ e la giustizia. D’ora in poi saranno anche e soprattutto loro, i ragazzi, a dover essere protagonisti di questa battaglia nella loro vita di tutti i giorni“.

2018-05-18T11:10:27+02:00