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Il 40% degli studenti è pentito della propria scelta scolastica

E' quanto emerge dal rapporto 2017 sulla condizione formativa e occupazionale dei diplomati di scuola secondaria superiore, realizzato da Almadiploma e Almalaurea

Roma – Sono oltre il 40% gli studenti che a pochi mesi dal diploma si pentono della loro scelta scolastica. Il 70% invece prosegue il proprio percorso di formazione iscrivendosi all’universita’. E’ quanto emerge dal rapporto 2017 sulla condizione formativa e occupazionale dei diplomati di scuola secondaria superiore, realizzato da Almadiploma e Almalaurea e presentato oggi al ministero dell’Istruzione alla presenza tra gli altri del sottosegretario, Gabriele Toccafondi.

L’indagine e’ stata realizzata coinvolgendo 115 diplomati del 2015, 2013, 2011 di circa 350 istituti, intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del diploma. A questi e’ stata chiesta una valutazione della loro esperienza scolastica, la loro condizione lavorativa e universitaria e molto altro. Secondo l’indagine, la quota dei pentiti del proprio percorso di studi, diminuisce con il tempo: a pochi mesi dalla conclusione, il 45% dei diplomati 2015 dichiara di aver sbagliato a scegliere la scuola o l’indirizzo (oltre il 26% cambierebbe sia scuola sia indirizzo, l’11% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, l’8% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso nella stessa scuola). Dopo un anno gli stessi ragazzi si dichiarano pentiti nel 43% dei casi, in questo caso il 27% dei diplomati cambierebbe sia scuola sia indirizzo, l’8% ripeterebbe il medesimo corso ma in un’altra scuola, mentre il 7% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso nella stessa scuola. I diplomati meno convinti della scelta compiuta a 14 anni risultano quelli degli istituti professionali; tra questi, inoltre, nel corso del primo anno successivo al conseguimento del titolo, si acuisce il malcontento rispetto alla scelta compiuta. I diplomati tecnici e ancora di piu’ i liceali, risultano invece essere tendenzialmente i piu’ appagati dalla scelta compiuta.

E ancora, sempre secondo l’indagine, a un anno dal diploma 70 diplomati su cento proseguono la propria formazione e sono iscritti ad un corso di laurea (il 54% ha optato esclusivamente per lo studio, il 16% frequenta l’universita’ lavorando), mentre il 17% ha preferito inserirsi direttamente nel mercato del lavoro. I restanti 13 su cento, infine, si dividono tra chi e’ alla ricerca attiva di un impiego (9%) e chi invece, per motivi vari (tra cui formazione non universitaria, motivi personali o l’attesa di chiamata per un lavoro gia’ trovato), non cerca un lavoro (3%). A tre anni dal diploma aumenta la quota di occupati: e’ dedito esclusivamente al lavoro il 25% dei diplomati, e’ impegnato contemporaneamente nello studio e nel lavoro il 19% dei diplomati mentre si dedica esclusivamente agli studi il 45% degli intervistati. A cinque anni la quota di occupati cresce in modo significativo: e’ dedito al lavoro il 54% dei diplomati (il 37% e’ dedito esclusivamente al lavoro, il 17% coniuga studio e lavoro); e’ ancora impegnato esclusivamente con gli studi universitari il 33% dei ragazzi. Chi cerca lavoro e’ il 10,5%. Per quel che riguarda il voto del diploma, un dato che emerge e’ che chi ce l’ha medio-basso tende ad affacciarsi direttamente al mondo del lavoro senza proseguire ulteriormente la formazione: risulta infatti, ad un anno dal titolo, impegnato in attivita’ lavorative il 13% dei diplomati con voto alto e il 21,5% di quelli con voto basso. Se l’impegno in un’attivita’ lavorativa pare essere caratteristica peculiare dei diplomati con voto piu’ modesto, la prosecuzione degli studi e’, all’opposto, una scelta che coinvolge soprattutto i diplomati piu’ brillanti: indipendentemente dalla condizione lavorativa, infatti, risultano iscritti all’universita’ nella misura del 78% (contro il 62% di quelli con voto basso). Analogamente, e cio’ risulta dimostrato in ciascun percorso formativo analizzato, a tre e cinque anni, la decisione di dedicarsi allo studio e’ piu’ diffusa tra chi ha conseguito una votazione maggiore: e’ pari al 72% e 57%, contro il 55% e il 42%, rispettivamente, dei colleghi meno ‘bravi’.

CON STAGE 60% POSSIBILITA’ IN PIU’ DI TROVARE LAVORO

Gli studenti diplomati che hanno effettuato durante il percorso di studi uno stage o un tirocinio ha il 60% di possibilita’ in piu’ rispetto agli altri di trovare lavoro. Secondo l’indagine, la probabilita’ e’ pari al 34% se si considerano le esperienze di stage svolte in azienda dopo il diploma. Inoltre, svolgere esperienze di studio all’estero durante gli studi accresce le chance occupazionali dei diplomati del 31%. Infine, una mezzione anche al progetto alternanza scuola-lavoro: dall’Indagine emerge che il 59% dei diplomati dichiara che il percorso didattico concluso prevedeva tali tipi di esperienze che – come ci si poteva attendere – risultano particolarmente diffuse negli istituti professionali (il 90% dei diplomati dichiara che il progetto era previsto) e nei tecnici (86,5%); riguardano solo in minima parte i licei (37%).

33% STUDENTI TROVA LAVORO A UN ANNO DAL DIPLOMA 

Ammontano al 33% i ragazzi che hanno trovato un’occupazione ad un anno dal diploma. Questa percentuale raggiunge il suo massimo per quel che riguarda i diplomati professionali (48%), mentre tocca il minimo tra i liceali (25%). Secondo l’indagine, a tre anni dal titolo la percentuale di occupati cresce al 44% (quota che oscilla tra il 59% dei diplomati professionali e il 32 dei liceali). A cinque anni risulta invece occupato il 53,5%, quota che raggiunge il 69% fra i diplomati professionali. Per quel che riguarda la disoccupazione, questa coinvolge 22 diplomati su cento ad un anno dal diploma. Una quota che si riduce tra i liceali (20%) ma che raggiunge il 29% dei diplomati professionali, i piu’ pronti a inserirsi nel mercato del lavoro e, quindi, quelli che assorbono piu’ degli altri gli effetti della crisi.

TOCCAFONDI: “PREOCCUPANTE 40% DIPLOMATI INSODDISFATTI, BENE DATO SU ESPERIENZE”

“Non dobbiamo nasconderci. Il 40% dei ragazzi dichiara di aver sbagliato il percorso scolastico e questa e’ sicuramente un’ombra su cui dobbiamo migliorare e che deve preoccuparci”. E’ quanto dichiara il sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi a margine della presentazione del rapporto 2017. “Positivo- ha aggiunto Toccafondi- e’ invece il dato relativo alle esperienze che e’ poi un punto cardine delle novita’ contenute nella riforma su La buona scuola. Chi fa alternanza ha il 60% di possibilita’ in piu’ rispetto a un altro ragazzo di trovare occupazione. E cosi’ con le esperienze all’estero. Questo e’ l’esempio lampante di quando la scuola e il mondo che la circonda dialogano, i risultati si vedono”.

2017-05-08T16:15:43+02:00