ROMA – Negli ultimi tempi la scuola italiana è stata al centro di numerose discussioni e polemiche , relative soprattutto alle modifiche proposte nella riforma “buona scuola”.
Nello specifico ci si è interrogati su quanto la scuola italiana conquistasse e fosse fonte di apprezzamento per gli studenti tra la scuola media e il liceo.
Difatti ,dal rapporto quadriennale sulla salute e il benessere dei ragazzi europei ,emergono dati che fanno fortemente dubitare propensione allo studio e passione.
Lo studio “OMS “rivela che circa il 70% degli studenti italiani non manifesta stimoli o particolare motivazione a studiare per interesse personale ;al contrario emergono atteggiamenti di tensione e di forte stress da parte dei professori.
Molti alunni in particolare ammettono di impegnarsi esclusivamente per soddisfare il proprio corpo docente , e l’aspetto più contraddittorio che viene evidenziato e messo in luce è talvolta la totale assenza di un programma meritocratico , che permetta di premiare studenti che si impegnano e si applicano maggiormente.
L’OMS inoltre diffonde la notizia che gli unici paesi a palesare una condizione scolastica meno favorevole sarebbero l’Estonia ,la Grecia e il Belgio.
Anche Franco cavallo , ordinario di epidemiologia all’università di Torino sottolinea quanto questi risultati rappresentino un segnale concreto e preoccupante di un sistema confuso e disorganizzato , senza tralasciare l’aspetto umano quindi lo stress percepito dallo studente in termine di ore di studio , impegno e partecipazione durante la giornata scolastica.
Si tratta di situazioni molto spesso sgradevoli e poco piacevoli , che pongono un interrogativo non indifferente.
Quale è l’effettivo e reale scopo della scuola ?
A detta di molti , dovrebbe in primo luogo trattarsi di un contesto positivo e piacevole, dove lo studente possa trovarsi e sentirsi a proprio agio ma soprattutto esprimersi e poter conoscere se stesso e gli altri.
La scuola deve essere prima di tutto il contesto formativo per eccellenza , un luogo educativo , che permetta ad ognuno di diventare cittadino del proprio paese e del mondo.
di Arianna Di Bitetto – Liceo Dante Alighieri di Roma