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Le regole ai figli

Eleonora Ciotti 2 A I.C. Pallavicini-plesso Bachelet-Roma

 

Il 90% degli adolescenti possiede un cellulare in tasca, attraverso il quale vive in simbiosi e in iperconnessione con i sui coetanei e su i social. Intorno ai 12 e 13 anni gli adolescenti chiedono in regalo un cellulare. Quando si danno questi apparecchi ai bambini,si deve confederare che verranno utilizzati per molti aspetti della loro vita: amori, amicizie, compiti, video, musica, giochi, emozioni, ma offrire anche la possibilità per gli adulti di essere a loro volta in comunicazione perenne con i figli che muovono i primi passi verso la libertà. L’età a cui si possiede un cellulare si sta abbassando radicalmente, il 44% tra i bambini tra gli 8 e i 10 anni, e addirittura il 17% a 7 anni.

Paolo Ferri, docente alla Bicocca di Milano e autore di fondamentali saggi nativi digitali, spiega che l’uso compulsivo del cellulare è causato dai genitori. Fino a 10 anni non sono i bambini a chiederlo, ma sono i genitori che glielo regalano perché si sentono in colpa di non passare molto tempo con il proprio figlio e quindi con il telefono hanno la possibilità di chiamarlo. Secondo Ferri non bisogna vietare l’uso del telefono ma avere regole rigide, come tenerlo spento la notte, a tavole, quando si studia. I ragazzi attraverso lo smartfone chattano con gli amici perché è più facile che parlare faccia a faccia, a volte si dicono cose che di persona non si avrebbe mai avuto il coraggio di dire. I ragazzi hanno bisogno di una rieducazione alle relazioni vere, fisiche, verbali, non solo virtuali. In America Janell Burley Hofmann ha regalato un telefono a suo figlio ma con regole rigide “il telefono è mio, te l’ho comprato io”, “saprò sempre la password”, ”sii educato quando rispondi”, “ogni tanto lascia il telefono a casa”, “alza lo sguardo dal cellulare e guarda il mondo che ti circonda”.

Secondo Matteo Lancini, uno psicologo e psicoterapeuta, non servono regole rigide perché magari a casa i ragazzi le seguono, ma poi escono e si connettono ovunque. Pensa che invece di chiedere “come è andata a scuola?” sarebbe meglio chiedere “cosa hai messo di nuovo sul telefono?”. Dice che schematizzare la vita dei propri figli è impossibile, ma si possono recuperare i rapporti reali e magari guardarsi negli occhi.

Eleonora Ciotti 2 A

I.C. Pallavicini-plesso Bachelet-Roma

2016-05-09T12:43:02+02:00