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L’effetto Giulietta: ecco perché a tua madre e a tua sorella non piace il tuo ragazzo

Angelia Rjel Ben Arquero Liceo Classico Statale “Galileo” di Firenze

 

Uno studio svolto nell’Università norvegese di scienza e tecnologia dai professori Leif Edward, Ottesen Kennair e Robert Biegler ha cercato di scovare la ragione per la quale le madri tendano a criticare il fidanzato della figlia con allarmante regolarità. Iniziata anni fa, la ricerca evidenzia che la disapprovazione materna è presente persino nelle sorelle: tutto ciò è spiegato tramite l’effetto Giulietta, chiamato così in ricordo alla meravigliosa tragedia di William Shakespeare nella quale la signora Capuleti, madre di Giulietta, disapprova l’amore della figlia nei confronti del giovane Montecchi e vorrebbe che ella spossasse il Conte Paride.
Secondo il parere dei professori del Dipartimento di Psicologia dell’ateneo norvegese questo comportamento ha motivazioni genetiche ed è in funzione dei punti di vista. Le partecipanti alla ricerca hanno dovuto descrivere le caratteristiche che ricercano in un partner sia per se stesse che per le sorelle. I risultati sono apparsi gli stessi nella maggior parte dei casi: fedeltà, serietà e affidabilità. Allo stesso tempo però è risultato anche che queste qualità sono più importanti per il partner della sorella, mentre il fascino, la sincerità e le capacità sessuali sono più rilevanti nella scelta del proprio compagno. In aggiunta a queste qualità di tipo morale, ci sono quelle fisiche. I professori infatti spiegano che tendenzialmente le donne scelgano un compagno attraente per trasmettere i suoi geni ai figli, perché i figli di bell’aspetto hanno maggiore possibilità di trovare a loro volta un partner. Diversa è l’opinione delle famiglie, che invece valutano la capacità di offrire un sostegno a lungo termine e persino dei vantaggi per le famiglie stesse. Ed è proprio questo che accomuna madri e sorelle nella critica del partner della figlia/sorella: non deve mettere a rischio la trasmissione dei geni e deve contribuire nell’educazione di figli. Ma in contrapposizione a questo atteggiamento, la scelta che farebbero madre e sorella se loro stesse fossero in cerca di un compagno, prevarrebbe verso il così detto ‘rubacuori’, cioè esattamente il contrario di ciò che suggerirebbero alla figlia o alla sorella.
Un aspetto interessante di questo studio è il fatto che sia stato realizzato in Norvegia, nazione ricca e culturalmente avanzata che con questa ricerca dimostra che, anche se le donne sono indipendenti dal punto di vista economico, i requisiti richiesti per la ricerca di un partner sono comunque simili a quelli di un paese in cui sono le famiglie a scegliere il compagno di vita dei figli. Infine i ricercatori evidenziano il fatto che in questa scelta non intervengono nessuna circostanza morale e che si tratta semplicemente di trasmissione di geni.

Angelia Rjel Ben Arquero
Classe 1B – Liceo Classico Statale “Galileo” di Firenze

2016-07-25T14:03:32+02:00