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Lettera d’addio da una torre in fiamme

Beatrice Nicastro Scuola Secondaria di primo grado "Pieraccini" di Firenze

 

Una nube di fumo nero avvolge il palazzo in fiamme. Sento, vicino a me, urla e pianti. Tante persone sono al telefono, altre, invece, piangono guardando giù dalle finestre. Fermate il mondo! Voglio scendere! Questa giostra continua mi ha stufato, non voglio più giocare…
Tra tutte queste persone, probabilmente io sono quella che si nota meno sono la ragazza appoggiata al muro, vicino al cestino della carta. Non piango, non sospiro e non parlo al telefono. So già cosa accadrà: è inutile disperarsi. Poggio il mio mento sui palmi sudati, e cerco di svuotare la mente. In situazioni di panico, di solito, solo il suono dei versi dei gabbiani riesce a calmarmi, ma ormai non c’è più nulla da fare. Le persone intorno a me non capiscono: non c’è più scampo.
È passata un’ora dall’inizio dell’incendio, e mi sento più vicina ai morti che ai vivi adesso: la terra mi sta cadendo sotto i piedi, non riesco a sopportare tutto questo. Se c’è un Dio, lì, da qualche parte, vi prego, ditegli di aiutarci.
Tutti si stanno dando da fare qui: chi cerca di fermare l’incendio, chi di trovare una via di fuga. Ma non c’è più scampo. Se Lui ha deciso di farci morire, moriremo.
Se stai leggendo questa lettera, sappi che ho lottato, che non mi sono arresa subito. Sappi anche che mi manchi, e che anche se la terra mi sta cedendo sotto i piedi, anche se vivrò ancora per pochi minuti, io ti voglio ancora bene.
Ti avevo promesso che saremmo rimasti insieme per sempre: io e te, amici per la vita. Non sono riuscita a mantenere quella promessa, scusami.
Mi sono sempre chiesta se, quando tutto fosse andato a rotoli, tu mi saresti rimasto vicino. E sono felice di annunciare al mondo che è così.
Mi manchi già. Perché so che da qui a poco non ti vedrò più per tanto tempo, ma so aspettare. O almeno, lo so fare per le cose a cui tengo.
Noi due siamo come i pianeti del sistema solare: anche se sono lontani, si mantengono vicini con la forza dell’amore.
Spero che tu continui ad essere felice, anche quando non ci sarò più.
Le mura stanno crollando, sento le persone urlare. Credo che sia arrivato il momento.
Mi mancherai, ma non essere triste: io sarò sempre lì con te, a ricordarti che sulle altalene, più in alto vai, più sei vicino al cielo.
Ciao, nonno

Quella stessa mattina dell’11 settembre una squadra di pompieri di New York trovò un foglio bruciacchiato vicino al luogo del disastro. Era una lettera, ed era ancora integra. Sopra c’era scritto il destinatario, e quando i pompieri glielo consegnarono, l’anziano signore pianse.
Ma continuò ad andare sulle altalene, perché sapeva che era l’unico modo per essere più vicino al cielo e alla sua bambina.

Beatrice Nicastro
Classe 2B – Scuola Secondaria di primo grado “Pieraccini” di Firenze

2016-04-14T14:34:33+02:00