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L’Europa inizia a Lampedusa con 12.000 ambasciatori accoglienza

ROMA – Trentuno scuole nel 2016, 35 nel 2017, 500 studenti a Lampedusa in due anni, 12.000 ragazzi coinvolti negli incontri di disseminazione organizzati dalle scuole, 13 Paesi partecipanti. Sono i numeri de ‘L’Europa inizia a Lampedusa’, il progetto promosso dal ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca in collaborazione con il Comitato Tre Ottobre, giunto […]

ROMA – Trentuno scuole nel 2016, 35 nel 2017, 500 studenti a Lampedusa in due anni, 12.000 ragazzi coinvolti negli incontri di disseminazione organizzati dalle scuole, 13 Paesi partecipanti.

Sono i numeri de ‘L’Europa inizia a Lampedusa’, il progetto promosso dal ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca in collaborazione con il Comitato Tre Ottobre, giunto oggi al suo evento conclusivo, con l’incontro tra studenti e docenti che hanno partecipato al progetto e la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli nella sala della Comunicazione di viale Trastevere a Roma.

Durante l’incontro la ministra Fedeli, il direttore di Cittalia-fondazione Anci Luca Pacini e il presidente del Comitato Tre Ottobre Accoglienza Onlus Tareke Brhane, con il sostegno del comune di Lampedusa, hanno siglato un protocollo d’intesa triennale finalizzato alla promozione di attivita’ di sensibilizzazione sui processi di accoglienza e integrazione rivolte a ragazze e ragazzi degli istituti scolastici italiani e di altri Paesi europei.

Nato due anni fa, prima dell’approvazione delle legge istitutiva del 3 ottobre come Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, anche grazie all’impegno del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) gestito dal ministero dell’Interno, il progetto ha coinvolto studenti italiani, austriaci, francesi, spagnoli, maltesi, che dal 30 settembre al 3 ottobre 2017 sono stati impegnati in workshop, incontri, faccia a faccia con i migranti e i superstiti. Una comunita’ di giovani, migranti e addetti ai lavori si sono ritrovati a Lampedusa uniti nel ricordo di quel terribile 3 ottobre del 2013, quando, a largo di Lampedusa, 368 persone persero la vita nel naufragio di uno dei tanti barconi che in questi anni hanno attraversato il Mediterraneo per approdare sull’isola. Obiettivo dell’iniziativa, creare una generazione piu’ consapevole e sensibile ai temi dell’accoglienza e dell’integrazione, pronta a confrontarsi con il fenomeno delle migrazioni, che non guardi a chi arriva in Europa in cerca di rifugio come ad una massa informe, ma come persone in carne ed ossa con storie, spesso di sofferenza, da raccontare e rielaborare.

 

Un obiettivo raggiunto dagli studenti, che hanno raccontato la loro esperienza e hanno detto la loro su un fenomeno, quello delle migrazioni, che a Lampedusa hanno potuto osservare da vicino. Proprio i ragazzi sono stati definiti da Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre “i nostri ambasciatori”: “Sono rimasto molto colpito vedendo quante scuole in questi due anni hanno risposto al progetto, le loro attivita’ dovrebbero uscire dalla dimensione locale– dichiara all’Agenzia di stampa Dire Brhane- Siamo rimasti anche un po’ sorpresi dall’attivita’ degli studenti, per questo prendiamo l’impegno di rafforzare questa rete“. Rete che si consolida proprio grazie al protocollo, che permettera’ agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di diventare protagonisti attivi della lotta alle discriminazioni. Questa battaglia trova casa proprio a Lampedusa, dove all’interno del Museo dell Fiducia e del Dialogo e’ stata inaugurata, lo scorso 3 ottobre, una ‘sezione giovani’, dove verranno raccolte opere artistiche, fotografiche e video, testimonianze e testi in versi e in prosa, realizzati dai ragazzi.

L’esperienza fatta dagli studenti grazie a questo progetto e’ costruttiva e il comune di Lampedusa continuera’ a sostenerla” dichiara nel suo intervento il sindaco di Lampedusa e Linosa Salvatore Martello, ricordando come la storia dei migranti non inizi dal loro approdo sull’isola, ma dal viaggio in mare. Un mare, il Mediterraneo, diventato culla di temi come l’interdipendenza globale, i diritti umani e l’educazione interculturale. E grazie al quale, la scuola italiana sbarca a Lampedusa, diventando luogo di incontro, relazione e scambio. Un progetto da esportare in Europa, come sottolinea la ministra Fedeli, che ribadisce l’importanza di attivarsi su questi temi quotidianamente “perche’ l’accoglienza e’ una responsabilita’ del sistema Paese, non solo di Lampedusa”. conoscere il cubo.

Fedeli: “L’accoglienza e’ una responsabilita’ del Paese, non solo di Lampedusa”

Spero davvero che ‘L’Europa inizia a Lampedusa’ diventi un progetto europeo. Noi oggi firmiamo un protocollo con diverse realta’ e il sindaco di Lampedusa ha posto un tema sacrosanto: l’accoglienza e’ una responsabilita’ del sistema Paese, non solo di Lampedusa. Per questo la nostra attivita’ deve essere quotidiana, non limitata alla celebrazione del 3 ottobre“. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. “Gli elementi di questo progetto dovrebbero entrare nella formazione di ciascuno studente e ciascuna studentessa, ma anche in quella degli adulti– aggiunge Fedeli-. E’ importante che soprattutto i genitori siano interlocutori privilegiati su questi temi. Puo’ esistere un pluralismo di idee su come si governano i processi, non su principi e valori che sono nella nostra Costituzione. Spesso c’e’ confusione tra i valori e i processi“.

Valori, come quelli dell’uguaglianza, che sono contenuti all’interno della Costituzione italiana, in particolare all’art. 3: “Credo che sia importante la scelta del Miur di quest’anno di inviare a tutti gli studenti copia della Costituzione italiana, non solo perche’ ricorre il suo settantesimo anniversario– spiega- ma anche perche’ quella carta deve diventare la base dell’ingresso dei ragazzi nella societa’“. “Voglio parlare con voi di qualcosa che ancora circola in Europa, la parola ‘razza’– prosegue la ministra dell’Istruzione- Dovete sapere che questa parola e’ stata mantenuta inserita in Costituzione non per ignoranza dei padri costituenti, ma perche’, dopo un dibattito approfondito, si e’ scelto di mantenerla per non far dimenticare a questo Paese che 80 anni fa furono approvate le leggi razziali. Non possiamo permetterci– conclude- di sentire adulti che usano questo termine dando un significato di sopraffazione e contrasto ai diritti umani“.

2018-01-23T16:50:36+01:00