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Paulo Sousa: la bella Fiorentina ha trovato il suo uomo

Simone Torricini Liceo Classico "Galileo" di Firenze

Spensieratezza. Entusiasmo. Concretezza. Eccole le main features del nuovo ciclo, apparentemente vincente, orchestrato tramite un progetto a lungo termine a partire dalla brusca chiusura del precedente. Alla luce della vera e propria tempesta scaturita dalle vicende Neto, Montella e Salah in rapida successione al termine della scorsa stagione, Firenze necessitava di quiete e contemporaneamente della naturale formazione di una nuova atmosfera, più idonea alle tradizioni della città e al calore del popolo gigliato. Proprio da questo presupposto la società è partita, nel bel mezzo della calura estiva, alla ricerca di un personaggio che, in veste di allenatore, fosse in grado di ricoprire allo stesso tempo la figura di leader e in particolar modo quella di icona, una vera e propria immagine in cui Firenze si sarebbe dovuta riconoscere. È così arrivato Paulo Sousa, ben presto divenuto l’artefice massimo degli attuali successi della Fiorentina, l’imperturbabile condottiero di un gruppo affiatato che riesce a far pendere dalle proprie labbra, insomma l’icona che tutta la città andava cercando. Le belle parole citate in apertura non sono altro che i principi sui quali si fondano le idee del portoghese, che sin dal primo giorno di ritiro in quel di Moena si è imposto il diktat di inculcare nei suoi uomini quella che egli stesso definisce “mentalità vincente”, specificando come essa non appartenga soltanto a colui che effettivamente vince, bensì a chi scende in campo con la voglia di vincere, sempre. Paulo (ormai dai più italianizzato “Paolo”) è il vero grande acquisto del tanto bistrattato calciomercato estivo, che tra uno sbuffo e qualche scrollata di spalle ha visto arrivare a Firenze alcuni soggetti non del tutto da sottovalutare, a dimostrazione del fatto che spesso e volentieri le critiche “a prescindere” lasciano il tempo che trovano. Nonostante Cupido abbia tardato lievemente nello scoccare la divina freccia (come dimenticare le gelide iscrizioni murali anti-Sousa nell’immediato post-tempesta…), l’amore tra Firenze e il suo nocchiero lusitano è sbocciato con una fluidità più unica che rara. L’augurio dei fiorentini è che l’ambiente creatosi negli ultimi mesi continui ad incrementare in positivo, di modo da costituire il vero e proprio “dodicesimo uomo” da cui questa Fiorentina avrà bisogno di essere sostenuta per arrampicarsi sopra agli altri ed acchiappare il suo sogno. Qual è il sogno, però, non lo diciamo…

Simone Torricini 4E
Liceo Classico “Galileo” di Firenze

2016-03-09T17:44:37+01:00