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“Quarant’anni senza Peppino Impastato”, gli studenti ricordano a Cinisi il giornalista ucciso dalla mafia

CINISI – Entusiasmo e coinvolgimento hanno scandito la giornata del 9 maggio con una folla di studenti radunata intorno al casolare di contrada Feudo, a Cinisi, per ricordare Peppino Impastato nei luoghi in cui fu assassinato dalla mafia 40 anni fa. I ragazzi sono arrivati da ogni parte della penisola, dalla Toscana, dal Lazio, dalla […]

CINISI – Entusiasmo e coinvolgimento hanno scandito la giornata del 9 maggio con una folla di studenti radunata intorno al casolare di contrada Feudo, a Cinisi, per ricordare Peppino Impastato nei luoghi in cui fu assassinato dalla mafia 40 anni fa.

I ragazzi sono arrivati da ogni parte della penisola, dalla Toscana, dal Lazio, dalla Liguria, Lombardia, Campania, Puglia ed in prevalenza da diverse città della Sicilia, tutti uniti per partecipare al presidio organizzato dall’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” e per ascoltare dalla viva voce di Giovanni Impastato e dei compagni di Peppino, chi era il giovane militante che, con sferzante ironia, denunciava e lottava contro Cosa Nostra.

Il casolare si trova su una piccola striscia di terreno delimitata dall’aeroporto Punta Raisi e dai binari della ferrovia, dove il 9 maggio 1978 fu rinvenuto il corpo senza vita del giornalista siciliano. E’ qui che è avvenuta la premiazione dei vincitori del bando indetto per le scuole “Azioniamo la memoria. Quarant’anni senza Peppino Impastato” con la partecipazione di 65 scuole provenienti da tutto il territorio nazionale.

Vincitori per la sezione video inchiesta con uno storytelling dedicato ai diritti umani, anche i ragazzi del Liceo Scientifico Statale “Galileo Galilei” di Catania, accompagnati dalla professoressa e referente per la Legalità, Mariangela Testa. “Siamo qui con una delegazione di 50 studenti- ha spiegato la professoressa Testa- per continuare un percorso di conoscenza sulla storia di Peppino Impastato. Un percorso che ha coinvolto anche le classi di I anno dal mese di aprile, con la visita di Giovanni Impastato alla nostra scuola. I ragazzi hanno necessità di sentirsi genuini e di vivere con gioia la lotta per una società migliore”.

Numerosi gli striscioni scritti dai partecipanti provenienti dal mondo delle scuole e delle associazioni: “Fuori la Mafia dallo Stato! Fuori lo Stato dalla Mafia!” è la scritta dell’Osservatorio antimafie di Monza e Brianza “Peppino Impastato”, “Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo”, è lo slogan di una delle tante scuole partecipanti, “La mafia uccide, il silenzio pure”, è lo storico striscione realizzato 40 anni fa dai compagni di Peppino, che nella giornata di ieri è stato portato lungo il corteo da Terrasini a Cinisi.

Tra gli amici di Peppino Impastato, l’artista Giacomo Randazzo che ha accolto i visitatori nei locali attigui a casa Memoria. “Sono stato socio del Circolo Musica e Cultura fondato da Peppino nel 1976. “Peppino- racconta- era molto più preparato di noi e noi lo seguivamo. A Cinisi, svolgevamo attività culturali con cineforum, mostre d’arte, spettacoli musicali, teatrali, ed eravamo impegnati nella denuncia degli atti mafiosi, responsabili di scempio e sfacelo sul nostro territorio”.

Tra convegni, dibattiti, libri, musica, mostre fotografiche, il programma di eventi in memoria del 40esimo anniversario della morte di Peppino Impastato, iniziato il primo maggio, si è concluso il 10 maggio con la manifestazione “in vespa contro la mafia”. Il corteo è partito da Casa Memoria ed è giunto a Portella della Ginestra, per ricordare l’eccidio di 12 lavoratori avvenuto il primo maggio del 1947, durante la Festa del Lavoro, per mano della banda di Salvatore Giuliano.

2018-05-10T14:11:50+02:00