hamburger menu

Sanremo visto da noi: terza serata. L’articolo di Emanuele Caviglia

(L’articolo dello studente Emanuele Caviglia nell’ambito dell’iniziativa Sanremo visto da noi) Quando Sanremo non è solo musica: la storia dei cartellini sulle magliette de “Lo stato sociale” Sanremo per il sociale. Il festival della canzone italiana non è solo un talent, ma anche passato, ricordi, storie. Stavolta tutto ciò ha ben poco a che fare con […]

(L’articolo dello studente Emanuele Caviglia nell’ambito dell’iniziativa Sanremo visto da noi)

Quando Sanremo non è solo musica: la storia dei cartellini sulle magliette de “Lo stato sociale”

Sanremo per il sociale. Il festival della canzone italiana non è solo un talent, ma anche passato, ricordi, storie. Stavolta tutto ciò ha ben poco a che fare con la musica, perché il gruppo “Lo stato sociale” durante la sua esibizione ha fatto qualcosa di molto inusuale: ognuno di loro infatti ha attaccato alla propria maglietta un cartellino con un nome scritto sopra. Nomi che a noi non dicono niente. Un’altra storia infatti. Ma chi sono davvero Domenico, Marco, Antonio, Massimo e Roberto? Loro sono ex operai, metalmeccanici della Fiat vittime di un sopruso che va oltre i limiti non solo della dignità ma anche della pura e semplice logica. Pochi anni fa, a seguito dei licenziamenti di tantissimi colleghi operai, tre di loro, con una famiglia da mantenere ed economicamente sul lastrico, si sono tolti la vita; a seguito di ciò i cinque, non volendo rispondere alla violenza con violenza hanno scelto l’ ironia, la satira, inscenando un quarto suicidio, quello dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. Con l’accusa di istigazione al suicidio, i cinque sono stati licenziati dalla loro azienda, trascinati in tribunale, condannati dal giudice unico. Hanno fatto appello però, è il caso di dire vincendo la battaglia ma non la guerra. Da quando la Corte d’Appello del Tribunale di Napoli, a settembre 2016 ha dichiarato illegittimo il loro licenziamento, avendo riconosciuto il diritto di criticare il loro datore di lavoro e di continuare a percepire lo stipendio, di contro Domenico, Marco, Antonio, Massimo e Roberto sono stati inabilitati a lavorare per l’azienda. Reintegrati ma a casa. “Zero ore”. Una decisione assurda, che li priva di un diritto presente anche nella Costituzione italiana, ma che ancora blocca il ritorno dei cinque in fabbrica. Tra tentativi di dialogo con Marchionne, lettere a Mattarella e tanto altro ancora, la loro vicenda non è giunta ad un lieto fine. Non ancora almeno.

Che con i bigliettini, a Sanremo, possa essere la volta buona?

di Emanuele Caviglia

2018-02-09T16:46:26+01:00