Quando la luna si levò nel cielo i castori uscirono dalla porta della loro tana sotto il lago e a nuoto raggiunsero la riva. S’inoltrarono nel bosco di betulle e, dopo essersi assicurati che tutt’intorno non ci fossero nemici, incominciarono a lavorare. Rosicchiavano i tronchi e, ad ogni morso levavano un pezzo di corteccia, che poi si affrettavano a mangiare. Solo un castoro non lavorava.
Veniva chiamato Castorotopo perchè si nascondeva e usciva solo di notte quando tutti dormono.
Quella notte il Castorotopo uscì dall’albero per prendere alcune provviste ma non sapeva che i castori stavano lavorando così appena lo videro lo sorpresero e lo portarono dal cosìddetto Castriofo che per i castori voleva dire “grande divinità”.
Il Castorotopo quando fu portato davanti al Castriofo tremava tantissimo;il Castorotopo venne messo in una sottoterra.
Fortunatamente aveva dei topi come amici che per i castori di giorno divorano il loro raccolto.
Quando i topi videro il Castorotopo lo liberarono, ma prima di farlo avevano scavato un canale sotto il lago dove vivono i castori così da fargli sparire tutta l’acqua e portarla nella tana dei topi.
Il Castorotopo fuggì ma attivò un allarme che così da far smettere i castori di lavorare e fargli notare che non c’era più acqua e nemmeno il prigioniero. I castori preoccupati cercarono un modo per mettere fine a tutto questo e a uno di loro venne un’idea e così realizzarono la macchina “trotatopi”.
Il Castorotopo e i suoi amici topi ritornarono per chiedere scusa e restituire l’acqua, ma i castori non lo sapevano così li catturarono in una rete.
Il Castorotopo disse la verità ma i castotri li lasciarono a quel punto liberi e vissero tutti felici e contenti.
RIKI PODDER
classe IVC I.C. Roiano-Gretta Trieste
scuola primaria U. Saba