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Lisa Pathfinder, la storica avventura è cominciata. Vega, lancio riuscito

E’ partito all’alba del 3 dicembre dalla base di Kourou, in Guyana francese, il viaggio del satellite europeo Lisa Pathfinder, la speranza dell’astrofisica che punta tutto sulla caccia alle onde gravitazionali. L’obiettivo della missione è infatti quello di riuscire a scovare nello Spazio qualcosa che al momento è sfuggente e inafferrabile, cioè quelle increspature nello […]

4 Dicembre 2015

E’ partito all’alba del 3 dicembre dalla base di Kourou, in Guyana francese, il viaggio del satellite europeo Lisa Pathfinder, la speranza dell’astrofisica che punta tutto sulla caccia alle onde gravitazionali.

L’obiettivo della missione è infatti quello di riuscire a scovare nello Spazio qualcosa che al momento è sfuggente e inafferrabile, cioè quelle increspature nello spazio-tempo il cui profilo venne tracciato per la prima volta da Albert Einstein nella Teoria della Relatività, pubblicata il 2 dicembre di cento anni fa.


LISA Pathfinder 2

Fu Einstein a predire l’esistenza delle onde gravitazionali, generate dall’accelerazione di due oggetti massivi, di cui però nessuno strumento scientifico ha mai rilevato traccia. Di fatto, ad oggi non ne esistono dimostrazione empiriche. Lisa Pathfinder vuole cambiare la Storia e riuscire a intercettare questi messaggeri elusivi di spostamenti cosmici.

Le onde gravitazionali sono talmente esili da essere risultate finora impercettibili: basti pensare che quelle generate da una coppia di buchi neri sarebbero più piccole di un atomo.
Lisa Pathfinder ha il delicato compito di testare le straordinarie tecnologie necessarie per osservare le onde dallo Spazio. E’ il primo importante e insostituibile passo di un progetto più complesso, che prevede l’impegno dell’Agenzia spaziale europea per costruire il primo osservatorio spaziale di onde gravitazionali. E’ questa la terza grande missione del programma Cosmic Vision, la cui completa realizzazione è attesa per il 2034 con il progetto e-Lisa.


LISA Pathfinder 1

Il cuore della missione di Lisa Pathfinder è costituito da una coppia di cubi di oro e platino che misurano 46 millimetri e distano 38 centimetri l’uno dall’altro. Saranno isolati dall’ambiente esterno e da tutte le forze che potrebbero agire su di loro, fatta salva quella di gravità. La missione permetterà a questi cubi la caduta libera nello Spazio nell’ambiente più ‘puro’ possibile e monitorerà la loro posizione con stupefacente precisione, con la speranza di intercettare le onde gravitazionali.

A portare in orbita Lisa Pathfinder è stato il gioiellino Made in Italy Vega, lanciatore di sicura esperienza che ha alle spalle sei lanci dal 2012 ad oggi e che nasce negli stabilimenti Avio di Colleferro, vicino Roma. Adesso ci sono varie fasi da affrontare per Lisa. Il satellite sarà infatti parcheggiato in un’orbita di passaggio. Accenderà, poi, i suoi propulsori per spostarsi a circa 1,5 milioni di chilometri dal pianeta Terra per orbitare intorno al cosiddetto L1, il primo punto di Lagrange che segna il momento di equilibrio gravitazionale tra Sole e Terra.

Importante il contributo italiano alla missione, sia dal punto di vista scientifico che tecnologico. I sensori inerziali, strumenti di alta precisione di fondamentale importanza per la sonda, sono stati realizzati dall’Agenzia Spaziale Italiana con prime contractor industriale CGS (Compagnia Generale per lo Spazio) su progetto scientifico dei ricercatori dell’Università di Trento con a capo il Principal Investigator Stefano Vitale dell’INFN. Alla missione partecipa anche il gruppo Finmeccanica: uno dei contributi di Selex ES è il sistema di micro-propulsione a gas freddo.



2015-12-04T12:53:30+01:00