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Dieci anni di orto sulla ISS, lo Spazio è green [VIDEO]

Orto sulla ISS: sono ormai dieci anni che vengono condotti studi nello Spazio per capire come far germogliare le piante oltre atmosfera.

8 Luglio 2016

Orto sulla ISS

Dopo 200 giorni di missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, Samantha Cristoforetti espresse un desiderio gastronomico: quello di mangiare un’insalata, magari con i pomodori. Per lei è stato impossibile consumare a bordo un pasto fresco e vegetale, ma per gli astronauti del futuro non sarà un sogno irrealizzabile.

Sono ormai dieci anni che vengono condotti studi nello Spazio per capire come far germogliare le piante oltre atmosfera. L’obiettivo non è solo quello di sfamare gli equipaggi in orbita sulla ISS, ma anche quello di capire se sarà possibile esportare coltivazioni su pianeti diversi dalla Terra, per esempio su Marte.


Nelle NEWS:
Juno è arrivata su Giove
In Italia il primo spazioporto d’Europa?
Rosetta pronta allo schianto sulla ‘sua’ cometa
Hubble immortala una affollata culla di stelle


Dieci anni di orto sulla ISS

Proprio a inizio luglio, il 4, si sono celebrati i dieci anni di esperimenti verdi sulla Stazione spaziale. Era il 2006 quando lo space shuttle Discovery venne lanciato verso la ISS con a bordo l’European Modular Cultivation System.

Orto sulla ISS

Si tratta di una specie di serra ipertecnologica, sviluppata dall’ESA, in grado di fornire diverse condizioni di temperatura, luce, gravità e innaffiamento, per permettere agli astronauti di seguire la crescita delle piante nelle diverse condizioni, potendo anche intervenire per variarle.

Tra i risultati più importanti conseguiti grazie all’uso del mini laboratorio c’è la scoperta del fatto che le piante sono in grado di capire la gravità a cui si trovano. Percepiscono anche i livelli più bassi, facendo così sviluppare i germogli verso l’alto e le radici sotto terra.

Le coltivazioni sulla ISS

E’ dell’inizio 2016, invece, la fioritura più social e variopinta dello Spazio. A gennaio hanno fatto il giro del mondo le immagini di uno splendido esemplare di zinnia, un fiore simile alla margherita, che è sbocciato con i suoi petali arancioni a bordo della Stazione spaziale.

Piantata nel novembre 2015, grazie ai led rossi e blu a imitazione del Sole, acqua e terra, la zinnia è fiorita sotto gli occhi degli astronauti-giardinieri. Risale all’anno precedente invece il primo raccolto di lattuga, nato dall’esperimento Veggie. Si procede per successi e per errori, aggiustando il tiro coltivazione dopo coltivazione.

L’importanza delle coltivazioni nello spazio

Esperimenti di questo tipo sono importanti per le missioni nello Spazio profondo, quando gli astronauti dovranno fare affidamento sulle piante per nutrirsi e per avere ossigeno. Creare un avamposto umano sulla Luna o su Marte richiede naturalmente un livello di autonomia altissimo e la coltivazione di piante ricopre un ruolo essenziale.

Quello che gli scienziati cercano di scoprire è il modo in cui le piante crescerebbero sugli altri pianeti del Sistema solare, cioè se seguirebbero un ciclo vitale standard per noi terrestri o se, a un certo punto, impazzirebbero.

Gli esperimenti sulla Stazione spaziale internazionale servono non solo a preparare la colonizzazione di altri pianeti, ma anche a aumentare la nostra conoscenza su come sviluppare le colture in casa nostra. Infatti più cose sappiamo sulle piante più abbiamo buone possibilità di coltivarle al meglio, su Marte, sulla Luna e persino sulla Terra.



Juno è arrivata su Giove
Il viaggio della sonda Juno della NASA è iniziato quasi cinque anni fa, il 5 agosto del 2011, ed ora, dopo aver percorso tre miliardi di chilometri, ha raggiunto la sua meta. Il 4 luglio Juno è arrivata su Giove, il pianeta più grande del Sistema Solare. Manovre delicate e complesse hanno fatto sì che la sonda si inserisse nell’orbita gioviana. Adesso può iniziare la lunga esplorazione, che prevede, tra l’altro, anche una serie di fly by che ci mostreranno il volto di Giove come non lo abbiamo mai visto

In Italia il primo spazioporto d’Europa?
Turismo spaziale, spazioporti, servizi di addestramento in assenza di gravità di astronauti e piloti. Il ‘Commercial space transportation’ e i servizi a esso correlati rappresentano una rilevante opportunità di business per il sistema Paese e le imprese, che l’Italia potrebbe cogliere. E in questa direzione va l’accordo Memorandum of cooperation, firmato a Roma presso la Casa dell’aviatore dell’Aeronautica militare, dall’americana Federal aviation administration (Faa), l’Asi e l’Enac. Da questa firma potrebbe nascere la possibilità di creare il Italia il primo spazioporto del Vecchio continente

Rosetta pronta allo schianto sulla ‘sua’ cometa
Segnate la data sul calendario: il 30 settembre la sonda Rosetta dell’Esa concluderà la sua lunga e affascinante missione con uno schianto sulla superficie della cometa 67P Churyumov Gerasimenko. Dodici anni di missione e il contatto con le polveri della cometa l’hanno resa ormai quasi inattiva, e così tra un mese o poco più inizieranno le impegnative manovre per scrivere la parola ‘fine’ alla missione. L’orbita sarà resa sempre più ellittica per avvicinare la sonda, quindi verrà pilotato il suo ‘schianto’. Saranno preziose le ultimissime immagine che Rosetta catturerà prima del violento faccia a faccia.

Hubble immortala una affollata culla di stelle
Una frenetica attività stellare è stata individuata in una lontana porzione di cielo. Gli occhi che hanno frugato nella prolifica culla delle stelle sono quelli del telescopio Hubble. A undici milioni di anni luce dalla nostra Terra, Hubble ha trovato nella costellazione della Giraffa la galassia NGC 1569, all’interno di cui il tasso di riproduzione stellare è decisamente più elevato della norma

2016-07-08T12:52:30+02:00