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Helioclim: dai satelliti all’aria condizionata, inventato sistema a zero emissioni

Un sistema di condizionamento dell'aria a zero emissioni in grado di raffreddare un ambiente fino a 60 gradi sotto zero e riscaldarlo fino a 200 gradi usando solo l'energia del Sole

10 Giugno 2016

satelliti

Un sistema di condizionamento dell’aria a zero emissioni in grado di raffreddare un ambiente fino a 60 gradi sotto zero e riscaldarlo fino a 200 gradi usando solo l’energia del Sole: lo hanno creato quattro ingegneri spaziali di Thales Alenia Space al lavoro, a Cannes, su sofisticate tecnologie di satelliti a marchio ESA. Grazie a questo progetto ecofriendly, battezzato Helioclim, è possibile controllare la temperatura all’interno degli edifici senza inquinare.

Accendere l’aria condizionata è infatti una delle azioni più pericolose per l’ambiente a causa delle massicce emissioni di anidride carbonica che comporta e un intervento come quello di Helioclim potrebbe avere su larga scala un congruo impatto sui cambiamenti climatici in corso, combattuti anche con la progettazione di edifici zero-carbon.


Nelle NEWS:
– Rosetta, trovati sulla cometa elementi base della vita
– Funzionano i super occhi di Lisa Pathfinder
– Elon Musk punta dritto su Marte, vuole portarci l’Uomo entro il 2024
– A caccia del galeone sommerso con il drone


L’idea dei quattro ingegneri è quella di usare l’energia del Sole anziché quella elettrica per alimentare i sistemi di aria condizionata e di riscaldamento dei palazzi, riuscendo anche a scaldare l’acqua e a raffreddare i frigoriferi. I quattro del team sono Marie Nghiem, Yannick Godillot, Yann Vitupier e Charles Daniel: hanno usato le loro competenze in ambito spaziale per trovare delle soluzioni utili ai problemi terrestri.

Una delle aspirazioni delle politiche spaziali è proprio quella di creare uno scambio di conoscenze e tecnologie, lavorando su soluzioni utili a due ambienti tanto diversi come Terra e Spazio. In questo caso gli ingegneri si sono messi al lavoro sfruttando le loro capacità acquisite nel lavoro sui satelliti e l’abitudine al rigore che lavorare per lo Spazio comporta.

Niente è lasciato al caso. Ogni componente spaziale è progettata per resistere 15 anni ed è sottoposta a numerosi test per accertare non solo che sia sicura per il numero di anni programmato, ma anche in grado di fronteggiare le condizioni ambientali più ostiche.

Il sistema che hanno messo a punto sfrutta degli specchi solari curvi disposti sul tetto di un edificio per concentrare i raggi sui tubi e riscaldarne l’acqua fino a 200 gradi. L’acqua, pressurizzata, a quel punto entra in un’altra unità da cui può fornire sia temperature calde che fredde. Ma il modo in cui questo avviene è un segreto industriale. L’acqua che ne fuoriesce può avere una qualsiasi temperatura compresa tra -60 e +65 gradi e viene immessa nell’edificio per soddisfare le richieste di diverse temperature all’interno di ogni ambiente.

Il sistema funziona anche nei giorni nuvolosi grazie all’immagazzinamento dell’energia o all’uso di quella che viene dalle biomasse, altra fonte ‘pulita’.

Il team ci tiene a sottolineare che il progetto non prevede in nessun modo di generare elettricità dai pannelli solari per alimentare i tradizionali sistemi di condizionamento, ma sfrutta invece direttamente l’energia del Sole per riscaldare l’acqua dentro le varie unità e portarla poi alla temperatura richiesta. Un metodo innovativo, in grado di ridurre sensibilmente le dannose emissioni di anidride carbonica per salvare la nostra preziosa atmosfera. Un esempio di come Terra e Spazio collaborino in maniera proficua.



Rosetta, trovati sulla cometa elementi base della vita
Per la prima volta sono stati osservati su una cometa i mattoni della vita senza il dubbio che si tratti di una contaminazione. E’ successo grazie alla missione Rosetta dell’Esa, che sulla superficie di 67P Churyumov Gerasimenko ha scovato tracce di glicina e fosforo. La prima è il più semplice fra i 20 amminoacidi ordinari e si trova nelle proteine, mentre il secondo è un elemento chiave di tutte le forme di vita consociute. Il fatto che tracce così basilari siano state rinvenute su una cometa rafforza la tesi per cui la Terra sia forse meno ‘unica’ di quanto ritenuto: la via può essersi formata anche altrove.

Funzionano i super occhi di Lisa Pathfinder
Sono stati resi noti i primi risultati scientifici Lisa Pathfinder, la missione dell’Esa partita a caccia delle onde gravitazionali. Le informazioni che finora ha fornito sono molto incoraggianti: le tecnologie utilizzate nello Spazio funzionano a perfezione. Significa che la coppia di cubi di oro e platino è stata correttamente isolata dall’ambiente esterno e subisce gli effetti della sola forza di gravità. La missione permette a questi cubi la caduta libera nello Spazio nell’ambiente più ‘puro’ possibile. Il futuro a cui Lisa Pathfinder apre le porte è quello di eLISA, osservatorio spaziale atteso per il 2030.

Elon Musk punta dritto su Marte, vuole portarci l’Uomo entro il 2024
Il miliardario Elon Musk, fondatore della compagnia privata di viaggi spaziali Space X, non ha dubbi: riuscirà a portare l’Uomo su Marte e lo farà anche in tempi brevi, prima della Nasa. L’agenzia spaziale statunitense sta infatti progettando l’esplorazione del pianeta rosso per gli anni trenta del Duemila, mentre Musk punta al debutto della colonizzazione marziana almeno cinque anni prima. La sua idea è di fare ‘rodaggio’ alla navicella Dragon 2 con il trasporto da e verso la Stazione spaziale internazionale a partire dal 2017; un anno dopo la invierà su Marte, senza astronauti, mentre nel 2024 partirà anche l’equipaggio che, l’anno dopo, toccherà il suolo del pianeta rosso.

A caccia del galeone sommerso con il drone
Un drone subacqueo alla ricerca del “Galeone” di Pesaro, nave di fine ‘700 ancora sommersa in 3,50 metri di profondità a circa 150 metri dalla spiaggia nelle vicinanze della Palla di Pomodoro. Questo strumento tecnologico, innovativo e a basso costo, sarà aiuto indispensabile al servizio del patrimonio culturale durante la Veleggiata organizzata lungo la costa dell’Adriatico, con una ciurma formata esclusivamente da ragazzi delle scuole elementari e medie, provenienti da tutta Italia (diversamente abili inclusi). L’obiettivo del progetto, oltre a voler unire avventura, cultura e Natura, è quello di raccogliere fondi per creare il primo Parco Archeologico Subacqueo pro #GaleonePesaro

2016-06-10T14:07:31+02:00