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Le zone erogene femminili: alla ricerca del punto G

Il piacere è una realtà complessa e non può essere ridotta ad un'unica componente.

punto-gDa anni si discute sull’esistenza di una zona femminile eletta per il raggiungimento del massimo piacere, proprio perché la sessualità femminile, è una sessualità di mucosa, non d’organo come quella maschile, proprio per la sua caratteristica di interiorità, emozionalità, relazionalità e psichicità. È indubbio che esistano delle zone erogene, ciò delle aree più sensibili che se stimolate possono portare più facilmente all’orgasmo.

I primi studi sul punto “G”, vennero svolti da Ernest Grafenberg, ginecologo tedesco, che oltre 50 anni fa divenne famoso, appunto per la presunta scoperta. La scientificità di questa scoperta non è affatto dimostrabile e, negli anni a seguire, moltissimi studiosi si sono imbattuti in queste strade impervie e scarsamente dimostrabili, che correlano la complessità del piacere femminile al punto G.

Il punto G, dovrebbe risiedere tra l’apparato urinario e genitale di alcune donne, proprio perché è una reminiscenza dell’uretra maschile, un retaggio filogenetico e forma un angolo di 35 gradi con la parete laterale dell’uretra. Questo piccolo bottone del piacere, è composto dallo stesso tessuto del pene e del clitoride, ricco di terminazioni nervose , che correlano al piacere.

Un gruppo di studiosi italiani dell’Università dell’Aquila e di Tor Vergata, unitamente ad autorevoli colleghi francesi e messicani, hanno pubblicato una ricerca sulla rivista scientifica internazionale Nature Reviews Urology, glissando sul tanto inquisito “bottone del piacere sessuale femminile” -il punto G- fino ad arrivare alla scoperta di una nuova zona corporea responsabile della risposta orgasmica della donna. Gli studiosi, capitanati dal prof. Emmanuele A. Jannini, professore di endocrinologia e sessuologia all’università dell’Aquila, si sono accorti- utilizzando per primi un’indagine ecografica, in condizioni di riposo e durante i rapporti sessuali- che il punto G non solo non è un punto, ma non si chiama G. L’area interessata è ben più estesa ed ampia e si chiama CUV. Gli autori sostengono che la vagina non è un organo passivo, ma una “struttura altamente dinamica” con un ruolo attivo nell’eccitazione sessuale. I rapporti anatomici e le interazioni dinamiche tra clitoride, uretra e parete vaginale anteriore hanno portato al concetto di complesso clitoro-uretro-vaginale, «CUV».

Ad ogni modo, sarebbe riduttivo pensare che la sola stimolazione di una zona possa portare all’orgasmo visto che il piacere è una realtà ben più complessa, in cui entrano in gioco la fantasia, la relazione, l’emozione, lo stato d’animo e che quindi non può mai essere trattata come una componente a se stante.

Alla fine poco importa sapere con precisione quale parte del corpo sia più sensibile, di solito quando si è coinvolti totalmente in un rapporto tutto avviene magicamente da sé, al di là delle conoscenze scientifiche specifiche.

Lo sapevi che…

Da anni si continua a parlare del punto G , ma pare esistano anche i punti A, K, U. E neppure i maschietti si sottraggono a questo elenco alfabetico del piacere , con i punti G e L.

Anticamente, nella cultura orientale, quando si parlava di sessualità femminile, oltre alla zona clitoridea, veniva evidenziata una “zona misteriosa” dei genitali femminili, che corrispondeva al piacere sessuale: il “punto del sole” o “punto di piacere”.

Questa zona, negli antichi testi filosofico-religiosi correlava chiaramente al piacere femminile.

I sessuologi Vincenzo e Giulia Puppo, del Centro italiano di sessuologia, dopo una lunga review sull’anatomia femminile, pubblicata su Clinical Anatomy, hanno concluso che l’unica via per l’orgasmo femminile passa per la stimolazione clitoridea diretta. La buona notizia, secondo i Puppo, è che l’orgasmo sarebbe sempre possibile “per tutte le donne”. Il lavoro, com’era facile aspettarsi, ha causato qualche alzata di sopracciglio. Kayt Sukel, del New Scientist, dice di “essersi un po’ persa” tra le osservazioni dei sessuologi italiani. Gli autori, secondo Sukel, hanno trascurato tutti gli studi al di fuori del campo anatomico che esaminano, per esempio, le funzioni del nervo vago o la stimolazione diretta della cervice, che può portare all’orgasmo le donne paralizzate. Ma anche il ruolo della psiche. L’eccitazione e il piacere passano anche (forse soprattutto) da lì.

Dubbi e domande…

Anonima
Solo poche volte sono riuscita a raggiungere l’orgasmo e non riesco a capire perchè…


Nel film Tutte lo vogliono Chiara (Vanessa Incontrada)  soffre di anorgasmia e cerca una nuova versione di gigolò moderno che promette risultati eccellenti e appaganti…


2021-02-11T10:29:19+01:00