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Vittime terrorismo. Marco Biagi, il coraggio del riformismo

Oggi e domani le commemorazioni in ricordo del professore

ROMA – Stava percorrendo in bicicletta il tratto che separava la stazione dalla sua abitazione di via Valdonica, di ritorno da Modena dove insegnava alla Facoltà di Economia. 

Una sera come tutte le altre, quella del 19 marzo 2002,  in cui Marco Biagi, trovò la morte per mano di un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse. “Con questa azione combattente le Brigate Rosse attaccano la progettualità politica della frazione dominante della borghesia imperialista nostrana”, recitava il documento di rivendicazione inviato la notte stessa del 19 marzo a 500  agenzie e quotidiani.

Marco Biagi, professore di Diritto del Lavoro e consulente del ministro del Lavoro  Maroni, pagò con il sangue la riforma  per una maggiore flessibilità del lavoro di cui si era fatto promotore e che venne approvata un anno dopo la sua morte. Era consapevole Biagi, di essere nel mirino delle nuove organizzazioni terroristiche, che già alla fine degli anni Novanta uccisero Massimo d’Antona, anche lui a lavoro per una proposta di ristrutturazione del mercato del lavoro. 

”Sai babbo, provo ancora tanta rabbia per il fatto che lo Stato e le Istituzioni ti abbiano completamente e gravemente abbandonato lasciandoti senza scorta con la quale ora saresti ancora qui con me Francesco e la mamma”, ha scritto in una lettera aperta -pubblicata da ‘Quotidiano Nazionale’– il figlio del giuslavorista ucciso, Lorenzo Biagi, ricordando la decisione del ministro dell’Interno Claudio Scajola, di revocare la scorta a Biagi, che lo stesso aveva richiesto in seguito a  varie minacce da parte delle formazioni terroristiche di estrema sinistra.  

Numerose le manifestazioni in ricordo, nonostante le limitazioni della pandemia. ‘Una candela per Marco Biagi’  è l’iniziativa promossa dall’Acli  in collaborazione con  il figlio Lorenzo Biagi, che questa sera,  dalle 19,30 alle 20,10, in diretta Facebook, sulla pagina delle Acli di Bologna, accenderà una candela in ricordo del padre. Domani, nell’anniversario esatto della morte, il sindaco Virginio Merola, deporrà un mazzo di fiori nella piazzetta a suo nome.

L’allievo Michele Tiraboschi continua a ricordarlo come un uomo lungimirante, che pagò con il sangue il coraggio del riformismo.  

2021-03-18T17:30:40+01:00