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Planck, addio allo ‘Stachanov dello spazio’

L'ultimo comando è partito dalla Germania e per il telescopio spaziale Planck dell'Esa il 23 ottobre del 2013 è diventato il giorno della fi

25 Ottobre 2013
L’ultimo comando è partito dalla Germania e per il telescopio spaziale Planck dell’Esa il 23 ottobre del 2013 è diventato il giorno della fine. Termina così la sua missione, lasciando un’eredità ricca e un patrimonio di conoscenza costruito in quattro anni e mezzo di osservazione ininterrotta.

Il processo di spegnimento è iniziato qualche settimana fa. Le operazioni che hanno spostato Planck verso la sua nuova orbita, quella in cui rimarrà parcheggiato in congedo perenne, prevedevano che fosse condotto a uno stato di ibernazione permanente. Per prima cosa Planck è stato liberato dal laccio gravitazionale che lo teneva ancora legato alla Terra e ha iniziato la sua deriva verso il Sole. Poi le batterie sono state scollegate, la catena di trasmissione spenta, e i serbatoi del combustibile e dei liquidi criogenici completamente svuotati. E da quel momento è diventato impossibile ricevere nuovi messaggi dal telescopio. La manovra è stata molto accurata e previene in maniera certa la possibilità che Planck torni ancora a comunicare con noi. Nonostante sia stato spento del tutto, infatti, non si può escludere che possa avere ancora qualche palpito di vita. In questo caso la sua prima azione sarebbe proprio quella di cercare un contatto con la Terra. Ma questo potrebbe provocare delle pericolose interferenze e va assolutamente evitato. Di qui la necessità di silenziarlo per sempre con l’applicazione di una nuova patch specifica al software di bordo.


– ANCHE LA BICI DIVENTA SMART. CON LA FLYKLY

– IL LATO GREEN DELLA ISS
– DEBUTTO SU MINECRAFT PER LA FISICA QUANTISTICA
– IL ROBOT CAMBIA FACCIA
– SPAZIO, AL VIA NUOVA SERIE SU RAI SCUOLA


Adesso la certezza che da Planck non arriveranno mai più segnali c’è, ma non per questo è l’ultima volta in cui sentiamo parlare di questa missione di successo. Ora, infatti, inizia il lavoro sulle mappe in polarizzazione, attese per il 2014, grazie a cui potremmo scoprire alcuni elementi attualmente oscuri del Big Bang. Già Planck è stato protagonista di alcune scoperte importantissime sull’origine nel nostro Universo. Le sue osservazioni hanno aperto nuove porte verso una migliore comprensione di come tutto sia nato. Era stato proprio Planck, infatti, a disegnare la mappa più dettagliata mai ottenuta della radiazione cosmica di fondo a microonde (CMB). La mappa che mostra le fluttuazioni di temperatura ha fornito conferma del modello cosmologico standard, stabilendo un nuovo punto di riferimento nella nostra conoscenza dei contenuti dell’Universo. 


Ma che cosa sono le fluttuazioni? Quando l’Universo era molto giovane era pieno zeppo di protoni, elettroni e fotoni che intergivano tra loro in un brodo bollente da 2.700 gradi Centigradi. Quando i protoni e gli elettroni si sono uniti e hanno formato atomi di idrogeno, la luce è stata rilasciata. Dal momento in cui l’Universo si è espanso, la luce oggi si è disposta sulla lunghezza d’onda delle micro-onde, equivalente ad una temperatura di soli 2.7 gradi sopra lo zero assoluto. Secondo il modello standard della cosmologia, confermato da Plank, le fluttuazioni si sono generate immediatamente dopo il Big Bang e si sono disposte su larghe scale cosmologiche durante un breve periodo di espansione accelerata, noto come inflazione. La "radiazione cosmica di fondo" o CMB (cosmic microwave background) mostra minime fluttuazioni di temperatura che corrispondono alle regioni con delle densità leggermente diverse agli stadi iniziali, e che rappresentano i semi di tutta la struttura che ne sarebbe poi derivata: le stelle e le galassie di oggi. 
Oltretutto, le rilevazioni di Planck hanno permesso anche di datare in maniera ancora più precisa l’età del nostro Universo: grazie al telescopio dell’Esa ora abbiamo una stima a due decimali, che data 13,82 miliardi di anni.


Nell’ambiente dell’Agenzia spaziale europea Planck si è guadagnato il soprannome di Stachanov dello spazio. E la strada da percorrere insieme a tutto quello che ha immagazzinato è ancora molto lunga. Lo spiega bene Reno Mandolesi, associato dell’Istituto nazionale di Astrofisica e responsabile dello strumento LFI a bordo di Planck (finanziato dall’ASI e realizzato in gran parte in Italia): «La missione Planck è stata per me come scalare la montagna più alta del mondo: siamo arrivati fino in cima, raggiungendo un grandissimo successo. Ma Planck non muore: l’eredità che lascia con i dati di astronomia e cosmologia continueranno a dare i loro frutti per molto tempo».

ANCHE LA BICI DIVENTA SMART. CON LA FLYKLY
Una vecchia bicicletta può diventare una eBike con un semplice gesto: basta sostituire con una FlyKly la ruota posteriore. Cos’è una FlyKly? E’ una ruota elettrica di facile installazione, messa a punto dallo startupper Nino Klansek. La velocità della bici una volta rimodernata può arrivare ai 25 km/h ed ha un’autonomia di 50 km, con una batteria ricaricabile a pedali. Per cambiare la velocità si può usare una app disponibile sia per iOS che Android. Ma non è l’unica connessione. Sulla FlyKly è installato un antifurto Gps, e grazie all’app per smartphone è possibile memorizzare tutte le statistiche sulle pedalate elettriche.

IL LATO GREEN DELLA ISS
In principio fu la zucchina, ma il futuro è della lattuga romana. Gli astronauti proseguono nelle prove di coltivazione autonoma di vegetali nello spazio, puntando a diventare autosufficienti per alimentarsi. Entro l’anno la Nasa spedirà sulla Stazione spaziale internazionale i kit agricoli necessari a far crescere sei piante di lattuga romana in assenza di gravità. L’esperimento dovrebbe durare 28 giorni, ma, al termine, gli astrocontadini non potranno assaggiare il frutto del loro lavoro: le piante vanno spedite a Terra per essere analizzate e per verificare che non siano tossiche. Coltivare sulla Iss potrebbe essere utile non solo per la nutrizione, ma anche per offrire una nuova qualità di tempo libero all’equipaggio.

DEBUTTO SU MINECRAFT PER LA FISICA QUANTISTICA
La fisica quantistica esce dai libri e dai laboratori e finisce in un videogioco. E’ pronta qCraft, la funzionalità che permette di esplorare gli effetti della fisica quantistica nel popolare Minecraft. La declinazione scientifica del videogioco è stata realizzata da Google e prevede "un modo divertente per i giocatori di sperimentare alcune cose della meccanica quantistica al di fuori di esperimenti mentali ed oscuri esempi nei libri di testo", dicono dal Quantum Artificial Intelligence Lab. Nonostante non sia una simulazione scientifica perfetta, c’è curiosità per l’applicazione che ne faranno gli utenti.

IL ROBOT CAMBIA FACCIA
Anche se si tratta di un prodotto interamente tecnologico, il robot può avere delle sembianze umane. Ma non sempre questo è preferibile. Uno studio del Georgia Institute of Technology dimostra che gli utenti vorrebbero assegnare una certa faccia al robot in relazione alla sua funzione. Per le faccende domestiche, per esempio, sarebbe meglio un robot classico, mentre per scegliere o meno dove investire dei soldi gli studenti avrebbero optato per un automa dal volto a metà tra un robot e un umano e gli adulti preferito un vero umanoide. Nella cura della persona invece alcuni (più i giovani) sceglievano un robot altri (più gli adulti) un automa dall’aspetto tipicamente umano. Tutti i risultati della ricerca verranno presentati allo Human Factors and Ergonomics International Annual Meeting di San Diego

SPAZIO, AL VIA NUOVA SERIE SU RAI SCUOLA
Si chiama "Spazio, storia del futuro" ed è il nuovo programma scientifico di Rai Educazione, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Dal 23 ottobre all’8 novembre il giornalista Luigi Bignami guiderà i telespettatori, su Rai Scuola, nell’esplorazione del mondo italiano della ricerca spaziale, per vedere con occhi nuovi il cosmo e tutto ciò che sta svelando. Senza dimenticare le ricadute che le ricerche spaziali hanno sulla nostra quotidianità.

2018-06-05T17:29:27+02:00