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Spazio, la Stazione Spaziale Internazionale compie 15 anni

20 novembre 1998, l'inizio di una "Nuova Era" per la ricerca spaziale. 20 novembre 2013, AUGURI ISS: le iniziative delle Agenzie Spaziali, le FOTOGALLERY e il TOUR 3D IN

20 Novembre 2013
iss, spazio, nuvole, cieloOrbita a 450 km da Terra da 15 anni. Oggi, la Stazione spaziale internazionale (Iss) festeggia il suo compleanno. Ma cosa è successo dal 1998 ad oggi? E’ stata costruita pezzo per pezzo nello spazio, si compone di moduli e nodi di collegamento contenenti alloggi e laboratori, oltre a elementi esterni per il supporto strutturale e la sperimentazione nello spazio esterno, e pannelli solari che forniscono energia. La Iss è un laboratorio scientifico unico al mondo per le sue due fondamentali condizioni sperimentali: l’ambiente di microgravità e la presenza umana. L’assemblaggio completo della Stazione ha richiesto più di 40 missioni.

Viene considerata la maggiore opera ingegneristica realizzata dall’uomo: e l’Italia, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana e le industrie del settore, ne è uno degli architetti principali.

“La storia della Stazione Spaziale Internazionale è un esempio di grande impegno dell’uomo in un campo di elevata tecnologia. L’Italia ha contribuito a questa importante realizzazione con un coinvolgimento che ci vede attori di primo piano. La nostra è una partecipazione ad ampio raggio: realizzazioni industriali di eccellenza tecnologica, esperimenti e astronauti – ricorda il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese – . Questo anniversario arriva a pochi giorni dal rientro di Luca Parmitano, che ha concluso la prima missione di lunga durata dell’ASI. In questi mesi Parmitano ha rappresentato l’elemento di punta di quello che il nostro Paese ha saputo e sa fare in campo spaziale. Con la prossima missione sulla ISS, che vedrà il coinvolgimento della prima italiana nello Spazio, Samantha Cristoforetti, confermeremo ancor di più questo risultato”.

LA STORIA – Il primo modulo, il modulo russo Zarya, è stato lanciato nel 1998 e due mesi dopo il modulo americano Unity si agganciava a Zarya avviando la costruzione in orbita del più complesso sistema spaziale abitato; l’ultimo è stato l’italiano Permanent Multipurpose Module Leonardo, nel 2011. È previsto un altro modulo pressurizzato da collegare alla Stazione nel 2014, il russo Nauka Multipurpose Laboratory Module. L’idea di costruire una “stazione spaziale con equipaggio permanente” risale già al 1984, quando il presidente USA, Ronald Reagan, lanciò la proposta di una cooperazione internazionale per dare vita a questo ambizioso progetto. L’anno successivo, Giappone, Europa e Canada decidono di partecipare al programma. Nel 1988 viene avviata la fase di sviluppo con la firma del primo accordo intergovernativo tra Stati Uniti, Giappone, Canada e 9 paesi europei Stati membri dell’ESA. 

Nel 1993 si unisce al progetto anche la Russia, facendo della ISS l’esempio della prima grande pacifica forma di collaborazione mondiale. Passano cinque anni e un secondo accordo intergovernativo tra USA, Giappone, Canada, 11 paesi europei Stati membri dell’ESA e la Federazione Russa, apre la strada al lancio da parte russa del primo modulo Zarya e da parte statunitense del primo nodo, Unity. Dal novembre del 2000 la ISS ha iniziato ad ospitare i suoi primi “inquilini” che la occuperanno almeno fino al 2020. La vera e propria ricerca scientifica prende inizio nel 2001, con il lancio del modulo statunitense Destiny Laboratory e di Leonardo, il primo modulo di supporto logistico per la stazione, MPLM – Multi-Purpose Logistics Module, sviluppato dall’Italia, trasportati fino alla ISS nella stiva dello Shuttle. Con Leonardo l’Italia è così diventata la terza nazione, dopo Russia e Stati Uniti, ad inviare in orbita un elemento della ISS. È la volta poi del Nodo 2 "Harmony" di costruzione italiana e successivamente del modulo europeo Columbus. Negli ultimi anni l’Italia ha consolidato sempre di più la sua presenza sulla Stazione Spaziale, con il Nodo 3 “Tranquillity” e la Cupola nel 2010 e con il PMM-Permanent Multipurpose Module Leonardo che dopo numerosi viaggi diviene elemento permanente nel 2011.

La ISS è aperta a tutti i ricercatori degli Stati partecipanti impegnati a studiare gli effetti che l’assenza di gravità ha sugli esseri umani e sui fenomeni naturali. Acquisire conoscenze su tali processi aiuta a preparare i futuri scenari di esplorazione umana nello spazio profondo e le missioni di lunga durata, e a progettare innovazioni scientifiche e tecnologiche per migliorare la qualità della vita sulla Terra, dalla salute alla tutela dell’ambiente, dalla produzione e gestione dell’energia a nuovi prodotti e processi industriali.

L’Italia ha realizzato circa metà della parte abitativa della Stazione; è nel nostro Paese infatti che sono stati costruiti i Nodi 2 e 3, la unica e ineguagliabile Cupola, il PMM Leonardo, derivato modificando il modulo logistico per renderlo adatto alla permanenza in orbita, e poi le strutture del laboratorio ESA Columbus, il modulo di trasporto delle navette ATV. Tutto nasce da un accordo bilaterale tra ASI e NASA stipulato il 9 ottobre 1997, il Memorandum of Understanding (MoU) in base al quale l’ASI ha fornito all’ente spaziale statunitense i tre moduli pressurizzati abitativi (MPLM – Multi Purpose Pressurized Module), uno dei quali è successivamente diventato il PMM (Permanent Multi Purpose Module) per la ISS.

L’Italia inoltre è stata tra i primi Paesi europei ad aderire agli accordi intergovernativi di cooperazione per la realizzazione della ISS, e tra i principali Stati partecipanti ai programmi ESA di sviluppo e utilizzo del contributo europeo alla ISS. Grazie all’esperienza di questa attività, l’industria italiana è protagonista anche nella realizzazione dei moduli cargo della navicella di rifornimento della ISS Cygnus, sistema di trasporto commerciale dell’azienda american Orbital Sciences.

In occasione del 15° anniversario della Stazione Spaziale Internazionale, la NASA ha organizzato una celebrazione allo Space Center di Houston: l’evento è aperto a chiunque voglia ripercorrere le tappe iniziali della storia della ISS e incontrare gli astronauti, e a tutti coloro che hanno reso possibile l’impresa con il proprio lavoro. Anche l’Agenzia spaziale russa, la Federal Space Agency – Roscosmos, celebrerà l’anniversario con un evento a Mosca nei primi giorni di dicembre, presso il Khrunichev Space Center. [Agenzia DIRE]


Il primo modulo della Stazione Spaziale Internazionale, fu lanciato il 20 novembre 1998. Cinque agenzie spaziali rappresentanti sedici diverse nazioni hanno lavorato insieme per costruire il modulo di ricerca orbitante – una delle più complesse imprese scientifiche e tecnologiche mai intraprese.

Su Twitter una ola a livello mondiale per celebrare la Stazione Spaziale: #ISS15!

La Stazione Spaziale sopra il Giappone
Con inizio alla mezzanotte ora di Greenwich, corrispondente all’una in Italia, l’orario ufficiale della Stazione, ESA e le agenzie spaziali statunitense, giapponese e canadese invieranno dei tweet nelle 24 ore, uno all’inizio di ogni ora.

Unitevi alla ola seguendo l’hashtag #ISS15. Contribuite alla ola dicendoci cosa la Stazione Spaziale Internazionale – la scienza, la tecnologia ed i suoi astronauti – significano per voi.

Potete inviare le vostre foto, i vostri commenti o anche delle poesie e dei disegni e partecipare ai festeggiamenti andando sulla pagina della Google+ community: ISS15 – join the world-wide wave.

Mettete la testa fuori di casa e fate una foto della Stazione Spaziale da condividere con noi. Qual’è il vostro astronauta preferito? Quale immagine simbolizza di più lo spirito della Stazione Spaziale?

ESA e le agenzie partner condivideranno le vostre foto, storie e video preferiti.

Fatti coinvolgere adesso e unisciti all’onda di #ISS15!
[ESA]





Moduli pressurizzati

Una volta completata, la Stazione Spaziale Internazionale sarà composta da sedici moduli pressurizzati con un volume di circa 1 000 .[45] Questi moduli comprendono laboratori, moduli per l’aggancio, nodi e spazi abitativi. Quindici di questi componenti sono già in orbita, con il restante in attesa del lancio. Ogni modulo è stato lanciato sia con lo Space Shuttle che con il razzo Proton o con il razzo Soyuz.[43]

A febbraio 2012 la stazione risulta composta dai seguenti moduli ed elementi:

Modulo Missione Data di lancio Veicolo di lancio Nazione    
Zarya 1A/R 20 novembre 1998 Proton-K Russia(costruttore)
USA (finanziatore)
 
Il primo componente della ISS ad essere stato lanciato, Zarya era in grado di provvedere all’energia elettrica, all’immagazzinamento, alla propulsione e al controllo di assetto durante le prime fasi di assemblaggio. Attualmente il modulo è utilizzato principalmente come magazzino.
Unity 2A 4 dicembre 1998 Space Shuttle Endeavour STS-88 USA  
Il primo modulo nodo di collegamento, connette la sezione statunitense con quella russa.
Zvezda

1R 12 luglio 2000 Proton-K Russia  
Modulo di servizio della stazione. Provvede a fornire spazio per il soggiorno degli astronauti, per i sistemi per il controllo di assetto e per i dispositivi di supporto vitale. Il modulo provvede inoltre all’aggancio con le navette Sojuz, con la navetta Progress e con l’Automated Transfer Vehicle. L’aggiunta di questo modulo ha reso la stazione abitabile.
Destiny
 
5A 7 febbraio 2001 Space Shuttle AtlantisSTS-98 USA  
Prima struttura dedicata alla ricerca scientifica a bordo della ISS. Destiny è dedicato ad esperimenti di carattere generale. Il modulo serve inoltre come punto di aggancio per gran parte della Integrated Truss Structure della stazione.
Quest
(airlock)
7A 12 luglio 2001 Space Shuttle AtlantisSTS-104 USA    
Primo airlock per la ISS, Quest permette le attività extraveicolari realizzate con la statunitense EMU e la tuta spaziale russa OrlanQuest è strutturata in due segmenti: in uno vengono conservate le tute spaziali e l’equipaggiamento, l’altro permette l’uscita degli astronauti nello spazio.
Pirs

4R 14 settembre 2001 Sojuz-UProgress M-SO1 Russia    
Pirs provvede a fornire alla ISS un porta addizionale per il docking per le navette Sojuz e Progress. Inoltre consente ai cosmonauti l’uscita e l’entrata per le passeggiate spaziali che utilizzano la tuta spaziale Orlan, fornendo spazio per immagazzinarne tre.
Harmony
(nodo 2)
10A 23 ottobre 2007 Space Shuttle DiscoverySTS-120 Europa(costruttore)
USA (gestore)
   
Il secondo nodo di collegamento della stazione, Harmony, è il fulcro delle attività della ISS. Il modulo contiene quattro International Standard Payload Rack che forniscono energia elettrica e inoltre, grazie ai suoi sei punti di attracco, risulta essere il punto centrale di collegamento per vari altri componenti. Il modulo laboratorio Europeo Columbus e quello giapponese Kibo sono permanentemente ancorati al modulo. Lo Space Shuttle statunitense si aggancia alla ISS tramite PMA-2, collegato alla porta anteriore di Harmony. Inoltre, il modulo serve come punto di attracco per il Multi-Purpose Logistics Modules.
Columbus
(Laboratorio Europeo)
1E 7 febbraio 2008 Space Shuttle AtlantisSTS-122 Europa    
La struttura di ricerca principale per gli esperimenti scientifici Europei a bordo della ISS. Columbus offre un laboratorio generico e strutture appositamente progettate per la biologia, la ricerca biomedica e per lo studio della fisica dei fluidi. Diverse posizioni di montaggio sono poste all’esterno del modulo e che forniscono alimentazione e dati per esperimenti esterni come la European Technology Exposure Facility (EuTEF), il Solar Monitoring Observatory, il Materials International Space Station Experiment, e l’Atomic Clock Ensemble in Space. Un certo numero di espansioni sono previste per lo studio della fisica quantistica e la cosmologia.
Kibō
Modulo logistico
(ELM)
1J/A 11 marzo 2008 Space Shuttle Endeavour STS‑123 Giappone    
Parte del modulo per esperimenti scientifici giapponese Kibō. Esso provvede a fornire una struttura per il trasporto e l’immagazzinamento dei carichi scientifici.
Kibō
Modulo pressurizzato
(JEM–PM)
1J 31 maggio 2008 Space Shuttle DiscoverySTS-124 Giappone    
Parte del modulo per esperimenti scientifici giapponese Kibō. Questo è il cuore del modulo Kibō ed è il laboratorio più grande dell’intera stazione con lo spazio per 23 racks che includono 10 racks per esperimenti. Il modulo è utilizzato per condurre esperimenti di medicina dello spazio, biologia, osservazione della Terra, produzione di materiali, biotecnologie e ricerca nel campo delle telecomunicazioni. Il modulo dispone, inoltre, della Exposed Facility, una piattaforma esterna che permette di esporre gli esperimenti direttamente al vuoto dello spazio. La piattaforma è poi raggiungibile tramite un braccio robotico.
Poisk
(modulo per esperimenti 2)
5R 10 novembre 2009 Sojuz-U, Progress M-MIM2 Russia    
Uno dei componenti russi della ISS, Poisk è usato per l’aggancio delle navette Sojuz e Progress, come airlock per le passeggiate spaziali e come interfaccia per gli esperimenti scientifici.
Tranquility
(node 3)
20A 8 febbraio 2010 Space Shuttle EndeavourSTS-130 Europa(costruttore)
USA (gestore)
   
Terzo e ultimo nodo di collegamento statunitense della stazione, Tranquility contiene un avanzato sistema di supporto vitale per il riciclo dell’acqua, che viene utilizzata da parte dell’equipaggio e per la generazione di ossigeno respirabile. Il nodo fornisce inoltre l’aggancio per altri moduli pressurizzati.
Cupola 20A 8 febbraio 2010 Space Shuttle EndeavourSTS-130 Europa(costruttore)
USA (gestore)
   
Cupola è un modulo osservatorio che provvede a fornire all’equipaggio della ISS una vista diretta delle operazioni del braccio robotico e dell’aggancio delle navette. Inoltre è un punto di osservazione della Terra. Il modulo è fornito di una finestra di 80 cm di diametro, la più larga della stazione.
Rassvet
(modulo di ricerca 1)
ULF4 14 maggio 2010 Space Shuttle AtlantisSTS-132 Russia    
Rassvet è utilizzato per il docking e come magazzino.
Leonardo
(Permanent Multipurpose Module)
ULF5 24 febbraio 2011 Space Shuttle DiscoverySTS-133 Italia (Costruttore)
USA (Gestore)
   
Il Leonardo Multi-Purpose Logistics Module ospita i pezzi di ricambio e varie forniture, consentendo tempi più lunghi tra le missioni di rifornimento e liberando spazio in altri moduli, in particolare in Columbus. L’arrivo del modulo PMM ha segnato il completamento del segmento orbitale americano.

 


 DENTRO LA STAZIONE SPAZIALE INERNAZIONALE (Focus)




2018-06-05T17:29:03+02:00