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DIREGIOVANI A RIO 2016- Tra speranze e proteste, l’Olimpiade è iniziata: che sia festa di sport

La cerimonia di apertura dei XXXI Giochi Olimpici ieri al Maracanà

mascotte rio 2016ROMA – Pace, sostenibilità, tolleranza. L’ordine è casuale, sceglietelo voi, ma queste sono le parole d’ordine di Rio 2016. Il meraviglioso spettacolo a firma dell’italiano Marco Balich, già executive producer di Torino 2006, le declama con forza; serviranno come antidoto all’odio e al terrore per questi sedici giorni.

Rio 2016: l’apertura dei Giochi

Il Maracanà, santuario del calcio carioca, presta il suo cuore e la sua storia alla cerimonia di apertura dei XXXI Giochi Olimpici. Dopo due Olimpiadi organizzate da paesi che hanno mostrato i muscoli facendo vanto delle loro capacità organizzative (Pechino 2008 e Londra 2012), tocca al traballante Brasile, travolto da scandali politici ed economici di portata internazionale, sopportare il peso dei primi giochi organizzati sul territorio sudamericano. Pace, sostenibilità e tolleranza, allora, servono come il pane.

Lo spettacolo non fa sconti, e ripercorre ciò che è stato e ciò che è il Brasile: una foresta amazzonica nella quale si muovono indios, sicuri e padroni del loro terreno, che intrecciano memoria e tradizione.

Improvviso l’arrivo delle tre caravelle: ecco gli europei , che portano progresso o sventura e morte, dipende dal punto di vista. Poi gli schiavi africani, che fortificarono le città brasiliane, seguiti dai tedeschi, dagli olandesi, fino ai siriani e ai libanesi, ai giapponesi, che i loro traffici e commerci spinsero in riva al Rio delle Amazzoni. Il Brasile è stato ed è a tutt’oggi un crogiuolo di esperienze e passioni. Il manto del Maracanà vola nell’epoca moderna, ed è tutto un crescere di palazzi ed edifici, così severi da alienare il paesaggio di Rio e delle maggiori città brasiliane.

olimpiadi

Anche Gisele Bundchen a Rio 2016: è lei la “Ragazza di Ipanema”

Simbolico il movimento di atleti di parkour che saltano letteralmente sui palazzi quasi a reimpossessarsi degli spazi perduti. Non manca, però, l’omaggio alla bellezza: Gisele Bundchen, una delle più belle modelle brasiliane, che ruba la scena, passeggiando sulle note della conosciutissima “Ragazza di Ipanema”.

Pace, sostenibilità e tolleranza: il rap delle favelas riprende il sopravvento e un centinaio di ballerini in bianco balla sui palazzi di prima, ora tutti colorati. Spazio al travolgente Jorge Ben Jor che con la sua “Pais Tropical” scatena gli ottantamila raccolti sugli spalti: pace, tolleranza e sostenibilità passano anche per un ballo sfrenato.

Ma si torna subito concentrati: inquinamento, riscaldamento della terra e scioglimento dei ghiacciai: il messaggio è chiaro; invertire la rotta diventa indispensabile. Lo show finisce con un bambino che trova un germoglio e se ne prende cura; con l’esempio avanza il cambiamento: ad ogni atleta verrà consegnato un germoglio di cui prendersi cura, come a dire che ognuno faccia la sua parte.

Le 207 delegazioni sfilano ai Giochi

Poi inizia la sfilata, con 207 delegazioni pronte a colorare lo stadio. Li in pista gli atleti, per una sera tutti sorridenti, si guardano e si riprendono con telecamere e smartphone; sembrano ragazzi in gita con quel bastone dei selfie che si passano di mano.

Ecco l’Italia, che sfila tra Israele e Jamaica, con Federica Pellegrini emozionata come non mai. Poi la Gran Bretagna con Murray, a caccia del bis olimpico dopo Londra 2012.

Arrivano gli Usa e Michael Phelps, tornato per scrivere l’ ennesimo capitolo di storia. Boati per la squadra dei rifugiati e, ovviamente, per la selezione brasiliana.

Fischi al presidente ad interim Temer

La notte di Rio prosegue veloce e si porta con se i fischi al presidente ad interim Temer, che paga il risentimento per le nefandezze della politica brasiliana. Svelato anche l’ultimo mistero: è l’ex maratoneta Vanderlei de Lima, l’ultimo tedoforo che accende la torcia olimpica, spuntandola sul tennista Guga Kuerten e su “O Rey” Pelè.

C’è tutto, nella notte di Rio: mentre dentro il Maracanà ogni tassello va al suo posto, fuori per le strade polverose, è tensione alle stelle fra la (temuta) polizia militare e frotte di oppositori, quel fronte “NoRio2016”, che parte dai cattolici progressisti per arrivare alla sinistra extraparlamentare, e che vede nei giochi l’ennesimo stupro urbanistico in aggiunta al consueto lassismo sull’incipiente povertà che attanaglia la regione.

Termina a notte fonda (brasiliana) la sfilata degli atleti, che il presidente del CIO, il tedesco Thomas Bach saluta come “la risposta migliore ad un mondo di incertezze”. Ora tocca alle gare, agli atleti, ai campioni, e una certezza ce l’abbiamo: pace, sostenibilità e tolleranza non potevano trovare migliori testimonial.

2018-06-05T15:35:39+02:00